C’è molto interesse per Valeria Bruni Tedeschi, attesa in qualità di ospite al programma condotto da Daria Bignardi Le invasioni barbariche, in onda su La 7. L’attrice e regista torinese, infatti, ha fatto parte del cast dell’ultima pellicola di Paolo Virzì, Il capitale umano. Valeria Bruni Tedeschi è nata a Torino nel novembre del 1964 ed è sorella di Carla, consorte dell’ex presidente francese Nicholas Sarkozy, oltre che cugina di Alessandra Martines, nota attrice e ballerina. Proveniente da una famiglia dell’agiata borghesia sabauda, in quanto figlia di Alberto Bruni Tedeschi, industriale e compositore, e di Marisa Borini, attrice e pianista, all’età di nove anni si è trasferita a Parigi, una sorta di esilio volontario imposto dalla difficile situazione innescata nel nostro Paese dal terrorismo e dalla paura di eventuali rapimenti.
Nel corso della sua permanenza francese ha frequentato la Ecole des Amandiers di Nanterre, in particolare i corsi di teatro. Nella stessa struttura ha avuto modo di conoscere Patrice Chéreau, il quale vi insegnava e che l’ha aiutata a entrare nel mondo dello spettacolo, scritturandola come attrice per un suo film del 1987, Hôtel de France. Da questo momento ha iniziato una carriera che l’ha visto protagonista in una lunga serie di film tra Francia e Italia. Nel nostro Paese, l’esordio è avvenuto in Storia di ragazzi e ragazze, alle dipendenze di Pupi Avati, nel 1989. Nel 1995 ha interpretato La seconda volta, diretta da Mimmo Calopresti, con cui ha vinto il David di Donatello, in qualità di migliore attrice protagonista. Un trionfo bissato nel 1998, con La parola amore esiste, sempre con Calopresti. Anche in Francia ha però ottenuto grandi successi in questo periodo, a partire da Le persone normali non hanno niente di eccezionale, una pellicola diretta nel 1993 da Laurence Ferreira Barbosa, che ha ottenuto ottimi riscontri al botteghino e le ha permesso di affermarsi nel prestigioso premio César, stavolta nella veste di miglior giovane promessa femminile, oltre che a Locarno, in qualità di miglior interprete femminile.
Nel 1999 ha partecipato a La balia, di Marco Bellocchio, mentre nel 2005 ha recitato in Tickets, di Ermanno Olmi. Lo stesso anno, l’ha poi vista far parte del cast di Munich, di Steven Spielberg, cui ha fatto seguito nell’anno successivo la partecipazione a Un’ottima annata, di Ridley Scott. Dopo Baciami ancora, che l’ha vista recitare nel 2010 per Gabriele Muccino, ora arriva Il capitale umano, ultima fatica di Paolo Virzì a riportarla in auge in qualità di attrice. Una veste alla quale ha affiancato quella di regista, che l’ha vista esordire nel 2003 con più facile per un cammello…, cui hanno fatto seguito Attrici, nel 2007, salutato da un grande successo di critica e di pubblico e Un castello in Italia, con cui ha partecipato nel 2013 al Festival di Cannes.
Per quanto concerne la sua vita privata, per cinque anni è stata legata a Louis Garrel, noto attore francese figlio del regista Philippe e diventato famoso per la sua partecipazione a “The dreamers”, il film di Bernardo Bertolucci sul Maggio francese. Una coppia formatasi nonostante la differenza di età, ben diciotto anni e che si sarebbe rotta per la decisione di Garrel di dare vita a un rapporto con la sua nuova fiamma, Golshifteh Farahani. La coppia aveva anche deciso di adottare Celine, una bimba africana, a proposito della quale l’attrice ha voluto ricordare che per lei non esiste differenza tra il diventare madre biologicamente o tramite adozione.
L’attrice torinese è anche nota per il suo impegno a favore dei cosiddetti Sans papiers, espresso con la partecipazione al film “Tutti per uno”, di Romain Goupil, del 2011 e in una lunga serie di interviste nelle quali ha espresso la sua contrarietà a politiche restrittive in tema di immigrazione. Una posizione per la quale la stampa francese l’ha messa in contrapposizione con la sorella Carla, compagna di vita di quel Sarkhozy di cui non ha esitato a denunciare una politica considerata un vero e proprio attentato ai diritti civili delle persone. Tanto da costringerla a chiedere ai giornalisti che la intervistano di evitare riferimenti alla stessa Carla.