Oggi con la presentazione di Televisione e Infanzia. Lofferta televisiva per bambini in Italia debutta ufficialmente il Focus in Media della Fondazione per la Sussidiarietà. Focus in Media è un osservatorio sul sistema della comunicazione nel nostro paese che la Fondazione ha promosso in collaborazione con Sky Italia. Losservatorio intende offrire un contributo originale allanalisi del sistema della comunicazione e dei media e avanzare idee e proposte per rendere questo sistema sempre più aperto, pluralistico e capace di valorizzare le diverse soggettività e identità sociali e culturali.

Focus in media si avvale di un comitato scientifico internazionale composto di studiosi ed esperti di diverse discipline e orientamenti culturali e affida le sue indagini ad alcuni accreditati istituti e centri di ricerca sulla comunicazione e i media dellUniversità Cattolica di Milano, della Luiss Guido Carli di Roma, dellUniversità di Glasgow e dellUniversità della Svizzera Italiana di Lugano.  

Tra i temi di ricerca individuati come più rilevanti vi sono il rapporto dei minori con i media, il pluralismo comunicativo, il servizio pubblico, levoluzione dei sistemi televisivi europei e la convergenza problematica tra Tv e web 2.0. Un filo comune unisce queste ricerche ed è il tema della libertà e della responsabilità dei media nel nostro paese.

In questo contesto non è per caso che la prima indagine di Focus in Media sia dedicata ai bambini e ai ragazzi. Perché? Certamente il nostro paese è oggi attraversato da profondi problemi sociali e politici, tuttavia abbiamo scelto di partire da Televisione e infanzia perché oggi cè una grande questione che riguarda il posto e il destino delle giovani generazioni nel mondo di oggi, una questione che si interseca con tutti gli altri temi rilevanti della vita sociale, a partire da quello della formazione e del lavoro. Il rapporto sulla televisione per i bambini e i ragazzi non tratta dunque un tema a parte, in qualche modo più tradizionale e più rassicurante rispetto ai temi più direttamente politici, ma, al contrario, consente di puntare lattenzione al centro dei problemi della nostra società. 

I media centrano con la crescita dei bambini e dei ragazzi e per questo li guardiamo con tanto interesse. Essi non sono dei soggetti educativi o dei poli della relazione educativa poiché leducazione esiste solo nello spazio delle relazioni interpersonali nel quale le persone si coinvolgono le une con le altre condividendo esperienze di vita, conoscenze, significati, valori. Se i media non sono soggetti della relazione educativa, tuttavia essi influenzano profondamente questa relazione perché svolgono oggi un ruolo sempre più rilevante nellesperienza dei ragazzi (e degli adulti), nel formarsi delle loro conoscenze, del loro immaginario, della loro visione di se stessi, degli altri e della realtà.

Il rapporto su Televisione e infanzia, curato da OssCom, centro di ricerca dell’Università Cattolica, delinea una fotografia ragionata dell’offerta di programmi per bambini in Italia dopo l’avvento del digitale terrestre e della Tv via satellite; presenta il quadro normativo italiano ed europeo che regola l’attività degli emittenti; analizza i rapporti tra i produttori dei contenuti e le reti televisive che distribuiscono questi programmi; propone una riflessione sui modelli editoriali e culturali che sottendono questa offerta. 

Se l’offerta si è molto arricchita negli ultimi anni con l’avvento del digitale terrestre e della Tv via satellite, non mancano aspetti contraddittori e distorsioni. Ne sono esempi la creazione di un divide tra coloro che possono accedere ai canali a pagamento più innovativi e ricchi di contenuti e coloro che non vi hanno accesso per ragioni economiche o socio-culturali; l’omologazione dell’offerta per cui alla grande disponibilità di spazi di programmazione spesso non corrisponde un adeguato investimento progettuale con un elevato riciclo degli stessi programmi; una forte prevalenza di contenuti di intrattenimento rispetto ai contenuti educational; uno scarso investimento progettuale sulle fasce di età dei pre-adolescenti e degli adolescenti; una prevalenza di contenuti globalizzati prodotti dai grandi gruppi internazionali rispetto a produzioni nazionali più vicine alla sensibilità e al contesto culturale italiano; la riproduzione nella Tv per bambini di modelli e format della Tv degli adulti come il talent show e il tutorial. 

Al di là dei discorsi spesso generici su come è e come dovrebbe essere la televisione per i minori, il rapporto su Televisione e infanzia offre dunque un contributo prezioso alla riflessione di tutti coloro che in modi diversi sono coinvolti nell’educazione e nella comunicazione: genitori, insegnanti, educatori, produttori di contenuti, gestori di canali e reti televisive, istituzioni pubbliche di regolazione, soggetti della società civile, tra cui associazioni di genitori e utenti dei media.