Anche questa volta lo show è stato ricco di gag e di cronaca politica. Dai viaggi di Enrico Letta al sempre divertentissimo Maroni/Crozza passando per la geniale imitazione di Napolitano. La puntata si apre con una suggestiva rivisitazione crozziana della celebre canzone “viaggiare” che si dimostra perfetta per introdurre il monologo d’apertura tutto dedicato alle fantastiche avventure del nuovo premier italiano Enrico Letta che in meno di una settimana è riuscito ad incontrare tutti i capi di governo europei. Un vero tour de force che induce a chiedersi per quale arcano motivo dobbiamo sempre spostarci noi; non potrebbero, qualche volta, venire loro in Italia? Viene il dubbio che ci sia qualcosa sotto. La Merkel quando è diventata premier non è mica venuta in Italia a chiedere aiuto e a fare promesse come ha dovuto fare il povero Letta. Comunque, prosegue Crozza, sono stati tutti incontri molto cordiali e in alcuni casi più che cordiali come con il premier francese Holland : sul maxi schermo compare una serie di scatti fotografici dell’incontro che danno l’idea del grande feeling tra i due statisti ritratti in atteggiamenti inequivocabili. Comunque , aggiunge Crozza, se un giorno Letta volesse aprire una pizzeria, le foto con i personaggi famosi da appendere al muro ce l’ha già.
Mentre Letta faceva la via crucis delle capitali europee promettendo a destra e manca che l’italia ce la può fare perché è un paese che funziona, in Italia, il Ministro dei beni culturali Massimo Bray decideva di recarsi a Pompei prendendo un treno come un qualsiasi altro cittadino; bene anzi benissimo, ma il fato ha voluto che si trovasse dentro fino al collo in uno dei peggiori disservizi delle ferroviari della storia italiana. Crozza affonda il colpo e definisce gli italiani come i numeri uno dell’inefficienza. A suffragio di tale affermazione porta un esempio illuminante: a Palermo è stata dichiarata l’emergenza rifiuti, ma un’emergenza può essere un terremoto, un alluvione, insomma un evento inaspettato e inevitabile, ma i rifiuti te li devi aspettare. Il monologo si chiude con un paradosso che potrebbe rivelarsi una ghiotta occasione di scambio internazionale: mentre Palermo è sommersa dalla spazzatura a Oslo la carenza di rifiuti sta mettendo in crisi la produzione di energia della città; infatti da quelle parti i rifiuti vengono utilizzati per produrre energia e di conseguenza sono una risorsa non un’ emergenza.
E’ il momento del capo dello stato nella fumettistica versione a cui ci ha abituato Crozza e in pochi secondi entriamo nello studio del Quirinale come sempre presidiato da corazzieri in alta uniforme. Il presidente è angosciato dalla carenza di fondi del paese e si è deciso ad avviare una colletta a cominciare dai suoi impiegati. La raccolta è deludente e i titoli dei giornali, che man mano gli passa il fido corazziere uno, sono a dir poco allarmanti, ma il nostro Napolitano/Crozza è incrollabile e cerca sempre la soluzione. Notevole la performance trasformistica dell’attore comico che fra citazioni cinematografiche e imitazioni nella imitazione (Totò su tutti) ci riporta indietro nel tempo fino a Renato Rascel che gli offre la sponda per chiudere lo sketch cantando una sua famosa e divertente canzone con il testo rivisitato in chiave berlusconiana. Lo sketch è basato sulla notizia che Berlusconi vorrebbe essere a capo della costituente: Berlusconi padre costituente? Napolitano si sganascia dal ridere.
Tocca a Maroni ancora alle prese con il razzismo e le ruberie del suo amico/nemico Umberto Bossi che non smette di tormentarlo. L’imitazione di Maroni sorprende e fa ridere ogni volta; forse il motivo risiede in quella sensazione, che trasmette ogni volta, di stare assistendo ad un reale sdoppiamento della personalità più che ad una imitazione.
Una gigantografia della “barca” di Briatore fa da preambolo “fiscale” all’ingresso in scena del Briatore di Crozza sempre più astratto e sgrammaticato che prima risponde alle domande del bravo Andrea Zalone e poi si dedica al solito massacro dei concorrenti del suo grottesco reality televisivo. Come al solito, l’ultima aspirante manager parla e si atteggia esattamente come lui e viene subito ammessa con lode.