Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che la società ci ha inculcato nel cervello dopo un accurato lavaggio. Parola di Dustin Hoffman, che, in unintervista del 2012 diffusa dallarchivio dellAmerican Film Institute (AFI), che si sta diffondendo nel web in modo virale, torna a parlare, dopo 30 anni, del film Tootsie, diretto da Sydney Pollack, che lo vide protagonista nel 1982. La pellicola racconta la storia dell’attore Micheal Dorsey che, a causa del suo caratteraccio, non riesce a farsi ingaggiare da nessun regista ma che, travestitosi da donna per sostenere un provino, viene scelto per interpretare la protagonista di una serie di successo. L’attore racconta di aver chiesto alla produzione di assoldare i truccatori migliori per trasformarlo in una donna bellissima ma, una volta visitosi nei panni di Dorothy, di essere scoppiato a piangere, accorgendosi immediatamente di aver passato anni a giudicare le donne unicamente per il loro aspetto fisico, lasciando decide agli stereotipi imposti dal sistema che trasformavano la bellezza femminile in un irraggiungibile mito. Per la prima volta, si sentì esattemente come molte donne complessate per il fatto di non corrispondere ai rigidi canoni della bellezza. Parlando con mia moglie, le dissi: penso di essere una donna interessante, quando mi guardo sullo schermo, dice nel video il premio Oscar, e continua: Ma so che se mi incontrassi a una festa, non andrei mai a parlare con quella donna, perché non soddisfa fisicamente i requisiti che siamo stati educati a pensare che le donne debbano avere, perché si chieda loro di uscire una sera… Ci sono troppe donne interessanti che non ho avuto modo di conoscere in questa vita perché mi è stato fatto il lavaggio del cervello. E fu in questo modo che, per lui, “Tootsie”, da commedia che era, si trasformò in un inno a resistere a qualsiasi tipo di brainwashing e a pensare e giudicare con la propria testa e i propri occhi.



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