C’è anche Angelino Alfano tra gli ospiti di Fabio Fazio per la nuova puntata di “Che tempo che fa”, su Rai Tre. Il Ministro dell’Interno e vice presidente del Consiglio, sarà chiamato a dire la sua sull’attuale situazione politica e su alcuni dei temi maggiormente dibattuti nelle ultime settimane, a partire dalla costituzione del Nuovo Centro Destra che ha provocato la spaccatura tra l’ala più oltranzista di Forza Italia e coloro che hanno invece puntato sulla governabilità. Angelino Alfano è nato a Agrigento, nell’ottobre del 1970, Dove ha condotto i suoi studi al liceo scientifico Leonardo, per poi laurearsi in giurisprudenza all’Università del Sacro Cuore di Milano. Dopo aver cominciato la carriera di avvocato, ha anche iniziato a interessarsi di politica, iscrivendosi alla Democrazia Cristiana, diventandone segretario dell’organizzazione giovanile nella sua città natale. Quando però la DC si è trasformata in Partito Popolare, ha deciso di aderire alla neonata Forza Italia, la formazione politica varata da Silvio Berlusconi. Candidatosi per la prima volta alla Assemblea Regionale Siciliana nel 1996, è entrato in Parlamento nel 2001, grazie alla vittoria del centrodestra. Nel corso del 2005, ha assunto la carica di coordinatore regionale del suo partito per la Sicilia, succedendo a Gianfranco Miccichè, proponendosi come contraltare all’ala del suo partito che non voleva alleanze con Salvatore Cuffaro, poi diventato Presidente della regione. Nel 2006, nonostante la sconfitta del centrodestra contro l’Unione che supportava Romano Prodi, è rientrato in Parlamento, come anche nel 2008, quando Silvio Berlusconi è tornato alla guida del governo. Proprio dal 2008, Alfano è diventato uno degli uomini politici più influenti del centrodestra, tanto da assumere la funzione di guardasigilli nel governo guidato dal tycoon di Arcore.
Nel 2011 è poi diventato segretario del Popolo delle Libertà, il raggruppamento sorto dalle ceneri di Forza Italia e Alleanza Nazionale. Nel 2013, infine, ha assunto la carica di Ministro dell’Interno e numero due di Enrico Letta nel governo detto delle larghe intese, la coalizione sorta dopo le elezioni politiche per ovviare alla mancanza di una chiara maggioranza al fine di impedire il ritorno alle urne.Proprio nel quadro di questa esperienza, è poi sopraggiunta la rottura tra l’ala più oltranzista della rinata Forza Italia e le cosiddette colombe, di cui proprio Alfano è considerato il capofila. Una rottura che ha spinto il vice presidente del Consiglio a varare un nuovo raggruppamento politico, il Nuovo Centro Destra, il quale ha confermato il suo appoggio al governo Letta, mentre sono finiti all’opposizione i fedelissimi di Berlusconi. Una rottura traumatica per lo stesso Alfano, anche se i due spezzoni formatisi, fanno riferimento allo stesso bacino di voti e agli stessi ancoraggi ideologici, quelli del Partito Popolare Europeo. Nel periodo del governo Letta, Alfano è stato protagonista in negativo della vicenda che ha portato al rimpatrio di Alma Shalabayeva e della figlia, nonostante lo status di rifugiato politico della donna e i pericoli connessi alla sua consegna alle autorità di polizia del Kazakhistan. Un caso clamoroso che ha spinto il M5S a presentare una mozione di sfiducia individuale verso Alfano, che è stata però respinta dal Parlamento, nonostante le grandi critiche al suo operato mosse anche da parte della maggioranza.
Nell’ultimo periodo, lo stesso Alfano è stato protagonista di una polemica con i settori del Partito Democratico che stanno collaborando con Sel al fine di dare vita a una proposta di legge sulle unioni civili. Un tema, quello del matrimonio gay, che continua a caratterizzare fortemente il dibattito politico del nostro paese e che ha visto il Ministro dell’Interno schierarsi decisamente contro la proposta, dichiarando che il Nuovo Centro Destra, nel caso il progetto andasse avanti, si vedrebbe costretto a lasciare la maggioranza. Negli ultimi giorni, è poi sorta una certa frizione con Matteo Renzi, il cui attivismo sembra visto con malcelato fastidio da Alfano, che non ha esitato a bollare il Job Act proposto dal neosegretario democratico come qualcosa di già ampiamente sentito. Anche questo, con ogni probabilità sarà uno dei temi della consueta chiacchierata con Fabio Fazio, dalla quale potrebbero essere chiariti alcuni punti riguardanti l’immediato futuro del governo Letta e la direzione che potrebbe intraprendere la politica italiana nei prossimi mesi, con particolare riferimento all’ipotesi di nuove elezioni che continua ad aleggiare sullo sfondo.