Il prossimo marzo verranno assegnati gli Academy Award, meglio conosciuti come premi Oscar. Sappiamo già che l’Italia riceverà un premio alla carriera, assegnato per la prima volta ad un costumista (e scenorafo), Piero Tosi.
Oltre a lui gli Oscar alla carriera andranno all’attrice di “La signora in giallo” Angela Lansbury e all’attore Steve Martin.
Tosi, nato a Firenze 86 anni fa, nella sua carriera aveva ricevuto 5 nomination agli Oscar senza però vincere, per Il Gattopardo, Morte a Venezia (1972), Ludwig (1974), Il vizietto (1980) e La Traviata (1984).Altri italiani prima di lui hanno ricevuto il premio, ultimo tra tutti Ennio Morricone nel 2006, preceduto da Michelangelo Antonioni nel l’95, Federico Fellini nel ’93 e Sofia Loren nel ’91.
Nella sua lunga carriera, iniziata come allievo del pittore Ottone Rosai, ha collaborato con registi soprattutto italiani a film storici, come la “Medea” di Pasolini, “Le streghe” di De Sica, “Il portiere di notte” di Liliana Cavani, “Storia di una capinera” di Zeffirelli, “Il vizietto” di Edouard Molinaro, “Ieri, oggi e domani” di De Sica e molti altri.
Ma la sua collabrazione più prolifica e che ha dato vita a veri e propri capolavori è stata soprattutto quella con Luchino Visconti, nel cinema con “Rocco e i suoi fratelli”, “Il gattopardo”, “La caduta degli dei”, “Morte a Venezia LUdwig”, ma anche nella prosa e nella lirica.
Tosi è riconosciuto da sempre come un maestro e molti sono stati fino ad ora i riconoscimenti che gli sono stati tributati: 3 Davide di Donatello, 8 Nastri d’Argento e 2 premi BAFTA (gli “Oscar” britannici).
In “pensione” da qualche anno, Tosi attualmente insegna al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove fino a qualche mese fa si recava in metropolitana. Quest’anno ha deciso di riprendere a lavorare creando i costumi per “Il matrimonio segreto” in scena al festival di Spoleto.
Della carriera nel cinema, affrontata con grande umiltà pur essendo sempre stato gomito a gomito con i più grandi, ha ricordi unici: “La bottega era il segreto dei grandi momenti creativi. Le nostre botteghe erano i caffè, i ristoranti intorno a via del Corso: quante idee tra quei tavoli”, delle attrici che ha vestito ha ricordi speciali per ciascuna di loro. Sofia Loren? “Avvertiva quando gli occhi puntavano a lei, ma ci metteva ironia perché non aveva dimenticato le sue umili origini”. Silvana Mangano? “Odiava essere la ‘bona’ di Riso amaro…”, ha vestito Anna Magnani per il film “Bellissima”.
I suoi costumi sono custoditi dalla storica sartoria Tirelli di Roma, che cercò disperatamente, anni fa, di organizzare una mostra dei suoi lavori, restaurati per l’occasione da Tosi, ma non se ne fece niente. Oggi, non senza rammarico, il costumista confessa: “credo che ora siano buttati in una serra dove forse ci piove anche”.
Una carriera di quelle che hanno fatto grande il cinema italiano, affrontata come lui stesso racconta, cercando di avere buoni rapporti con tutti: “se no, sai quante vipere avrei avuto addosso”.