Prosegue a Firenze lo spettacolo Tutto Dante di Roberto Benigni con cui lattore toscano concluderà la lettura dell’Inferno iniziata nel 2006. Dopo il successo delledizione 2012, che ha portato in Piazza Santa Croce circa 70 mila spettatori, Benigni torna con l’esegesi e la lettura di altri dodici canti della Divina Commedia, dal XXIII al XXXIV dell’Inferno. La prima parte dello spettacolo, però, è dedicata all’attualità e all’analisi in chiave satirica dei fatti più recenti della storia italiana, e Benigni ne ha davvero per tutti. Si inizia da Alfano e il discusso caso Ablyazov che ha portato al voto del Senato con cui è stata respinta la mozione di sfiducia nei confronti del ministro dellInterno: Alfano ha detto che sul Kazakistan non sapeva niente: guardando Alfano, si capisce che non sa niente, spiega Beningni. Gli hanno detto guarda che c’è la moglie di un dissidente e perseguitato, credeva fosse Veronica Lario. E il Pd cosa fa?, si chiede quindi l’attore, Si divide anche su questo. Non hanno chiesto le dimissioni del ministro degli Interni: l’unica che si è dimessa è la Idem, del Pd, l’unica che in quel partito aveva vinto qualcosa. Immancabile il commento sul caso Calderoli-Kyenge: In Italia ci sono anche persone sensibili, dolci: Calderoli. Io gli voglio bene come se fosse normale. Il vicepresidente del Senato Calderoli ha detto che il ministro Kyenge gli fa venire in mente un orango: la cosa più terribile di questa frase è ‘Calderoli vice presidente del Senato’. Lui ha chiarito: l’ho detto in senso estetico – continua Benigni – Magari temeva che i leghisti che lo stavano a sentire pensassero l’avesse detto in senso filosofico kantiano. Poi, la stoccata finale su Berlusconi: Letta? doveva venire qui stasera: l’hanno fermato a Scandicci i carabinieri ma Berlusconi ha telefonato: lasciatelo andare, è il nipote di Gianni Letta.