Nella prima puntata della nuova stagione del talk Piazza Pulita condotta da Corrado Formigli, sono intervenuti come ospiti lesponente del Popolo della Libertà Daniela Satanchè, il presidente della RCS Libri Paolo Mieli, il giornalista de Il Giornale Paolo Guzzanti, il giornalista de LEspresso Marco Damilano, Lucia Annunziata direttrice dellHuffingtonpost e Lorenza Carlassare esperta di Costituzione. Il primo tema che viene trattato è quello relativo alla condanna di Silvio Berlusconi nellambito del cosiddetto processo Mediaset con il conduttore che prima di lanciare un video nel quale lo stesso leader del Centro Destra evidenzia la sua estraneità a i fatti per cui è stato condannato, rimarca come soltanto in Italia si possa verificare che un uomo condannato possa essere potenzialmente alla guida del Governo. Viene quindi mandato in onda uno stralcio dellintervista resa dal Giudice Esposito, colui che ha decretato la definitiva condanna di Berlusconi e in cui sostanzialmente sia stato accelerato liter processuale per evitare che il tutto andasse in prescrizione. Ovviamente il centro del dibattito è se la possibile decadenza di Berlusconi come senatore possa aprire o meno una crisi di Governo con la Santanchè che sembra immediatamente molto combattiva sullargomento evidenziando come il comportamento tenuto in giornata dal Partito Democratico abbia di fatto aperto la crisi. In particolare si riferisce alla Legge Severino anche se cade in contraddizione quando vengono riportate alcune sue dichiarazioni rese nel novembre 2012 e nelle quali palesò un concetto diametralmente opposto dimostrandosi a favore della Legge Severino. La Santanchè sottolinea che quel concetto è ancora valido anche se in questo caso lei prefigura una applicazione della legge non corretta. Viene quindi effettuato un collegamento con il parlamentare del Movimento5 Stelle Giarrusso che oltre a negare lesistenza di una sorta di accordo Pd-M5S per un futuro Governo, rimarchi come sia intollerabile doversi fare carico del caso Berlusconi quando invece ci sono delle questioni ben più importanti e che riguardano lItalia. Per Paolo Mieli la situazione è alquanto chiara prefigurando una certa debolezza del Centro Destra e con una possibile soluzione che sarà data con lelezione di un nuovo referente entro ottobre nella giunta. Lo stesso Mieli con il supporto dellAnnunziata, attaccano la Santanchè chiedendole per quale motivo il Pdl non sia accorto prima dei problemi della Legge Severino ed ossia perché in precedenza quando è stata applicata ad altri cittadini andava bene e ora non più giacché a farne le spese sarebbe Silvio Berlusconi. La Santanchè dice che questa è la prima volta che viene applicata per un senatore e inoltre fa presente come loro siano di parte. Dopo un piccolo diverbio tra lesponente del Pdl e Mieli, Guzzanti ipotizza addirittura una revisione del processo Mediaset. Intanto, nuovo collegamento in diretta, stavolta da una piazza dove è in corso la festa del Pd con lattuale segretario Epifani che dal palco rassicura i militanti che verrà fatta rispettare la legge. Linviato poi raccoglie le impressioni di alcuni militanti e di Civati che si dice certo che il Pd è compatto in giunta e voterà per la decadenza. Dopo un breve stacco pubblicitario, si parla di come la base del Pd non abbia apprezzato Violante che però precisa di aver soltanto evidenziato come debba essere garantita a Berlusconi la possibilità di difendersi. La Carlassare, analizzando la situazione evidenzia come sia chiaro che il ruolo della Costituzione è anche quello di garantire che non si possano superare alcuni limiti di potere e nel fatto specifico Berlusconi, debba essere trattato come un semplice cittadino. Inoltre, su quanto detto da Violante la costituzionalista fa notare che il leader del Pdl ha avuto già al possibilità di difendersi in ben tre gradi di giudizio nei quali è stato sempre ritenuto colpevole. Piccolo battibecco proprio tra la costituzionalista e la Santanchè al termine del quale viene mandato in onda un servizio teso a ricostruire il perché Berlusconi sia stato condannato e nello specifico per la formazione di un fondo nero di circa 360 milioni di dollari, ottenuti grazie alla presenza nel mondo di 64 società off-shore e secondo quanti lhanno accusato, lo scopo del fondo era quello di destinare parte dei propri averi ai suoi figli per la loro tutela. Per Mieli è ormai evidente che Berlusconi dovrebbe ritirarsi dalla scena politica, cosa che invece non viene condivisa da Guzzanti se non altro che per il fatto che il Pdl sia Berlusconi. Nuovo stralcio dellintervista rilasciata dal Giudice Esposito a Il Mattino ma nella quale in buona sostanza non emergono fatti clamorosi. La Santanchè, pone laccento sul fatto che la Magistratura Italiana, almeno in parte, sia avversa a Berlusconi e nello specifico lo fossero i giudici che lo hanno condannato. 



Il conduttore fa presente come i giudici che hanno presenziato il processo Mediaset nei vari gradi di giudizio in realtà non fossero di estrazione politica avversa al leader del Pdl. Chiusa questa prima parte di trasmissione si passa a parlare di un altro processo che vede imputato Berlusconi per la compravendita dei voti con le accuse di De Gregorio che ha ammesso di aver ricevuto denaro per votare contro il Governo Prodi e quindi farlo cadere. Viene sentito anche colui che all’epoca dei fatti era il portavoce di Romano Prodi, che rimarca come diversi parlamentari ammisero di essere stati avvicinati da personaggi vicini a Berlusconi per essere convinti con ogni mezzo a votare contro Prodi. Vengono ricordate alcune frasi dette da De Gregorio con cui ha ammesso di avere ricevuto in totale 3 milioni di euro e come Barbareschi, invece, sia stato convinto per mezzo della possibilità di ottenere una fiction Mediaset. Interviene in diretta il coordinatore del Pdl Verdini che sconfessa le accuse di De Gregorio evidenziando come sia stato quest’ultimo a chiedere soldi per far cadere Prodi. La puntata termina con le diverse opinioni su cosa dovrebbe fare Berlusconi in attesa di cosa deciderà il Senato ed i possibili cambi di casacca di alcuni senatori del Pdl.

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