Nella puntata di Chi l’ha visto?, in onda mercoledì 26 giugno, si trattano alcune sparizioni: quella della giovane 18 enne Samantha Fava, della ragazza somala Murayo (poi ritrovata) e di Giovanni Solari. Si parla anche di sicurezza stradale, ricordando l’omicidio colposo di Massimo Botti, un ragazzo romano investito e morto sul colpo. Un ampio reportage parlerà del possibile collegamento tra iMarco Accetti, “supertestimone” della sparizione di Emanuela Orlandi, la morte del piccolo Josè Garramon ragazzino zingaro residente a Roma, e la sparizione di Bruno Romano, bambino anch’egli di origini Rom.?Si comincia col parlare del caso di Samantha Fava, ragazza scomparsa lo scorso 18 giugno a seguito delle persecuzioni del suo attuale fidanzato. La trasmissione è in collegamento con sua madre Cosima e il padre Nunzio, i quali parlano delle minacce del ragazzo di Samantha anche verso loro: pare che il motivo dell’allontanamento, volontario o involontario non è dato saperlo ancora, nonostante non sia ancora accertato che si tratti del fidanzato, sia l’estrema gelosia che spesso sfociava in violenza. In trasmissione, per indirizzare verso eventuali avvistamenti, la conduttrice spiega che Samantha è scomparsa da Monza, ma potrebbe trovarsi a Roma visto che aveva alcune amiche nella capitale.?Una carrellata di persone scomparse recentemente fa da preludio a un caso a lieto fine. La presidentessa della camera Laura Boldrini, infatti, è in studio per parlare del ritrovamento di Murayo, ragazza di Mogadiscio costretta a essere divisa dal padre dalla terribile guerra Somala del 1994, e che grazie all’ambasciata italiana ha potuto riabbracciarlo. La bambina, attualmente a tutti gli effetti italiana visto che è stata adottata da una famiglia in patria, è in studio per testimoniare il ricongiungimento al suo vero padre. Le parole della Boldrini tradiscono commozione: “è per questo che trasmissioni come Chi l’ha visto? devono essere tutelate. In questa storia c’è tutta l’umanità di due padri, uno italiano e uno straniero, che si uniscono per il bene di una bambina“. La Boldrini presenta anche un libro scritto da lei che parla proprio della vicenda, intitolato “Solo le montagne non si incontrano“. Il presidente della stradale Luigi Cipriano mostra alcune immagini provenienti da incidenti gravi sulle principali arterie dello stato italiano, sensibilizzando il pubblico verso alcune norme di prudenza da rispettare rigorosamente: non bere troppo prima di guidare, rispettare i limiti e utilizzare i giusti dispositivi di protezione.? E a proposito di omicidio stradale, Chi l’ha visto? racconta il caso di Massimo Botti, ucciso sulla Tuscolana da un Audi che correva a 120 chilometri orari, più del doppio della velocità consentita su quel tratto. Il 27 enne alla guida del veicolo, nonostante fosse ubriaco, all’epoca ha dichiarato: “Andavo di fretta“. Il padre Enrico, la madre e la sorella Silvia lo ricordano con commozione dopo 5 anni, quando nel 2008 la tragica notizia ha sconvolto le loro vite. Si passa al caso Giovanni Solari detto “Nanni”, che domenica 16 giugno è scomparso nel bosco di Cairo Montenotte (Savona). La moglie Anna Miglioli racconta come abbia ricevuto una telefonata in quel pomeriggio, nella quale il marito le chiedeva di andare a prenderlo in quanto era rimasto bloccato con la sua auto tra i sentieri del bosco, che lui conosceva a menadito. La moglie accorrerà poco dopo, ma “Nanni” si sarà inoltrato nel bosco per tornare a piedi, smarrendo la strada. Rispondendo al cellulare, il signor Solari ha continuato a insistere e tranquillizzare la moglie riferendo di stare tornando a casa: ma l’orgoglio gli è stato fatale. Inoltrandosi sempre più tra la vegetazione, mentre la moglie ha continuato a chiamarlo, Giovanni Solari si è smarrito fino al punto in cui, la sera, il suo cellulare ha smesso di funzionare. Adesso, come racconta il volontario della protezione civile Simone Adami, a dieci giorni dalla scomparsa, Nanni non è ancora stato ritrovato. Un reportage ritorna sul caso di Emanuela Orlandi, cittadina del vaticano scomparsa ormai da 30 anni. Una ricostruzione mostra come sarebbero andati i fatti secondo la teoria più accreditata: quella del rapimento a sfondo politico-religioso. Tali immagini mostrano anche un corteo in onore della Orlandi e di Mirella Gregori, anche lei cittadina di Roma scomparsa nel 1983, collegata per uno strano caso alla prima. Un appello accorato di sua nonna Maria Orlandi lancia l’ennesimo messaggio: “Dopo tutti questi anni, chi ha fatto questo prenda coraggio e si faccia avanti. Io lo ascolto, venga a bussare alla mia porta“.
Si passa poi a parlare di José Garramon, bambino trovato morto nel 1983 a 24 ore dalla sua scomparsa a Roma, e di Bruno Romano, altro bambino che abitava nel quartiere africano di Roma scomparso il 26 dicembre 2005 e mai più ritrovato. Una serie di ipotesi riconducono a Marco Accetti, uomo che frequentava la pineta di Ostia dove sono scomparsi tutti e due i ragazzi in questione. Tra le altre ipotesi, si pensa a un possibile collegamento tra Josè Garramon e Bruno Romano, che oltre a essere quasi identici nell’aspetto, sembrano scomparsi il giorno di Natale, anche se in due periodi differenti. Accetti, nonostante sia ritenuto estraneo ai fatti, ha dei collegamenti mai accertati con dei casi di pedofilia, a tal punto che, proprio frequentando quella pineta a Ostia, racconta di casi “simulati di pedofilia”. Parla anche di morti inscenate, in una confusa serie di versioni che sembrano del tutto incoerenti. La madre di Josè chiede la riapertura del caso dopo circa 30 anni, in quanto ritiene Accetti colpevole. Incredibilmente, lo stesso Accetti si propone come testimone chiave della scomparsa di Emanuela Orlandi, che egli ricollega a un giro di pedofilia dove, addirittura, egli si era immischiato per indagini personali. Un’ultima carrellata di persone scomparse conclude, dopo quest’ultima misteriosa vicenda, la trasmissione.