Praticamente durante tutta la sua vita, Stanley Kubrick ha lottato per rendere invisibile il suo primo lungometraggio, Fear and Desire (Paura e desiderio). Lo giudicava goffo e dilettantesco, ne impedì la diffusione subito dopo luscita e non cambiò idea fino alla morte. Nemmeno i suoi eredi cambiarono idea, fino a qualche tempo fa, quando permisero il restauro della pellicola da parte della Biblioteca del Congresso e la sua diffusione. Che sarà nelle sale italiane fino a oggi, per permettere ai cinefili di (ri)scoprire il primo passo di Kubrick nella storia del cinema.

Durante un immaginario conflitto, il Tenente Corby e i soldati Fletcher, Mac e Sydney sono i superstiti dellequipaggio di un aereo militare abbattuto e precipitato su una foresta posta a circa sei miglia oltre le linee nemiche. Superato lo shock iniziale, il gruppo, su ordine dellufficiale, decide di ritornare alla propria base navigando sul fiume che attraversa il confine fra i due opposti schieramenti: a tale scopo si incammina per raggiungere la riva dove quindi costruire una zattera.

Completamente auto-prodotto, con Kubrick che cura la fotografia e il montaggio, oltre alla regia, e scritto dal regista con Howard O. Sackler, Fear and Desire è un film di guerra anti-convenzionale e fuori dagli schemi che trasforma il genere bellico e le sue regole in un viaggio dentro la follia umana.

Esplicitamente astratto, come afferma la voce fuori campo allinizio che parla di una qualsiasi guerra, Fear and Desire sfrutta lesperienza di Kubrick come reporter e documentarista e la mescola con la tendenza formalista che si espresse in modo sempre più veemente nel corso della sua carriera e una forte vena esistenziale e metafisica che rende un film dazione qualcosa di più vicino a una riflessione filosofica: rispetto a molti film di guerra successivi, anche dello stesso autore, in cui è lo scontro tra lessere umano e lorrore della violenza produce follia, Fear and Desire riflette sulla follia insita nelluomo, non indotta: una follia che crea i conflitti dove non esistono e che non è creata da essi. Se i nemici non esistono finché non si decide di farli esistere, come si dice allinizio, allora il campo di battaglia è quello della psiche umana a confronto con la sua assoluta irrazionalità.

Un film sorprendente per forma e invenzioni filmiche, che anticipa di molti anni alcuni dei più importanti film di guerra (un esempio su tutti: le voci fuori campo che riflettono, come in La sottile linea rossa di Terrence Malick di 45 anni posteriore) e che lascia stupiti per luso del montaggio sperimentale e la fotografia inventiva e affascinante, in cui lanima di Kubrick erompe fino allo spettatore.

È un film imperfetto, qua e là sgangherato per via dell’infimo budget e problemi produttivi (il film è stato missato più di una volta, praticamente daccapo, per l’audio scadente in presa diretta), e in un certo senso si può capire la ritrosia di Kubrick nel volerlo mostrare. Ma Fear and Desire è anche un film ricco di talento, di idee, di spore di un genio che si manifesterà di li a poco e che il restauro restituisce in grande forma, soprattutto nel notturno finale, in cui la violenza e il mistero quasi fantastico che aleggia per tutto il film trovano conclusione degna e spiazzante. Tra gli sconosciuti attori si nota Paul Mazursky, che negli anni ‘60 e ‘70 diventò regista interessante.