Questa sera, domenica 12 gennaio, a “Che tempo che fa” gli scrittori David Grossman e Antonio Moresco si incontreranno per discutere di letteratura e del nuovo libro dellautore italiano, “Fiaba dAmor”, in libreria dal 14 gennaio. Antonio Moresco, nato a Mantova il 30 ottobre del 1947 è uno scrittore, autore di molte opere di genere narrativo, teatrale e saggistico. Ha trascorso la sua infanzia in un collegio religioso, la cui esperienza ha segnato profondamente lo scrittore. In seguito ha militato per anni in quella che era all’epoca la sinistra extraparlamentare. Ambedue i percorsi sono stati narrati, in una forma trasfigurata, nel suo romanzo intitolato “Gli esordi”. Il periodo successivo, poco prima degli anni 80, ha visto Moresco intraprendere un apprendistato letterario per 15 lunghi anni di fatica e sofferenza che culmina con luscita di un libro, nel 1993, contenente tre racconti e intitolato Clandestinità. Due anni dopo pubblica un nuovo romanzo, questa volta breve dal titolo La cipolla. Lintera sua opera ruota intorno a una trilogia intitolata “L’increato” la quale comprende sia il romanzo già edito “Gli esordi” che “Canti del caos” e “Gli increati”, attualmente ancora in fase di stesura. In genere i suoi migliori romanzi sono stati in un primo momento rifiutati dagli editori, ma successivamente sono stati apprezzati e pubblicati nel suo ultimo periodo di carriera letteraria. Tra i numerosi scritti di Antonio Moresco ricordiamo una raccolta di lettere mai spedite intitolata “Lettere a nessuno” in cui racconta dei suoi rapporti difficili con gli editori. Sono da apprezzare anche una breve biografia dal titolo “Zio Demostene” e il romanzo “Gli incendiati”, affine alla trilogia per stile e contenuti e infine il recente romanzo per bambini “Le favole della Maria” con il quale ha ricevuto il Premio Andersen, nel 2008, nella sezione del Miglior libro per 6/9 anni.



Antonio Moresco si occupa anche di animazione culturale: nel 2001 ha preparato insieme a Dario Voltolini un confronto tra vari intellettuali e scrittori, nominando lincontro “Scrivere sul fronte occidentale”. Quando ancora si parlava poco di blog, nel 2003, Moresco ha fondato, insieme ad altri scrittori, il blog collettivo chiamandolo “Nazione Indiana”, ma due anni dopo ne è uscito, insieme ad altri membri, e ha fondato una rivista sia telematica che cartacea chiamata “Il primo amore”. I temi principali di Antonio Moresco ruotano attorno a una grande solitudine inguaribile e una realtà instabile e insana, attraversata dalla presenza costante di sogno e di incubo. Nei suoi romanzi vi troviamo unansia, uninutilità di ogni tipo di sforzo. Il suo stile letterario è asciutto, precisissimo fino all’impossibile. Notiamo un iperrealismo che rende vicini gli oggetto e gli elementi delle scene tanto da renderli addirittura sfocati e quasi inafferrabili. Antonio Moresco non solo è uno degli scrittori più interessanti della narrazione contemporanea, ma, è un testimone delle scelte, delle tendenze, delle aspirazioni, e dei disegni dell’editoria in Italia. stato per troppi anni uno scrittore sconosciuto, ma alla fine ha avuto fiducia nell’editoria e nella sua funzione culturale. Ha avuto, come pochi scrittori, un lungo percorso e un travagliato passato trascorso da illuminare sconosciuto e ha iniziato a essere scrittore prima di essere chiamato tale ufficialmente. Spesso le affermazioni di Moresco hanno dato vita a polemiche, a rimbrotti, ad atteggiamenti risentiti, a causa della sua sincerità e il suo modo di schierarsi senza i toni del dibattito di tipo letterario, privo ironia e affatto conciliante, si può dire “estremo” e definito. Moresco testimonia che il romanzo non sta morendo, anzi, anche se su di lui ha influito la funzione “filtro” che svolge l’industria editoriale.



Recentemente, il 6 aprile del 2013, Antonio Moresco è stato ospite di “Che tempo che fa” in cui è stato intervistato da Fazio sul suo ultimo libro, uscito nelle librerie il 19 febbraio 2013, dal titolo “La Lucina”: si tratta di una commovente e profonda meditazione sul senso che ha la vita e l’intero universo. Di questo suo libro si è detto che “… è un libro misterioso e inattuale. La sua misteriosità si esprime in molti modi tra i quali quello di raccontare una storia impossibile da raccontare. L’inattualità lo rende non collocabile in qualche zona della geografia letteraria contemporanea“. Ma l’autore Moresco lo ha definito “un libricino” e forse davvero lo è, se lo paragoniamo ai romanzi precedenti. Ma nelle sue 167 pagine questo breve romanzo non è affatto “ino”. Moresco ne “La lucina” ha un gusto per il piccolo, proprio lui che ha scritto romanzi a tratti violenti o deflagranti. La bravura e la genialità di Antonio Moresco sta nella scrittura “giusta”, non minimalista ma neanche ridondante, senza sprechi o troppe riflessioni.La scorsa estate Antonio Moresco ha vinto il Premio di Castiglioncello con il suo ultimo romanzo “La lucina”. È stato quindi lo scrittore vincitore della trentaseiesima edizione del Premio per la Narrativa di Castiglioncello. La giuria ha scelto proprio l’eccellente scrittore lombardo nell’ambito della rosa di tre finalisti.



Lo scorso ottobre inoltre l’azienda delle famose penne, la Montblanc, ha premiato Antonio Moresco. Per un intero weekend si è tenuta Writers#1, una manifestazione di tipo letterario la quale ospita numerosi scrittori, poeti, musicisti e attori. Si è trattato di una sorta di circo letterario inserito in una suggestiva cornice per avvicinare il pubblico alla lettura. Durante l’evento, la Montblanc ha assegnato allo scrittore un riconoscimento, consegnatogli dal direttore marketing Adrian Graf: uno strumento di scrittura, una penna, appartenente alla collezione chiamata Writers Edition e dedicata a Honoré de Balzac.