La puntata di Linea gialla del 24 settembre è dedicata in largo spazio alle inchieste sulle morti di tumore verificatesi nel laboratorio di Farmacia dell’università di Catania e ai bambini morti nella Terra dei fuochi in Campania. La puntata si apre con un riassunto dell’inchiesta avviata da Salvo Sottile già la settimana scorsa con la testimonianza delle famiglie di Emanuele Patanè e di Agata Annito, entrambi ricercatori dell’università morti di tumore. Viene trasmessa la testimonianza anche di un dipendente della facoltà che è stato colpito da un tumore al bacino e gli hanno dovuto amputare una gamba. L’ipotesi è l’accusa è che queste malattie siano collegate alle inalazioni frequenti in questo laboratorio e al continuo contatto con sostanze considerate cancerogene che non non vengono smaltite in maniera adeguata. In studio un ex ricercatore colpito da una rara forma di leucemia dovuta dal contatto con benzene e metalli pesanti. Dopo il polverone sollevato la scorsa settimana quindi, il sindaco della città interpellato in merito al caso ha risposto con un freddo comunicato stampa in cui si dichiara fiducioso nella magistratura chiamata a indagare. Non è presente nessuno degli avvocati della difesa che hanno dichiarato di non voler partecipare a trasmissioni televisive. Collegato al caso dei laboratori dei veleni è quello della cosiddetta Terra dei fuochi, una vasta area presente in Campania nel territorio tra Napoli e Caserta dove sono stati scaricati illegalmente rifiuti tossici dalla camorra e i numerosi roghi dei rifiuti hanno creato esalazioni di sostanze tossiche, tra cui la diossina, che diventano una miscela di veleni respirati dalle persone o assimilati dagli ortaggi o mangiati dagli animali della zona, creando una catena di morte non indifferente. altissimo infatti il tasso di tumori che ha colpito molte donne e soprattutto bambini. In collegamento ci sono le donne e mamme di Caivano che continuano a combattere e a chiedere giustizia, inviando numerose lettere alle istituzioni. Si cambia a questo punto argomento e si passa al caso di Roberta Ragusa su cui è bene mantenere accesi i riflettori. Vengono trasmesse una serie di interviste alle amiche della donna che ancora ribadiscono l’impossibilità che Roberta possa essere andata via volontariamente. Tra di esse una in particolare racconta le confidenze di Roberta poco prima di scomparire in merito a i tradimenti e al tentativo di farle del male del marito con la famosa caduta dalle scale. In studio la grafologa Cordella analizza l’ultima lista della spesa compilata dalla donna delineandone anche i principali tratti caratteriali. Ma protagonista della serata è la versione del marito, Antonio Logli, indagato per l’omicidio della moglie, che viene intervistato a telecamere spente e dichiara di essere infastidito dall’attenzione mediatica sollevata dal caso che ha creato e crea numerosi problemi ai bambini. Chiede inoltre che venga trovata la moglie, che a suo tempo aveva solo un’amica, invece in televisione sono uscite una marea di amiche. Il suocero di Roberta Ragusa invece si dichiara convinto che la nuora sia scappata con un altro uomo. In studio presente un famoso genetista.
Ancora al centro della cronaca la vicenda di Melania Rea, in occasione della riapertura del processo di appello a carico di Salvatore Parolisi, già condannato all’ergastolo in primo grado. L’uomo nella scorsa puntata tramite una lettera aveva lanciato un appello al famoso telefonista del quale è rimasta ignota l’identità. In studio a commentare il caso ci sono l’avvocato di Parolisi e Gennaro Rea, lo zio di Melania e in collegamento l’avvocato della famiglia Rea. Lo zio Gennaro precisa come in famiglia siano stati sempre convinti della colpevolezza di Salvatore, anche perché lui non ha mai cercato la moglie e ha avuto atteggiamenti che li hanno insospettiti fin dal primo momento. Il finale di trasmissione è dedicato ad un caso clamoroso di malasanità avvenuto al Policlinico di Tor Vergata di Roma, di cui è stata vittima Giuseppina Mazzariello. La donna è rimasta per 14 ore in attesa di essere visitata, completamente trascurata in codice giallo, con forti dolori al ventre ed alla fine è morta per dei calcoli alla cistifellea.