Renato Brunetta contro Che tempo che fa. La trasmissione, condotta da Fabio Fazio su Rai Tre, è finita al centro di una interrogazione presentata dal presidente del gruppo parlamentare del Pdl alla Commissione di vigilanza Rai. Il programma, fa sapere Brunetta, che fa della legalità la sua bandiera e del moralismo la sua cifra programmatica, ha disatteso clamorosamente le norme che impongono alle reti televisive di servizio pubblico la salvaguardia del pluralismo e il rispetto dellequilibrio dei punti di vista. Emerge infatti che nel periodo compreso tra il 30 settembre 2012 e il 26 maggio 2013, su 60 puntate andate in onda su Rai Tre, la trasmissione ha ospitato ben 20 esponenti appartenenti al Partito Democratico o comunque riconducibili alla coalizione di centrosinistra, mentre soltanto 4 sono stati gli ospiti presenti in trasmissione appartenenti alla coalizione di centrodestra. I dati, aggiunge il capogruppo Pdl alla Camera, riferiscono anche di una monotona presenza di intellettuali e giornalisti che poi sono diventati senatori del Pd, come Massimo Mucchetti e Luigi Manconi, e direttori di giornali pressoché tutti riferiti allarea di sinistra. Insomma, tutto questo contrasta con qualsiasi norma giuridica e deontologica, ben consapevole che la tutela del principio del pluralismo non significa lottizzazione numerica degli spazi e degli operatori tra i partiti, ma corretta rappresentazione della pluralità delle posizioni in cui si articola il dibattito politico-istituzionale e delle diverse ispirazioni culturali. Tutte le diverse matrici culturali del Paese hanno dignità e diritto ad esprimere la propria visione progettuale e la propria interpretazione della realtà. Brunetta chiede quindi ai vertici della Rai di giustificare formalmente al Parlamento le motivazioni del mancato controllo sulla trasmissione citata tale da violare apertamente lequilibrio dellinformazione politica, nel rispetto dei principi di tutela del pluralismo, dellimparzialità, della completezza, dellobiettività e della parità di trattamento.



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