Coshanno in comune Josè Mourinho, lhombre del favoloso triplete nerazzurro, Susanna Messaggio, presentatrice con doppia laurea al seguito, gli attori Claudio Amendola e Johnny Depp, lex cestista americano Michael Jordan, il regista Quentin Tarantino, la non più parlamentare Irene Pivetti, il cantante Eros Ramazzotti, lattuale signora Tronchetti Provera, meglio conosciuta come Afef Jnifen (una cena gratis, offerta dai ComiCastri, a chi ne pronunciasse correttamente il cognome), la pornostar Maurizia Paradiso, la burrosissima presentatrice Antonella Clerici, lolimpionico campione di salto con lasta Sergej Bubka? Avete 10 secondi per rispondere tempo scaduto, ve lo diciamo noi:
SONO TUTTI SUOI COSCRITTI! Ma mentre loro, chi più, chi meno, sono ancora sulla cresta dellonda, del nostro si sono perse le tracce. Ma noi ComicAstri, da buoni segugi abituati alle imprese impossibili, non ci siamo persi danimo. Ficcanti come unapparizione televisiva di Marco Travaglio, implacabili come un editoriale domenicale di Eugenio Scalfari su Repubblica, decisi ad andare fino in fondo come Ilda Boccassini, costi quel che costi, ci siamo buttati sui flebili indizi che avevamo a disposizione, riuscendo dopo non poche fatiche a centrare lobiettivo: unintervista in esclusiva col nostro personaggio.
Cinquantanni compiuti proprio due giorni fa, una sfavillante carriera televisiva, che lo ha visto mattatore protagonista soprattutto negli anni 60-70, Calimero, il celeberrimo Pulcino Nero, ci accoglie nella sua bella villa di Gallipoli, da ormai una decina danni diventato il suo quartier generale. Daltronde, dove poteva sistemarsi un ex pulcino, oggi diventato un impettito galletto di mezzetà (con tanto di cresta dordinanza, garretti e bargiglio rosso vermiglio compresi), se non nella splendida località salentina, dove vive appartato in compagnia della sua fida compagna LAja, una splendida creatura di origini olandesi?
La perplessità dei primi momenti del nostro approccio (Ma chicchirichì credete di essere voi due, per venirmi a disturbare?) lascia il posto al compiacimento di sentirsi ancora uno famoso, nel poliedrico mondo dello spettacolo. E alle nostre domande, si ringalluzzisce immediatamente.
E tornato Carosello, cosa ne pensa?
Mi sembra una frittata di spot, che nulla hanno a che fare col Carosello dei miei tempi. Allora, ci si conosceva tutti, e tutti ci si voleva bene. Ora vedo tanti galletti nello stesso pollaio, nessuno però con la stoffa del gallo da combattimento.
Che tipo era Calimero nel 1963, al suo esordio in tv?
Uno già troppo avanti rispetto al suo tempo. Avevo già intuito che la pubblicità sarebbe potuta diventare la vera forza trainante el piccolo schermo. Per questo ho scelto sin da allora un prodotto di grande impatto, quale la linea di detersivi della Mira Lanza. Piatto ricco, mi ci ficco. Mai stato un pollo in vita mia, Mastrota mi dovrebbe fare un monumento (o almeno regalarmi una batteria di pentole), grazie a me ha trovato la strada spianata.
Ha una compagna olandese. Ma a proposito di Olanda, che fine ha fatto lOlandesina, quella che alla sua battuta Eh, che maniere! Qui tutti ce l’hanno con me perché io sono piccolo e nero… è un’ingiustizia però rispondeva: Calimero, tu non sei piccolo e nero, sei solo sporco! e la immergeva nella tinozza insaponata?
Ho lavorato a lungo con lei: una professionista esemplare. Ma sarò franco: fuori dal set, mi si consenta il termine, da brava olandese era proprio una gran… zoccola! Il nostro connubio, che continuò per parecchi anni anche nella vita privata, si ruppe solo quando venni a sapere della sua liaison con Pippo Potamo, quel fetido animale che sponsorizzava i pannolini della Lines. Quel che più mi rattrista, è che lui fu solo uno dei tanti. E io un povero ingenuo. Oramai sono quindici anni che non la vedo e non la sento più…
Perché la scelta di un nome così strano come Calimero? Ha forse qualche riferimento alla lingua greca, visto che kalimera significa “buona giornata”?
Sì, certo, il mio nome deriva dal greco. Originariamente, avrei dovuto chiamarmi Pulcino Bongiorno. I miei collaboratori di allora avevano studiato e preparato un jingle, che se non ricordo male diceva “Col Pulcino Bongiorno, il pulito ha l’oro in bocca”. Ma, a causa delle forti pressioni subite da un noto presentatore, che di nome faceva Mike, fummo costretti a cambiare il nome in Calimero, il Pulcino Nero. Ed anche le mie storie divennero un po’ più… noir.
Che cosa ha fatto in tutti questi anni, dopo avere abbandonato la televisione italiana?
Non sono certo rimasto con le zampe in zampa (personalissima interpretazione del detto “con le mani in mano”). Ho girato qualche film, ricordo tra gli altri “Gallo Cedrone” di Carlo Verdone e soprattutto “Per favore, non tirarmi il collo” del grande Roman Pollansky; ho voluto mettermi alla prova come scrittore (sapevo di non essere certo una zampa di gallina), con il romanzo breve “Se questo è un uovo”, firmato con lo pseudonimo di Primo Levi-il-guscio-e-solo-dopo-puoi-fare-la-frittata. Ho aperto varie scuole di recitazione, le più famose a Santa Teresa di Gallura, in Sardegna, e a San Gallo in Svizzera, dove sono passate parecchie delle nostre attrici nostrane, giovani gallinelle che recitavano da cani. Con me hanno avuto la possibilità di imparare un mestiere, oltretutto molte sono rimaste legate alla mia factory.
Un’ultima domanda. Progetti per il futuro?
(Ci scruta, ha una sigaretta Gauloises in bocca, un boccale di Becks a portata di becco e un piatto abbondante di Riso Gallo Blond pronto per essere scodellato; ci fissa dritto nell’albume degli occhi, pronto a sentenziare) Non ho più molto da chiedere alla vita, sono sempre stato un tipo molto concreto: meglio un uovo oggi che una gallina domani. Che posso pretendere di più? Ho una memoria da elefante: e se guardo al mio passato, a tutto quello che ho fatto, mi viene ancora la pelle d’oca. Ma non ho mai avuto grilli per la testa. Ho una bella moglie, che può permettersi ancora di fare la civetta, nonostante sia quasi mia coetanea (perché ricordatevi sempre: gallina vecchia fa buon brodo). Non credo di aver mai preso in tutta la mia esistenza lucciole per lanterne. Perciò, tagliamo la testa al toro: la televisione mi ha dato molto, ma a caval donato non si guarda in bocca. E già che parliamo di bocca, auguro ai miei spero ancora numerosi fans un sincero in bocca al lupo!