Il Giudice, secondo capitolo della trilogia Gli anni spezzati, fiction in onda su Rai Uno e diretta da Graziano Diana, è ispirato dalle vicende che hanno coinvolto i magistrati Mario Sossi, interpretato da Alessandro Preziosi, e Francesco Coco, cui presta il volto Ennio Fantastichini. Il giudice Coco è una delle vittime degli anni di piombo, il primo magistrato a essere ucciso dalle Brigate Rosse. Nato a Terralba, in provincia di Oristano, il 12 dicembre del 1908, era stato procuratore generale della Corte dappello di Cagliari e si era occupato di alcuni casi di sequestro di persona perpetrati dallAnonima sequestri. In seguito diventò procuratore generale della Corte dappello di Genova, carica che ricopriva nel periodo in cui il magistrato Mario Sossi, Pubblico Ministero nel processo contro il Gruppo terroristico XXII Ottobre, fu sequestrato dalle Brigate Rosse, il 18 aprile del 1974 a Genova.



Il giudice Coco pagò con la vita la sua ferrea volontà di non trattare con i terroristi che avevano chiesto di scambiare la liberazione del giudice Sossi con quella dei terroristi, colpevoli di diversi attentati e delluccisione di Alessandro Floris durante una rapina allIstituto Autonomo Case Popolari. Mario Sossi fu rilasciato a Milano dopo circa un mese il 23 maggio del 1974 senza alcuna liberazione di terroristi, poiché Francesco Coco aveva impugnato la libertà provvisoria degli otto componenti del Gruppo terroristico, concessa dalla Corte dAssise dAppello di Genova.
Dopo due anni, l8 giugno del 1976 alle ore 13:30, il giudice Coco venne assassinato da un commando di brigatisti armati di revolver e mitragliatrici Vz 61 Skorpion, vicino alla sua abitazione a pochi passi dalla stazione di Genova Piazza Principe. Assieme al giudice, che lasciò moglie e tre figli, morirono due agenti della scorta, lappuntato dei carabinieri Antioco Deiana (40 anni, sardo, con moglie e un figlio), che stava sostituendo lagente Niesotto, e il brigadiere Giovanni Saponara (42 anni, lucano, con moglie e due figli).



Gli esecutori materiali dellattentato non sono mai stati identificati, ma lassassinio fu rivendicato dai comandanti Prospero Gallinari e Renato Curcio. Il giorno successivo Gallinari, imputato a Torino per il processo al nucleo storico delle Brigate Rosse, tentò beffardamente di leggere addirittura la rivendicazione dellomicidio di Coco e della sua scorta, provocando la dura reazione dei presenti in aula.

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