Non ve lo nascondiamo, abbiamo un debole per gli animali. Anche per quelli, come il gorilla o il leone, che deboli proprio non sono. A noi gli animali sono sempre piaciuti, sin da quando, ComicAstrucoli imberbi, erano i nostri compagni di giochi preferiti. E anche oggi che stiamo incanutendo, oggi che il gentil sesso non si cura più di noi (non ci considera proprio, per dirla tutta!), oggi che la sovrabbondanza di colesterolo cancella la memoria di storiche serate intorno a una tavola sapientemente imbandita e ricca di ogni ben di Dio, loro rimangono una delle pochissime consolazioni della vita. Ci chiedono veramente poco, del cibo e un po di affetto. Comunque sempre pronti a mostrarci la loro fedeltà, a offrirci, nel momento più inaspettato, come ci insegna lemerito prof. Umberto Veronesi, lezioni di umanità. Se uno ama gli animali, è per sempre; e se uno ama gli animali, li ama tutti. Ma proprio tutti.

Si, perché, diciamo le cose come stanno, è sin troppo facile imbastire una campagna di sensibilizzazione contro lestinzione dellorangutan di Sumatra, scendere in piazza, magari con Moni Ovadia, a raccogliere firme a favore dellorso polare, organizzare un evento green per il tonno rosso dell’Atlantico (Red Canzian dei Pooh stravede per il pesce simbolo del Mediterraneo, sarà per via del nome), invitare Fiorella Mannoia a cantare in difesa del rinoceronte di Giava (per te scioglierò i capelli / con te scenderò dal monte / il passo deciso e fiero / il corno uncinato in fronte / le orme diventan strada / fratello stringimi forte / per sempre una cosa sola / ti amo, rinoceronte!), partecipare con Alba Parietti e Licia Colò a una serata dalta moda per la farfalla monarca, proporre una biciclettata ecologica per il tricheco del Pacifico, in compagnia di Folco Quilici, preparare con Anna Oxa una raffinatissima cena vegana di piazza, per raccogliere fondi per la tartaruga liuto (anche la nonna può mangiare vegano!), organizzare, con laffettuosa complicità di Nichi Vendola, un mercatino eco-equo-solidale per i pochi pinguini di Magellano rimasti in Patagonia. Facile, troppo facile Perché se uno vuole fare lanimalista, deve andare fino in fondo. Costi quel che costi.

Spieghiamoci meglio: è arrivata lestate, e i soliti sconsiderati, come sempre, purtroppo, troveranno la maniera di abbandonare i cani. Gesto incivile e reato perseguito in Italia con larresto fino a un anno, o con lammenda da 1.000 a 10.000 euro. Il claim di questanno Chi abbandona un cane lo condanna, focalizza immediatamente il problema, chiamando direttamente in causa i proprietari dei cani. Le povere bestie, tuttavia, incasseranno comunque una buona dose di visibilità mediatica, conquistano la solidarietà della gente, raggiungendo la simpatia di un intera nazione. Ma, e qui sta il punto Chi pensa, per esempio, alle zecche?

Considerate dalla maggioranza dei più come pericolosi parassiti, sono in realtà – a loro modo, certo! – simpatici animali da compagnia, la cui unica colpa è quella di “frequentare” il cosiddetto miglior amico dell’uomo in maniera un po’ troppo… ravvicinata. Queste bestioline sono invece dotate di intelligenza non comune, disdegnano il branco, preferendo vivere appartate, per studiare scrupolosamente l’ambiente che li circonda. Dovessero inventare dei test universitari apposta per loro, scommettiamo che le azZECCHErebbero tutte?

Perciò, contrariamente a molti, a noi la zecca è già simpatica per il nome (se si pensa alla Zecca di Stato, i nostri piccoli amici potrebbero essere dei simpatici portafortuna), se è vero, come è vero, che appartiene alla famiglia delle nuttalliellae, con un nome così poco latino, quasi sicuramente di origine napoletana (“…adda passà ‘a nuttalliella…”). Perciò, noi ci siamo fatti promotori di un’iniziativa, chiamarla singolare è dir poco, che sta già riscuotendo consensi un po’ dovunque, seppure i mass media – probabilmente a causa delle forti pressioni di un gran pezzo… da 90, quale è l’ex ministra Michela Vittoria Brambilla, leader della lobby cinofila italiana – stentino a dare risalto alla notizia.

Eppure qualcosa si muove. Il senatore Antonio Di Pietro ha disposto che i proventi della sua prima autobiografia non autorizzata, di prossima uscita, dal titolo “Che c’azzecca?” siano destinati all’AIAZ (Associazione Italiana Amici della Zecca). Il rocker Vasco Rossi ha rilasciato un’intervista ad Edoardo Stoppa di Striscia la Notizia, nella quale si è detto certo di riuscire a convincere i suoi compaesani a modificare il nome del suo paese natìo da Zocca a Zecca.

Dal canto suo, l’Antoniano di Bologna proporrà alla Rai, che produce e manda in onda lo spettacolo, di chiamare il tradizionale appuntamento annuale con la canzone per bambini “La Zecchina d’Oro”. Si è mossa pure la Regione Sardegna, che ha deciso di produrre 1000 esemplari di bottiglie del tradizionale mirto locale, in un’edizione speciale, esclusiva e ad alta gradazione, che chiamerà Zecca Piras. Un importatore olandese si è proposto per fabbricare sul territorio italiano le tipiche calzature olandesi, battezzandole col nome di zeccoli. 

La Peta, People for the Ethical Treatment of Animals,  la famosissima organizzazione no-profit per i diritti degli animali, che mette a nudo le modelle più famose a sostegno delle sue benemerite iniziative, lancerà in Italia un inedito calendario, chiamato Uscire allo scoperto. Mentre nel 2012 fu la nostra Elisabetta Canalis a spogliarsi (forse per vestire l’iniziativa di un significato forte, quale la dissuasione dall’uso delle pellicce da derivazione animale), quest’anno, trattandosi di una bestiolina dalle dimensioni estramemente piccole, a spogliarsi sarà chiamata l’attrice e soubrette Luciana Littizzetto.

Tutto questo “movimento” intorno alla zecca, ci rende fieri di aver dato corpo ad un’iniziativa che farà certamente molto discutere, ma che riporta nell’alveo di un maggior equilibrio la battaglia dei diritti degli esseri viventi, perciò di tutti gli animali, dal più mastodontico al più minuscolo. Viva la balenottera azzurra (l’animale più grande del mondo), viva la zecca, viva l’Italia!