Fumone, piccolo borgo in provincia di Frosinone, è la sede della location per il primo degli esperimenti montati nella puntata di Percezioni andata in onda ieri sera, domenica 9 giugno, su Italia 2. La storia racconta che l’antico castello che domina il paese venne edificato da Tarquinio il Superbo dopo essere stato scacciato da Roma. Come ogni maniero che si rispetti, anche le mura di questa antica fortezza narrano storie che conducono ai confini della realtà, laddove solo chi possiede particolari doti riesce a leggere nelle tenebre del tempo. Scopo della trasmissione è rivelare se leggenda, mito e verità possono essere districati dalle maglie del tempo. Il castello, oggi aperto al pubblico, è ricordato per essere stato il luogo dove morì prigioniero Celestino V e non solo. In molti vengono attratti dalla triste storia del marchesino Francesco Longhi, deceduto a soli tre anni e sembra, consumato dall’invidia delle sue sette sorelle. Inoltre, in una delle sale, si vede ancora l’apertura del pozzo delle vergini, oscuro antro dove venivano gettate le ragazze che non giungevano intatte alla prima notte di nozze. Le vibrazioni emanate dalle pietre dovrebbero mettere in contatto i partecipanti all’esperimento con una dimensione dove il dolore e la sofferenza sono stati intensi e disumani al punto di superare barriere insormontabili. L’esperimento ha condotto Michele Maddaloni e Daniele Cimmino a percorrere un tragitto comune all’interno del castello per registrare quanto avrebbero provato in situazioni di calma e controllo. Le testimonianze relative alla presenza di fenomeni paranormali, sono state confermate dal marchese de Paolis stesso che, attraverso racconti relativi a inquietanti presenze, ha preparato l’atmosfera per quanto accaduto durante i rilievi sperimentali.
Michele, accompagnato dalla sensitiva Marina Dionisi, ha percorso per primo l’itinerario all’interno del palazzo. La notte, la suggestione evocata dal luogo, hanno contribuito a ricreare l’atmosfera di sospensione nel vuoto che è stata descritta con profonda partecipazione. Michele è stato condotto davanti al pozzo delle vergini dove ha rivissuto lo strazio delle giovani donne gettate nel fondo di quell’orribile forra. Poi, sempre guidato, ha cercato di stabilire un contatto con il corpicino mummificato di Francesco Longhi, ancora oggi conservato in una teca ubicata al piano nobile del castello.
La sensazione di dolore e soffocamento provata da Michele prima e successivamente da Daniele, ha confermato quanto la storia narra riguardo questo leggendario personaggio e la sua morte violenta. Indizi confermati dallo storico Marco Filippi. Interessante la visita fatta all’angusta cella dove morì Celestino V e le percezioni raccolte con estrema emozione. La sensitiva ha rivissuto il miracolo di una croce d’oro che prese fuoco, quando il Papa prigioniero morì disteso sul nudo pavimento.
Roccascalegna, provincia di Chieti, il luogo della seconda location. Ancora un castello e i misteri che cela. Antica costruzione militare, la rocca fu un avamposto longobardo eretto contro l’avanzata dei bizantini. La leggenda popolare narra che nel XVIII° secolo il barone Corvo de Corvis, fuggito dalla corte di Napoli e rifugiatosi nei suoi possedimenti, cercò di ristabilire l’antico uso feudale dello ius primae noctis suscitando l’ira e la ribellione dei suoi sudditi. Un giovane, per evitare che il signore abusasse della sua sposa, travestitosi da donna uccise il barone liberando quelle terre da una minaccia assurda e fuori da ogni logica. Una testimone rimasta anonima ha raccontato di un’esperienza estrema vissuta durante la visita alla torre di avvistamento del castello dove il barone de Corvis cercò rifugio nel tentativo di scampare alla folla inferocita.
Michele, addentrandosi nel complesso della rocca, ha seguito quanto le sensazioni gli suggerivano percependo il dramma dell’assedio del castello e la conseguente morte violenta del barone stesso. Daniele, seguendo un percorso alternativo, ha invece visitato una sala dove venivano incarcerate le persone. In questo luogo, toccando il muro di pietra, ha avvertito la vibrazione di un uomo trattenuto in catene e terribilmente torturato: le cronache del tempo, infatti, raccontano di un prete caduto in disgrazia dei baroni prima imprigionato e poi assassinato nella sua chiesa.