Il leggendario Ridley Scott – aiutato dallo scrittore vincitore del premio Pulitzer Cormac McCarthy, autore del più famoso Non è un paese per vecchi – porta sul grande schermo il thriller un poco melodrammatico The Counselor – Il procuratore. Con un cast artistico davvero eccezionale, arricchito da nomi quali Michael Fassbender, Penélope Cruz, Cameron Diaz, Javier Bardem e Brad Pitt, McCarthy è stavolta allesordio come sceneggiatore e, insieme al regista, cerca di avvolgere con arguzia e un poco di umorismo macabro uno scenario da incubo. Peccato, però, che non ci riesca affatto.

La sinossi, infatti, sembra apparentemente tanto complessa quanto semplicemente comprensibile; un rispettabile avvocato (detto il procuratore poiché in Inghilterra è questo il titolo col quale si definisce lavvocato dufficio, ndr) decide di prendere parte a un affare illegale di droga, cercando così di porre rimedio ai suoi problemi economici. Si ritrova però improvvisamente invischiato in una spirale di violenza e spargimenti di sangue davvero fuori controllo. Questo è tuttavia solo linizio di una storia troppo articolata e complessa, rallentata da inquadrature tecniche bellissime ma troppo ricercate, poco aiutata da dialoghi sicuramente interessanti e ricchi di spunti, ma troppo complessi per essere simultaneamente comprensibili a chi ascolta.

Se si potesse definire il film The Counselor con un solo aggettivo, infatti, questo sarebbe troppo. La sceneggiatura è complessa, troppo. Così anche la tecnica registica, in questo caso, è proprio troppo. Se vogliamo utilizzare un termine prettamente artistico, possiamo definire la pellicola come decisamente rococò. Uno stile interessante – soprattutto tenendo conto del fatto che sia sempre bello far sì che anche chi non abbia mai fatto film cerchi di portarne uno sul grande schermo così come, sfidando la sorte, lo stesso McCarthy – ma se applicato a un lungometraggio della durata di 138 minuti appare a sua volta troppo.

Un prodotto finale quindi complesso, eccessivamente ricercato e tanto dettagliato da sembrar incompleto. Perché il finale è apertissimo, con mille questioni irrisolte a cui non viene neppure accennata la risposta e un pizzico di de-drammatizzazione dalle sequenze lente e inutili al proseguo della storia.

Gli appassionati lettori dei romanzi firmati McCarthy difendono la pellicola che, dicono, “rispecchia a pieno il libro, e di meglio non si poteva fare”. Gli spettatori, invece, escono dalla sala sbigottiti, attoniti dal non averci capito nulla, o quasi.

Anche la critica estera non è stata affatto gentile con quest’ultimo prodotto cinematografico inglese, ma se pensiamo al fatto che i film più belli della storia sono stati spesso “gambizzati” da chi scrive di cinema, possiamo sperare soltanto stavolta io mi stia appieno sbagliando e che quindiThe Counselor sia un gran bello spettacolo. Non vi resta che andarvelo a vedere e farci sapere cosa ne pensate. Il miglior in bocca al lupo alla pellicola, comunque (che, stavo quasi per dimenticarmene, riesce addirittura a rendere un uomo poco simpatico e attraente il bellissimo Brad Pitt, ritraendolo a sua volta come il personaggio di una farsa…).