Alla vigilia delle vacanze, molte domande ci rosicano dentro. Ad esempio, cosa fanno gli italiani sotto lombrellone? Le statistiche più aggiornate ci dicono che: il 3% dorme (il nonnino che si alza alle 5 di mattina, fa la sua passeggiatina sulla battigia, alle 10, che è lora della statistica, avendo già mandato a memoria la sua copia della Gazzetta dello Sport, che fa? Dorme!). Il 7%, indipendentemente dal fatto che sia maschio o femmina, broccola (indicasi, col termine broccolare tutta una serie di azioni tuttaltro che casuali, atte, come si suol dire, a conoscere meglio, in un primo tempo, per poi, nellordine, abbordare, rimorchiare, provare un approccio di tipo sessuale leggero, fino allapoteosi del broccolamento, che preferiamo lasciarvi immaginare. Il bel tacere non fu mai scritto). Il 13% gigioneggia col cellulare, lmp3, lipod, lipad, il tablet e aggeggeria affine. Il 21% continua tenacemente a fare ciò che durante lanno combina in ufficio (si porta il lavoro financo in spiaggia, direte voi? No! Semplicemente, non fa niente. Niente? Si, nihil, nothing, rien, nichts, una beata fava!). Il 25% gioca a carte, a piattelli, a biglie, a castelli di sabbia, gioca a spararle grosse col vicino di sdraio. Basta che giochi ed è contento (e stiamo parlando di adulti, ben inteso). Ma sapete cosa fa il 31% di italiani che sta sotto lombrellone? Legge, perbacco! Chi lavrebbe mai detto? La lettura è il passatempo preferito.

A dire il vero, anche i patiti dellabbronzatura, cioè coloro che di stare sotto lombrellone proprio non ne vogliono sapere, amano i libri: infatti, molti leggono sopra lombrellone, con lunico inconveniente che, da sdraiati, si è costretti ad assumere una posizione supina arcuata assai scomoda, che certo non porta benefici né alla colonna vertebrale, né tantomeno alla lettura; per gli amanti invece della posizione prona, ma sempre sopra lombrellone, diventa fondamentale la posizione del coccige, che deve evitare di entrare in conflitto, cioè in sovrapposizione, con lestremità superiore del corpo centrale del telaio, il cosiddetto bastone. Ci siamo intesi? Se no, son dolori. E per quelli che non vanno al mare? La lettura rimane al primo posto anche per gli amanti della montagna, dei laghi, delle città darte e di tutte le altre mete possibili.

Già, ma cosa leggono gli italiani in vacanza? L1% legge solo il menù alla carta del ristorante, il 4% il conto dellalbergo, maledicendo lora e il momento in cui ha portato il fidanzato della figlia e limmancabile suocera, il 12% i libri del secondogenito, rimandato anche questanno in materie leggere e piacevoli da imparare, quali italiano, filosofia e storia dellarte. La stragrande maggioranza degli italiani, l83%, legge libri gialli. Vediamo di capirci di più. Siamo un popolo sotto stress: le tasse, il mutuo, la rata dellauto, lIva, lIrpef perché dovremmo smettere di stressarci per sole due settimane allanno? Tanto vale mantenersi in allenamento. E cosa cè di meglio di un bel libro giallo?

Alcuni cenni di storia: i ben informati dicono che i libri gialli devono il proprio nome al fatto che, essendo letti soprattutto d’estate, quando il sole è cocente, ingialliscono prima degli altri. Ipotesi suggestiva, ma inverosimile. La vera origine del termine è cinese. Fu uno scrittore di quelle parti, Setimiro Mori (1831-1902), a pubblicare sul settimanale “Sudoku Tamagotchi” (più o meno equivalente alla nostra “Settimana Enigmistica”), il primo romanzo a puntate di genere, dal titolo “Xiong Sha bin Huáng Hé” (in italiano: “Assassinio sul fiume Giallo”). La storia ebbe un successo di critica e pubblico clamoroso, a tal punto che altri scrittori cinesi si cimentarono, ambientando questo tipo di storie proprio sul fiume Giallo: ricordiamo, tra i più famosi, Tifendo Konlamoto-sega (“Quando il fiume giallo si tinse di rosso”), Tamatso Etuchido (“I misteri del fiume Giallo”), Kinota Hindizi (“Gialla è la traccia sul fiume Giallo”), Stekkito Kamikaze (“Vivere e morire sul fiume Giallo”), Digerito Ignokki (“Itterizia sul fiume Giallo”). Da allora, il termine “giallo” ebbe risonanza internazionale, e ancora oggi viene usato in tutto il mondo.

Ma quali libri gialli metteranno nella borsa gli italiani per andare in vacanza? Non possiamo che suggerirvi qualche titolo ed augurarvi buona lettura.

John le Pan Carrè: “Più che freddato, tostato all’istante” (Edizioni Il Fornaio). Un libro che si addenta come uno sfilatino, e non lo si molla più. Gustoso.

Agatha Thristie: “Non tutte le sorelle vengono col buco. A volte bisogna farglielo. In fronte”(Caino editore). Una biografia non autorizzata della sorella della ben più famosa Agata. Gemellare.

Georges Simenon/Carlo Cracco: “Il commissario Maigret ingrassa” (Edizioni Nonna Pina). Il sigaro e la birra dello scrittore francese incontrano la nouvelle cuisine del grande chef vicentino. Ne rimarrà uno solo. Ipercolesterolemico.

Stephen King-Ellery Queen: “Delitto a Marostica: perché il Re e la Regina hanno stirato un pedone?” (Oh-oh Cavallo editore). Ambientato nel mondo degli scacchi, non ci si potrebbe di certo aspettare da figure così regali un delitto a colpi di ferro da stiro. Monarchico.

E per i più piccoli…

Sherlock Holmes-Gianni Rodari: “Elementare, Watson!” (Abbece Dario Editore). Una serie racconti gialli, per i piccoli brividi dei bambini del primo ciclo della scuola primaria. Un tocco di…classe.