Questa sera, lunedì 22 luglio, va in onda su Rai Uno Il cane di terracotta, secondo episodio della seconda stagione della serie Il commissario Montalbano, trasmesso per la prima volta il 9 maggio 2000. Tra aprile e maggio sono stati trasmessi, sempre su Rai Uno, i quattro nuovi episodi della nona stagione, che hanno riscosso un grandissimo successo: la media complessiva è stata di ben 10.2 milioni di spettatori, con un picco di quasi 11 milioni durante lepisodio finale. La media di share è stata del 35%. Ma anche le repliche delle avventure del Commissario Montalbano continuano ad appassionare gli italiani: settimana scorsa l’episodio La forma dellacqua ha conquistato 5.597.000 spettatori pari al 26.21% di share.



Ne Il cane di terracotta il commissario Montalbano (Luca Zingaretti) riceve la confessione del boss Tanu U Greco, il quale vuole ritirarsi dall’organizzazione criminale mafiosa che non segue più l’antico codice d’onore. Ma la mafia non permette agli affiliati di andarsene e temendo che possa parlare lo uccide. Prima di morire l’anziano capomafia rivela a Montalbano l’esistenza di un arsenale di armi per la malavita nascosto in una grotta fuori dal paese. Nella grotta viene scoperta anche una camera segreta in cui vengono trovati due scheletri accanto ai quali c’è un grosso cane di terracotta e un piattino con delle monete. L’esame sugli scheletri rivela che si tratta d due giovani assassinati nei primi anni Quaranta.



Trattandosi di omicidio e incuriosito dallo strano rituale con cui sono stati sepolti, Montalbano decide di indagare, ma deve prima occuparsi del traffico d’armi. Gravemente ferito in un attentato organizzato dalla malavita per impedirgli di proseguire le indagini, il commissario impiega il periodo di convalescenza per cercare di svelare il mistero della grotta. Montalbano inizia a documentarsi sui rituali funebri antichi e scopre delle affinità fra la macabra messa in scena della sepoltura dei due giovani e il mito della grotta di Efesto. Alcuni anziani di Vigata raccontano al commissario la misteriosa sparizione, proprio nei primi anni Quaranta, di una certa Lisetta. La ragazza aveva un cugino Lillo Rizzitano, il proprietario del terreno dove si trova la grotta: il giovane si era appena laureato con una tesi sul mito di Efesto e le sue varianti. 



Grazie all’aiuto dell’anziano Preside Burgio, Montalbano scopre che i morti, Lisetta e Mario, erano stati uccisi durante la guerra da un sicario del padre di lei, possessivo e violento fino all’incesto. Montalbano si mette quindi sulle tracce di Lillo, ancora vivo ma residente in un’altra città. Ma è l’anziano s presentarsi dal Commissario per rivelargli di essere stato lui a sistemare i due corpi nella grotta col cane e le monete, perché una notte del 1943 Lisetta si era rifugiata a casa sua sconvolta…