Giallo Vaticano. Titolo forte e intrigante, quello scelto dalla redazione di Servizio Pubblico Più per la puntata di approfondimento andata in onda ieri sera, giovedì 13 giugno. Quale verità si cela dietro la rinuncia di papa Benedetto XVI? Da quanto si comincia a capire, l’intento di Joseph Ratzinger era quello di ricondurre la Chiesa a una purezza originaria. Cosciente della corruzione attorno ai suoi appartamenti, in tutti modi ha cercato di far fronte a ogni tipo di attacco, ma alla fine ha dovuto desistere. Tutto non può essere imputato al maggiordomo Paolo Gabriele. Anzi, sembra che questo semplice funzionario possa aver tentato di arginare la marea nera che avrebbe travolto il Papa prima di essere egli stesso condannato come vittima sacrificale. Ma da chi? Le rivelazioni fatte da un cardinale rimasto volutamente anonimo, raccontano di peccati gravi, di cordate in movimento pronte a scalare il potere e decidere in anticipo il successore del pontefice tedesco. Oltre ai sospetti di trame che celerebbero lussuria e piaceri sessuali proibiti, pedofilia e omosessualità, lo spettro dello Ior e dei suoi terribili segreti continua ad aleggiare. Le complesse transazioni eseguite all’interno dei sistemi della banca vaticana sembrerebbero garantire il maneggio di denaro mafioso, capitali provenienti dall’evasione fiscale, mazzette milionarie. Un autentico dramma, quello in atto. Un dramma dalle radici storiche, secondo la lettura offerta da Michele Santoro, perché al centro di tutto quanto sta accadendo, pare esserci la figura del sacerdote. Allora è vero, quando alcuni analisti sostengono che la situazione attuale è dettata dallo scisma che ha fratturato la cristianità e in cattolici e protestanti nel lontano rinascimento. Poi, improvvisamente cosa è accaduto? Che un Papa tedesco ha deciso di compiere un gesto inatteso: la rinuncia. Un monito dirompente. Un insegnamento sconvolgente.
Il ministero è un servizio e non un potere. Il Papa è un uomo, non un idolo irraggiungibile e intangibile. L’elezione di papa Francesco ha riaperto la questione. La Chiesa deve tornare alle sue origini. Il sacerdozio deve essere rivisto e chissà che non arriverà il tempo dei preti sposati, della trasparenza evangelica. Allora le potenti lobbies delle quali si sospetta l’esistenza, sono una verità? Lo scandalo Vatileaks, sempre secondo la trasmissione, ha inizio durante gli ultimi mesi di vita di Giovanni Paolo II, quando Paolo Gabriele viene assunto come vice-maggiordomo ovvero, addetto alle pulizie negli appartamenti apostolici. Una carriera importante, sempre vissuta a diretto contatto con il Papa e i suoi più stretti collaboratori. Quando il pontefice muore, nel testamento che lascia ordina al suo segretario don Stanislao, di distruggere tutti i suoi appunti personali. Con certezza, si sa che l’enorme archivio personale di Papa Woytila, viene trasferito nella Dom Polski, un complesso residenziale destinato all’accoglienza e all’ospitalità di preti e prelati polacchi. Ancora oggi, quelle carte sono inaccessibili e segrete. Cosa nascondono? Una prima pista è la pedofilia. Il servizio ha presentato la triste storia di don Ruggero Conti, condannato a quindici anni di carcere per avere abusato di sette raggazzini quando era parroco di Selva Candida, un quartiere dormitorio all’estrema periferia di Roma. Un dramma enorme, come una delle vittime ha raccontato, dove non mancano, ancora oggi, nelle coscienze di coloro che hanno subito gli abusi, dolore e sensi di colpa.
Per anni le sevizie sono continuate e questo sembra, malgrado le denunce fatte arrivare fin sul tavolo di vescovi e alti prelati. Il prete seguiva un rituale consolidato, come le vittime hanno raccontato. Interi gruppi di ragazzi erano spesso ospiti in canonica dove cenavano assieme a don Ruggero e spesso si fermavano a dormire con lui. Il testimone rimasto anonimo, ha raccontato come negli abusi venissero guidati dal sacerdote con estrema dolcezza e spinti fino all’estremo. Atti indicibili, che il giorno dopo, per vergogna, venivano prontamente rimossi dalle vittime stesse. Ma chi ha ostacolato le indagini su questo scandalo? I genitori associatisi per ricorrere alla giustizia, hanno raccontato di aver subito minacce di ogni genere durante il processo istruito contro don Conti. Possibile che nessuno sapesse?
L’intreccio è oscuro. Alla morte di Giovanni Paolo II e con l’elezione di papa Benedetto XVI, Paolo Gabriele viene promosso maggiordomo. Ogni giorno lavora a stretto contatto con il Papa e il suo segretario personale, monsignor Georg. Tutto sembra avere preso corpo in quei giorni, quando papa Ratzinger manifesta a padre Georg la volontà di raccogliere un archivio personale. Per le mani del maggiordomo incominciano a passare documenti di ogni genere. Sbirciandoli, s’accorge del livello di corruzione che serpeggia all’interno dei sacri Palazzi e cosa decide di fare? Difendere la Chiesa e il Papa. Quanto fuoriesce da quelle stanze è travolgente. Calunnie, accuse reciproche, intrighi. Collusione di alti prelati con ogni tipo di potere e vizio fino all’ipotesi dell’esistenza di una potente lobby gay operante all’interno delle mura Vaticane stesse e in gradi di gestire e pilotare il potere. La domanda è questa: come userà la Relatio lasciata da Benedetto XVI, Papa Francesco? Le premesse sono di questi ultime giorni.