Roby, Dodi, Red: come diceva una famosa pubblicità, basta la parola. Non serve neanche ripeterli, questi tre nomi. Se noi diciamo Roby, Dodi e Red, voi ci rispondete subito: che? State parlando di volpi e cani da caccia!. Ma no, quelli sono Red e Toby, nemiciamici, un vecchio film danimazione della Walt Disney! Vabbè, oggi siamo generosi. Aggiungete una vocale? No, vorremmo aggiungere un vocalist, invece ci accontentiamo di fornirvi un altro particolare: DOrazio. Allora, che vi viene in mente? DOrazio DOrazio Massì, La carica dei 101: DOrazio e Gaspare, i due scagnozzi di Crudelia Demon!. Mannò, non ci siamo proprio. Okkei, non ci resta che lultima carta da giocare, lo Zingarelli, il vocabolario che sa tante cose perché le ha rubacchiate qua e là in giro per il mondo. Se apriamo alla pagina Roby, Dodi, Red, DOrazio, sentite cosa dice: I Pooh sono un quartetto vocale e strumentale intramontabile. Fosse stato un duo, sarebbero diventati famosi con il nome di Po, ma più che immersi tra le note ci avrebbero fatto pensare di essere immersi nellacqua; si fossero sempre esibiti in otto, avrebbero scelto il nome di Poohpooh, e più che tra le note ci avrebbero ricordato che ancora oggi siamo stabilmente immersi in qualcosa di altrettanto noto ma assai maleodorante.
Risolto il mistero, possiamo andare avanti. Ci siamo ricordati dei Pooh solo perché un noto giornale della sera ha iniziato a vendere una collana di 20 dvd sulla loro storia e i loro concerti. Ma non è questo il poohnto. La notizia è che unazienda telefonica che vende esclusivamente suonerie dei Pooh, la Fast-Pooh-eb, ha indetto un concorso nazionale, chiamato Immagina, Pooh-oi, per scovare in giro per lItalia i nuovi epigoni del famoso quartetto intramontabile. E le prime candidature sono già arrivate.
I Poohgili. Complesso che suona una musica molto tambureggiante, il batterista picchia veramente duro. Iniziano il concerto a più riprese, dopo il suono di un gong. La loro canzone più riuscita? Chi fermerà la musica poi dovrà fare i conti con noi!.
I Poohsillanimi. Fanno musica underground per pochi parenti intimi, perché hanno paura ad affrontare il grande pubblico. Cè chi dice che si spaventino anche solo a vedere un palco. Il loro pezzo forte è senza dubbio Chi fermerà la musica non saremo certo noi, non chiedetecelo, non potremmo mai averne il coraggio.
I Poohlcini. Band di teenager inesperti, ma molto promettenti, il cui manager fa loro un po’ da chioccia (d’altronde, gallina vecchia fa buon brodo).
I Poohtiferio. Ingiudicabili, fanno un tal casino!
I Poohlmann. Complesso composto da una cinquantina di elementi, che girano l’Italia in lungo e in largo, a bordo di un bus. La loro canzone più nota è “Noi con voi / voi con noi / ma sul pullman / con chi vuoi”.
I Pooherperi. Sono autori non esattamente di primo pelo, avendo già svezzato generazioni di cantanti e cantautori. Nati come un gruppo rock femminile, provocatoriamente chiamato “Le Ostetriche”, hanno esordito artisticamente alla clinica Mangiagalli di Milano. Ancora oggi cullano sogni di gloria.
I Poohtrefatti. Sosia ultracentenari dei Pooh; alcune fonti affermano che siano nati prima dei Pooh, avendo iniziato la loro carriera nell’immediato dopoguerra (Prima guerra mondiale, s’intende!). Non avendo mai ottenuto il successo sperato, hanno sempre inseguito il sogno di emulare i loro beniamini più famosi. Ma mentre Red, Dodi e Roby hanno scoperto l’elisir di eterna giovinezza, questo non più dinamico trio ha vissuto l’esperienza dell’artrite e dell’osteoporosi. Recentemente hanno inciso il cd “Chi fermerà la stessa musica che ormai suoniamo da decenni”.
I Pooherili. Viziati solo come le vere star sanno essere, prima di salire sul palco fanno sempre le bizze, dei veri e propri capricci; i testi delle loro canzoni sono così elementari e sotto la media che meriterebbero di tornare dritti all’asilo.
I Poohledri. Complesso scalpitante, partito al piccolo trotto, sta raggiungendo al galoppo l’apice del successo e della notorietà. Rappresentano a tutti gli effetti lo zoccolo duro del nuovo rock italiano.
I Poohnkabbestia. Sono i sosia dei Pooh, uguali in tutto e per tutto, solo che suonano e cantano da cani.
I Poohtacaso. Band che fa dell’improvvisazione il proprio cavallo di battaglia (e per questo risultano assai antipatici ai Poohledri). Decidono, infatti, di volta in volta dove suonare, cosa suonare, come suonare e quali sono i componenti della band. Il loro è un successo, quando arriva, del tutto casuale.
I Poohgliesi. Laureati in Lecce, sono ex bari, suonano musica tarantolata, amano i brindisi, si esibiscono con vestiti di foggia assai naif. Hanno sfinito la giuria cantando “Noi con voi fino a Santa Maria di Leuca”.
I Poohntuali. Dalla vicina Confederazione elvetica arriva la versione svizzera dei Pooh: giungono ai concerti spaccando il minuto, rispettano i tempi delle canzoni senza mai sgarrare. Si concedono un solo, unico vizio: grandi quantità di cioccolato (svizzero), che sgranocchiano avidamente alla fine di ogni performance.
I Poohsher. Si spacciano per eredi dei Pooh, la cui musica – dicono – “è come una droga”. Per loro Red è “stupefacente”, Dodi è “uno che buca (lo schermo)”, Roby è “un artista fatto”.
Le Poohstole. Sono l’unica band femminile iscritta al concorso. Quattro ragazzine con l’acne che amano fare il verso ai Pooh. Il loro brano di maggior successo si intitola “Impetigine poohrulenta”.
Gli Hic et Poohnc. Suonano musica punk, ma con testi in esametri dattilici di lingua latina. Memorabili le loro interpretazioni di “Nos vobiscum” e “Qui mos in musica subsisto”.
I Poohffi. Finora è il complesso che più favorevolmente ha impressionato. Eccentrici fino all’inverosimile, con il loro look a dir poco originale (un paio di slip completamente bianchi), hanno provato a riadattare “Nel blu dipinto di blu”, celeberrima canzone di Domenico Modugno, in versione Pooh, ottenendo un discreto successo, nonostante il voto bassissimo a loro assegnato da uno dei giurati, Gargamella.