La vicenda che vede come protagonista Sara Tommasi si fa sempre più intricata. E decisamente poco chiara. Dopo l’arresto di Giuseppe Matera e Federico De Vincenzo, produttori del filmino a luci rosse che la showgirl girò a settembre dello scorso anno in un hotel del salernitano, contro i quali a novembre la 32enne aveva sporto denuncia accusandoli di averla costretta ad assumere cocaina per girare le scene hard e di averle fatto subire una violenza sessuale di gruppo, la Tomnasi è stata ricoverata in ospedale a Roma per un trattamento sanitario obbligatorio. A portarla al pronto soccorso sono stati il disturbatore televisivio Gabriele Paolini come lui stesso raccontato in un lungo post sulla sua pagina di Facebook e l’ex gieffino convertitosi al porno, Nando Colelli, che, dopo essersi resi conto che la loro amica non fosse nel pieno della forma, avevano deciso di portarla in ospedale per un semplice controllo psichiatrico. Ma, appena giunti in ospedale sempre a prestar fede alle parole di Paolini i medici avrebbero costretto la ragazza a seguirli con la forza, che piangeva disperata, rendendo necessario l’intervento della polizia. Paolini poi, espone la sua teoria circa l’arresto dei due produttori hard, che sarebbero invece innocenti: lui e Sara hanno in più occasioni lavorato con loro, dopo aver sottoscritto regolare contratto, e si sarebbero dimostrati persone serie e impegnate nel tener lontano dal set a luci rosse le droghe. Perché allora la Tommasi li ha denunciati, facendoli così finire in prigione? Per il teledisturbatore la colpa sarebbe dell’avvocato-filosofo Alfonso Luigi Marra, ex compagno e mentore dell’attrice, che l’avrebbe plagiata in modo da vendicarsi dei due che l’avevano iniziata al mondo del porno, convincendola a lasciarlo. Una situazione quasi kafkiana e non certo avara di colpi di scena e dichiarazioni spesso contraddittorie da parte dei principali protagonisti, della quale si spera potremo presto vedere la fine. 



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