Continuano a far discutere le parole del neo ministro dell’Integrazione, Cecile Kyenge, ieri ospite nello studio di In mezzora di Lucia Annunziata. Mio padre è cattolico e poligamo, come nel rispetto della tradizione del Congo. Ha 38 figli da mogli diverse e a me avere tutti questi fratelli ha dato lidea di vivere in una comunità, ha detto la Kyenge, che rilancia sullo ius soli e si dice pronta a presentare un decreto legge per stabilire che chiunque nasca in Italia è italiano, indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori. Il ministro, inoltre, propone anche labolizione del reato di clandestinità e la riformulazione delle regole dei Cie, i centri di identificazione ed espulsione. Parole che hanno scatenato le immediate proteste del Pdl, a cominciare della deputata Elvira Savino, la quale si chiede: Dopo il ddl sullo ius soli, il ministro Kyenge intende presentarne anche un altro sulla poligamia, sulla scorta della sua esperienza familiare in Congo?. Se parte così il governo rischia di non essere in sintonia con le esigenze reali della società. Sulla stessa linea il commento del segretario della Lega lombarda, Matteo Salvini, su Facebook: La ministra dell’Integrazione pensa che andrebbe abolito il reato di immigrazione clandestina. Io invece penso che andrebbe subito abolito proprio il ministero dell’Integrazione”. Il polverone sollevato ha costretto il premier Letta a intervenire: Sarà difficile trovare un accordo sullo ius soli, ha detto, anche perché “queste materie sono fuori dal discorso programmatico”.



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