E se, invece che dal cielo come spesso la fantascienza ci ha abituato a pensare, lapocalisse venisse dagli abissi marini? Se esistesse una fenditura nel Pacifico, un passaggio per dei mostri spaventosi determinati a colonizzare la Terra? Su questa premessa lo sceneggiatore Travis Beachman (lo stesso di Scontro tra Titani) e il regista Guillermo del Toro (Il labirinto del Fauno) hanno costruito la storia di Pacific Rim, un action sci-fi di dimensioni gigantesche. Letteralmente.

Innanzitutto, è imponente. Tutto sullo schermo è abnorme, solo gli uomini sembrano formichine. Gli effetti speciali offrono uno spettacolo completo, dove immagini, suoni e profondità sembrano proiettare lo spettatore direttamente nel mondo straordinario della lotta tra i Kaiju, vagamente simili ai dinosauri ma molto più spaventosi, e gli Jaeger, i loro cacciatori, dei robot enormi pilotati dagli uomini.

Nessuno sa perché i mostri emergano dalle acque e devastino le città, ma, unendo le forze, i governi hanno finanziato un programma di difesa basato sugli Jaeger, enormi robot in grado di abbatterli. Vista la complessità della struttura, ogni Jaeger necessita di due piloti, che devono fondere le loro menti e i loro ricordi per muoversi in perfetta sincronia. E due dei migliori sono Raleigh Becket (Charlie Hunnam) e suo fratello Yanci, che però viene ucciso durante una missione in Alaska. Rimasto solo ad affrontare il dramma, Raleigh non torna in azione per cinque anni, finché il comandante Stacker Pentecost non decide di recuperarlo.

Le cose nel frattempo sono cambiate: il Programma Jaeger è stato dichiarato inefficace e i piloti si sono trasformati da vere e proprie rockstar in reduci di guerra relegati in un angolo. Ma Pentecost non si arrende e vuole continuare a combattere, organizzando la Resistenza nella baia di Hong Kong. Raleigh è il migliore tra i piloti, ma è anche insubordinato e i rapporti tra loro non sono mai stati semplici. Anzi, si complicano quando lui insiste per avere al suo fianco Mako Mori, una giovane pilota che il comandante ha salvato da un attacco dei Kaiju e che cerca di proteggere tenendola lontana dallazione. La determinazione dei due giovani e la minaccia incombente li porta a combattere insieme, salvando lumanità dallestinzione.

La trama si snoda a un ritmo talmente elevato che è impossibile annoiarsi. Le scene d’azione sono mastodontiche, perché alla fine siamo di fronte a una lotta epica tra giganti. I palazzi crollano come se fossero costruiti con i mattoncini Lego, gli oceani sembrano piscine in cui nuotano gli schieramenti di mostri avversari. Chi è cresciuto con i robot dei cartoni animati giapponesi ritroverà molti echi nel film di Del Toro, che si è divertito a inanellare i combattimenti e le devastazioni su larga scala.

È apprezzabile il fatto che non si scada mai nella dimensione “giocattolo” e che sia sfruttato il potere evocativo degli agenti atmosferici per calcare sulla drammaticità degli scontri, in cui la posta in gioco è chiara fin dall’inizio: si lotta per salvare l’umanità.

E la dimensione privata? Quando non sono impegnati a pilotare gli Jaeger, i nostri eroi sono alle prese con i loro demoni personali e con le relazioni all’interno del gruppo, che traggono linfa dall’espediente narrativo della condivisione dei ricordi. È questo aspetto a rendere più affascinanti i robot e interessanti i combattimenti, in cui la fusione delle menti diventa essenziale per non perdere il controllo. Il legame tra Mako e Raleigh è impostato sul lutto che ha segnato entrambi, anche se in modo diverso: peccato che non raggiunga mai un vero e proprio picco romantico. La rivalità maschile tra i piloti, invece, non aggiunge niente alla trama e appare piuttosto un riempitivo.

La scelta del cast è indovinata (ottima la decisione di affidare la parte di Mako a Rinko Kikuchi, delicata e tosta al tempo stesso) e non manca nemmeno un lato comico, affidato all’interazione tra gli scienziati interpretati da Charlie Day e Burn Gorman e al bizzarro personaggio di Hannibal Chau, un pirata che trae profitti dalla vendita di pezzi di ricambio per Kaiju.

Un filmone che piacerà a chi nel cinema cerca un’esperienza aliena dalla realtà quotidiana, dove i mostri sono distrutti e i giovani ribelli ma generosi trionfano. Insieme agli effetti speciali.