Doppio appuntamento con Le tre rose di Eva 2 questa settimana, in programma alle 21.15 su Canale 5 sia oggi che domani, con la terza e quarta puntata. Tornano quindi i misteri e gli intrighi che tengono con il fiato sospeso una media di circa quattro milioni e mezzo di spettatori a puntata. Dopo il successo dellanno scorso non era di certo facile replicare il risultato ottenuto, eppure la rinnovata ricetta de Le tre rose di Eva è riuscita a sfornare altre quattordici puntate che si stanno rivelando più avvincenti che mai. Insieme al regista di entrambe le stagioni, Raffaele Mertes, cerchiamo di capire i segreti di una fiction che non stanca, ma si presenta anzi ricca di continui colpi di scena.
Quali sono le maggiori differenze di questa stagione rispetto alla prima?
Fare un secondo capitolo di una fiction che ha già avuto un ottimo successo non è mai facile, quindi è stato necessario introdurre novità di diverso tipo: dal punto di vista artistico sono state implementate le storie di tutti i personaggi, nel tentativo di rendere più intrigante e avvincente lintero intreccio narrativo. Dal punto di vista tecnico, invece, abbiamo deciso di andare oltre presentando alcune innovazioni nella regia.
Ad esempio?
Abbiamo utilizzato nuove tecniche di ripresa, in particolare alcune macchine speciali montate su dei droni, quindi piccoli velivoli con quattro o sei eliche comandati a distanza. Con questa nuova tecnica siamo riusciti a catturare immagini di respiro maggiore rispetto allanno scorso, utilizzate non solo sulle panoramiche, ma anche sulle singole scene, in modo tale da offrire una prospettiva diversa e particolare. Rimane invece ugualmente serrato e conciso il linguaggio di montaggio, con lobiettivo di creare un racconto certamente fluido, ma molto ritmato, anche perché ormai difficilmente una fiction può permettersi di andare troppo per le lunghe.
La seconda stagione ha anche introdotto nuovi personaggi. Comè stato il rapporto con loro e con il cast originario?
Il cast si era già comportato splendidamente nel corso della prima serie, nonostante si trattasse di un nuovo progetto il cui futuro era ancora incerto per tutti. In questa seconda stagione siamo quindi partiti avvantaggiati: il cast dellanno scorso è stato ben contento di dare nuovamente il massimo, visto il successo ottenuto, mentre quello nuovo è stato in grado di entrare perfettamente nella serie. Anche in questo caso, però, come dicevamo prima per la trama e gli aspetti tecnici, anche gli attori hanno dovuto dare qualcosa di più rispetto alla prima stagione per continuare a soddisfare le esigenze del pubblico.
Un impegno comunque non indifferente e lungo ben quattordici puntate
Senza dubbio la fatica è stata enorme. La rete ha voluto portare a quattordici le puntate totali che lanno scorso invece erano dodici, a dimostrazione del successo che ha ottenuto questa fiction. Limpegno è stato non indifferente, soprattutto se lobiettivo rimane sempre quello di raccontare storie intriganti e ricche di colpi di scena in ogni puntata. Posso dire che non cè neanche un episodio che non sia incredibilmente denso di avvenimenti.
Crede sia proprio questa una delle caratteristiche peculiari della serie?
Sicuramente. Le tre rose di Eva è stata molto intensa nella prima serie e a maggior ragione l’abbiamo migliorata nella seconda. Ogni puntata porta cambiamenti, più o meno radicali e sorprendenti, che non riguardano solamente la storia principale, ma anche quelle secondarie. In questa Villalba sembra che succeda veramente di tutto…
Quali storie ci consiglia di seguire con più interesse?
È difficile esprimere un’opinione, ma da quello che ho potuto notare c’è un grande interesse da parte del pubblico non solo per l’intreccio centrale della narrazione, vale a dire il triangolo tra Aurora Taviani (Anna Safroncik), Alessandro Monforte (Roberto Farnesi) ed Edoardo Monforte (Luca Capuano), ma anche per altre sottostorie: c’è chi preferisce il rapporto tra Tessa (Giorgia Wurth) e Bruno (Francesco Arca), oppure chi si è appassionato di più per le vicende che coinvolgono Scilla, Matteo e Laura, i quali andranno a creare in futuro un nuovo articolato triangolo.
Un’altra novità rispetto alla prima serie è la comparsa della tenuta di Pietrarossa, un luogo che sembra celare molti misteri. Cosa può dirci in proposito?
Se nella prima serie ci chiedevamo soprattutto chi avesse ucciso Luca Monforte, Pietrarossa rappresenta il vero mistero di questa seconda stagione de Le tre rose di Eva. Si tratta un luogo in cui sono avvenuti fatti molto gravi in passato, anche prima degli eventi raccontati lo scorso anno, quindi presto si capirà che in realtà entrambi i capitoli della fiction sono una diretta conseguenza di questo evento misterioso avvenuto molti anni fa.
È in programma anche una terza serie?
Diciamo che stiamo ancora pensando alla terza serie, però credo che la rete voglia aspettare qualche ulteriore conferma dalla seconda prima di prendere decisioni definitive.
Quali sono i suoi progetti futuri?
Sto per dedicarmi a una nuova serie per Mediaset che si chiamerà Solo per amore e che vedrà nel cast principale Massimo Poggio, Antonia Liskova e Kaspar Capparoni, un giallo-thriller molto intenso ambientato a Roma.