“Senza fine” è il titolo scelto per la puntata di “Quarto Grado” andata in onda venerdì 7 giugno 2013. Salvo Sottile ha commentato queste due semplici ma terribile parole analizzando nuovamente alcuni casi che da mesi sono al centro della cronaca nera italiana. In primis, come di consueto, quello della scomparsa di Roberta Ragusa, l’imprenditrice pisana di cui non si hanno più notizie da 15 mesi, il cui marito è sospettato di omicidio e di occultamento di cadavere. E poi, la triste storia di un’altra donna, Dina Dore, casalinga di 36 anni che trovò la morte nel 2008, uccisa sotto gli occhi della figlia di tre anni. Una morte che è rimasta un mistero per lungo tempo ma la verità è emersa poi in tutta la sua tragicità: il mandante dell’assassino della mamma di Lavoi non era altri che il marito, Francesco Rocca, da tempo ossessionato dalla passione per la propria amante, che faceva addirittura pedinare. Un omicida che ebbe persino il coraggio di piangere calde lacrime al funerale della moglie (e vittima) ma che poi perse letteralmente il controllo con l’amante. Una mente folle, quella di quest’uomo, come folle è la violenza di Davide Bianchi che ha mandato in coma la propria compagna a suon botte. “Senza fine” è anche il racconto che ha seguito la morte di Sarah Scazzi. La madre vorrebbe la verità e sapere che cosa ha scatenato la follia omicida che l’ha privata per sempre della figlia. Gli approfondimenti di “Quarto Grado” sono proseguito fornendo le immagini del confronto avvenuto in fase processuale tra Sabrina Misseri e e Mariangela Spagnoletti. Tutto ruoterebbe attorno alla parte avuta da Ivano Russo. Pedinamenti, calunnie, gelosia, a giudicare dal comportamento delle donne di casa Misseri, dove la devianza ha assunto toni esclusivamente femminili. L’accusa è stata esplicita riconoscendo nella gelosia il movente che avrebbe condotto alla morte di Sarah. Ancora fotogrammi di vite sospese tra normalità e perversione: come quella del biondino di Garlasco. La sentenza pronunciata dalla corte di Cassazione, ha giudicato Alberto Stasi nuovamente processabile per l’omicidio della ex fidanzata Chiara Poggi. Oggi, lui, il bocconiano dagli occhi di ghiaccio si è rifatto una vita: ha una nuova fidanzata, lavora da un commercialista a Milano e abita ancora con i suoi genitori nel paese alle porte di Pavia che fu scosso per l’omicidio della giovane che lui diceva di amare, massacrata nella sua villetta in pieno agosto. Avrà mai fine tutto questo?