Da tempo si parla di una possibile versione gay del trono di Uomini e Donne. Dopo Kevin Cagnardi, concorrente del Grande Fratello 12, che in unintervista ad aprile al settimanale Visto aveva proposto a Maria De Filippi di aprire le porte dello storico programma di Canale 5 a un trono gay, anche Valerio Pino, ex ballerino professionista di Amici, ha recentemente fatto la stessa proposta alla emittente spagnola che trasmette Mujeres y hombres y viceversa (la versione iberica di Uomini e Donne). Ma in una recentissima chat con i suoi fan su Facebook, Maria De Filippi ha spiegato perché lidea di trattare storie damore gay non è al momento fattibile né a Cè posta per te, né a Uomini e donne: Forse Uomini e Donne avrebbe un problema pratico: i corteggiatori avrebbero possibilità di vedersi di incontrarsi anche due volte a settimana e se nascessero storie damore, verrebbe meno lassunto del programma. Per Cè posta, spesso ci ho pensato, sono arrivate delle richieste, ho però una remora: il compagno o la compagna invitato al buio (come il presupposto vuole), laddove non fosse dichiarato, sarebbe contento/a di vedere rivelato il suo orientamento sessuale?. Per il momento quindi nessun trono gay, ma le parole della conduttrice hanno interessato anche la politica italiana. Carlo Giovanardi, senatore della Repubblica (Pdl), intervistato da Klaus Davi, ha così risposta alla domanda sulla possibilità che a Uomini e Donne venga dato spazio allamore omosessuale: Se dovesse andare in onda Uomini e Donne gay, impedirei a mia nipotina minorenne di guardare il programma. A breve verranno criminalizzati e penalmente perseguiti programmi in cui si rappresenta Valentino e Valentina dicendo che è quello il modello. quello che sta accadendo, appena al di là ormai del fatto che una trasmissione televisiva ci racconti Ugo che corteggia Ugo o Maria che corteggia Maria, qui siamo al punto che se uno dice che la normalità è Ugo che corteggia Maria rischia recriminazioni. Che una trasmissione pomeridiana si accodi ad altre mille forme di spettacolo dove se non cè la storia gay sembra che non ci sia la storia, è un segno del conformismo dei tempi e che questo sia diventato il simbolo dellattenzione al tema dei diritti è una cosa veramente singolare. Non tutti la pensano come Giovanardi. Sulla stessa questione si è espresso anche Alessandro Zan, deputato di Sel, al microfono di solito Davi: Personalmente non sono un grande fan di questo tipo di programmi, ma ritengo che aprire alla questione gay anche nei programmi più popolari e con grandi indici di ascolto sia un fatto comunque positivo. Al di là dei miei gusti personali, ritengo comunque che lapertura di Maria De Filippi alla realtà gay sia un fatto positivo. Anche attraverso un programma nazional-popolare come Uomini e Donne è possibile arrivare a tutti gli italiani.