La trasmissione La guerra dei 20 anni: lo scontro finale, in onda giovedì 20 giugno, ha avuto inizio ricordando i fatti accaduti nelle ultime ore e ossia la decisione della Corte Costituzionale di respingere il ricorso presentato dai legali d Silvio Berlusconi rivolto al legittimo impedimento e nello specifico allorché il Tribunale di Milano decise di non riconoscere allex Premier il legittimo impedimento di essere presente in aula in quanto impegnato in un consiglio dei Ministri. Secondo quanto evidenziato dal conduttore, questa decisione farebbe presente come spetterebbe ai magistrati decidere se un consiglio dei ministri sia o meno indispensabile. Si parla insomma di indipendenza della politica, della tempistica di alcune decisioni di procedere con processi e che avrebbero influenzato gli elettori nelle urne durante le tornate elettorali. In questo appuntamento viene posto il focus in particolar modo sul processo Ruby che il prossimo 24 giugno dovrebbe arrivare a produrre la sentenza di primo grado. Un processo nel quale Silvio Berlusconi è imputato per i reati di concussione e prostituzione minorile anche stando alle dichiarazioni della stessa Ruby, lei non ha mai avuto rapporti sessuali con il leader del Popolo della Libertà. Per Berlusconi sono stati chiesti 6 anni di carcere e linterdizione perpetua dagli uffici pubblici. Viene mandato in onda una ricostruzione dellevoluzione del processo Ruby e soprattutto di come si sarebbero svolti i fatti. Il tutto ha avuto inizio il 27 maggio 2010, quando in Corso Buenos Aires a Milano due agenti della polizia arrestano Ruby in quanto cera stata una segnalazione secondo cui aveva rubato circa 3 mila euro presso la casa di unamica che la ospitava. Essendo senza documenti viene portata in Questura ed è proprio qui che entrano in scena due altri personaggi centrali della storia ed ossia il Capo di Gabinetto Ostuni e il Commissario di Polizia Giorgia Iafrate. Verso le 23.00 arriva in Questura la telefonata dellallora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che segnalava la presenza di quella che lui credeva essere la nipote dellallora leader egiziano Mubarak. Telefonata che lui avrebbe fatto per evitare possibili tensioni politiche con lo stesso Paese Egiziano. Tuttavia poi si scopre che Ruby è minorenne. Nella telefonata di Berlusconi inoltre, si sarebbe fatto presente come la ragazza potesse essere affidata allallora consigliera della Regione Lombardia Nicole Minetti onde evitare che Ruby potesse passare la notte in una comunità. Berlusconi era a conoscenza del fatto che Ruby fosse la nipote di Mubarak in quanto sarebbe state lei stessa a farlo presente nel corso di una festa ad Arcore. Secondo la ricostruzione resa dagli stessi funzionari, non ci sarebbero state pressioni da parte di Berlusconi sul fatto di affidare la ragazza alla Minetti bensì fu una decisione presa dal commissario Iafrate in quanto appurato che non vi fossero posti liberi nelle comunità milanesi, onde evitare che potesse passare una notte in carcere al fianco di malviventi, di sua spontanea iniziativa avendone titolo, la Iafrate decise di prendere questa decisione. Secondo laccusa invece, Berlusconi ha fatto pressioni ai funzionari affinché avvenisse ciò, quindi commettendo il reato di concussione al fine di coprire un altro reato e ossia prostituzione minorile anche se Ruby ha evidenziato più volte di non avere mai avuto rapporti sessuali. Secondo i pm sia i funzionari che la stessa Ruby stanno mentendo e quindi hanno richiesto una pena di 6 anni di carcere e linterdizione perpetua per Silvio Berlusconi. Su queste basi il prossimo 24 giugno, i giudici del Tribunale di Milano sono chiamati a esprimere la sentenza. Vengono mandati in onda alcuni stralci della requisitoria della accusa rappresentata dal pm Ilda Boccassini, avvenuta il 13 maggio 2013, dellarringa del 6 giugno dellavvocato di Berlusconi, Stefano Ghedini e le testimonianze rese in aula dal Capo del Gabinetto Piero Ostuni, dal commissario di polizia Giorgia Iafrate e dal Pm per i minori Fiorillo. La Boccasini parla di pressioni fatte da Berlusconi abusando del suo ruolo di presidente del Consiglio al fine di avere quello che viene definito un indebito vantaggio teso a fuor uscire dal controllo della autorità Ruby. Berlusconi nella sua spontanea deposizione evidenzia come lui in quella serata, chiamò Ostuni soltanto per chiedere informazioni su quanto stesse accadendo palesando come la ragazza in questione fosse la nipote di Mubarak e che stava per arrivare in Questura Nicole Minetti per facilitare lidentificazione. Secondo laccusa invece, Berlusconi fece pressioni affinché venisse affidata alla Minetti che a sua volta laccompagnò a casa di una prostituta di nome Conceicao. Ostuni conferma le parole di Berlusconi e come chiese al commissario Iafrate di cercare di accelerare il tutto.
Quest’ultima fa presente di aver deciso in piena indipendenza di voler affidare Ruby alla Minetti non mandandola in una comunità, contravvenendo alle disposizione della pm per i minori Fiorillo. La Iafrate però, ricorda come non essendoci nessun reato imputato a Ruby, il ruolo della pm era soltanto di consulenza e quindi non vincolante. Viene quindi mandata in onda l’intervista realizzata all’onorevole Valentino Valentini che all’epoca dei fatti si trovava insieme a Berlusconi raccontando di come fu lui a suggerire quella telefonata onde evitare tensioni politiche con l’Egitto e inoltre fu proprio lui a effettuare quella chiamata per poi passarla a Berlusconi. Valentini conferma la ricostruzione data da Berlusconi e come l’anno prima avesse avuto una piccola discussione con Mubarak sull’eventualità che effettivamente Ruby fosse la nipote del leader egiziano che fece intendere che probabilmente fosse vero. Nell’ultima parte della trasmissione vengono mandate in onda alcune interviste e deposizioni in aula da parte di Ruby nelle quali ammette di aver mentito sulle proprie generalità e sulla sua età ribadendo però di non aver mai avuto rapporti sessuali con Berlusconi.