La puntata di Servizio Pubblico dal titolo “Forza Italicum” si apre con l’editoriale di Santoro, dedicato alla discussione in corso sulla legge elettorale. Il presentatore paragona la proposta di legge discussa tra Renzi e Berlusconi a una pappa al pomodoro in cui gli elettori non possono però scegliere gli ingredienti (riferimento alle liste bloccate e all’impossibilità di scegliere i candidati). Nel servizio dell’inviato Luca Bertazzoni molti esponenti del PD, tra cui Renzi e D’Alema non rispondono alle domande su Cuperlo. L’ex presidente del PD, intervistato dall’inviato, ha attaccato nuovamente Renzi, evidenziando la differenza tra dirigere e comandare e criticando il metodo e lo stile utilizzato da Renzi. Comincia il dibattito in studio. Santoro chiede a Stefano Fassina (PD) un’opinione sulle travagliate vicende in seno al partito delle ultime ore. Il deputato (e viceministro dimissionario del Governo Letta) evidenzia l’opportunità di tenere in considerazione le differenze di posizione, soprattutto se finalizzate a migliorare il prodotto finale. Anche lui si dimostra contrario alle liste bloccate (poco democratiche) e ritiene il premio di maggioranza e la soglia di sbarramento all’8% troppo elevate. Chiarisce che il loro non è un ricatto ma la volontà di dare un importante contributo. Il giornalista Enrico Mentana ritiene che Renzi abbia intenzione di vincere da solo contro tutti e per questo motivo sia intenzionato a creare regole del gioco condivise con l’avversario, per poter vincere senza recriminazioni. Il giornalista Vittorio Feltri è d’accordo con la scelta di Renzi, sottolineando come Berlusconi sia decaduto da senatore ma non come uomo. Il sostituto di Berlusconi al momento non esiste. In futuro potrebbe essere Giovanni Toti ma il discorso è prematuro (Santoro sottolinea che al giornalista manca una “T” per essere un fuoriclasse, riferendosi al calciatore Francesco Totti). L’imprenditore Alfio Marchini sottolinea che la politica dovrebbe prima occuparsi di questioni che toccano più da vicino i cittadini. Secondo l’imprenditore la classe dirigente degli ultimi anni, soprattutto di sinistra, si è preoccupata soprattutto di vincere per conquistare il potere, mostrandosi inadeguata a risolvere i problemi dei cittadini e cita l’esempio del sindaco Marino a Roma (che lo ha battuto nelle ultime elezioni comunali). Santoro critica aspramente le dichiarazioni di Marchini, rilevando che la mancanza di azioni concrete da parte del governo deriva proprio dall’architettura normativa che non permette al vincitore di agire in tempi rapidi, e quindi la discussione sulla legge elettorale (tema della puntata) è particolarmente importante (opinione condivisa anche da Enrico Mentana).
poi il momento di Marco Travaglio che evidenzia le contraddizioni nel PD. Gran parte del partito critica l’incontro Renzi-Berlusconi dimenticando i numerosi incontri del passato, organizzati da D’Alema e Bersani, e la creazione del Governo Letta, appoggiato fino ad alcuni mesi fa anche da Berlusconi. In particolare il giornalista attacca Fassina, accusato di aver assunto un comportamento ambiguo nei confronti di Berlusconi, bocciando ogni possibilità di accordo col Pdl subito dopo le elezioni. Dopo pochi giorni ha poi assunto un incarico importante nel governo delle larghe intese, arrivando a condividere in pieno le opinioni di Renato Brunetta, per poi tornare a criticare il leader del Pdldopo le sue dimissioni dall’incarico. Fassina replica, parlando del Governo Letta come scelta obbligata per salvare il paese e spiega che le sue dimissioni sono state causate dalle critiche all’esecutivo logoranti di Matteo Renzi. Fassina, ironicamente chiede se Travaglio sia diventato “renziano” ma il giornalista non raccoglie e replica con un “Renziano lo dice a sua sorella”. Clicca qui per vedere il video.
poi il momento del deputato del MoVimento 5 Stelle Alessandro Di Battista, in collegamento diretto. Di Battista boccia nettamente l’incontro Renzi-Berlusconi ma rileva che PD e Pdl sono d’accordo da sempre. L’immoralità dell’Italia è pienamente rappresentata da Berlusconi e da chi l’ha tenuto in vita. Il MoVimento non è assolutamente intenzionato a scendere a compromessi con chi ha distrutto il presente e il futuro del paese, citando ad esempi i comportamenti dei ministri Cancellieri e De Girolamo. Il deputato non ha parole dolci neanche con il Presidente della Repubblica Napolitano, di cui ha ricordato i comportamenti omissivi nelle vicende della terra dei fuochi e di Licio Gelli. Santoro chiede al deputato quale sarebbe lo scenario se si andasse a votare col proporzionale, considerando la difficoltà per il Movimento di raggiungere il 51%. Di Battista replica affermando che non è necessario il 51% ma prendere un voto più degli avversari, in maniera da formare un governo che si occupi di risolvere i problemi degli italiani, proponendo misure urgenti come il reddito di cittadinanza. Secondo il deputato se gli altri partiti non appoggiassero tali misure dovranno prendersi le responsabilità davanti ai cittadini.In studio si ipotizzano gli schieramenti in caso di ballottaggio tra PD e Movimento 5 Stelle. Feltri e Travaglio esprimono opinioni opposte in proposito. Mentre Feltri crede che gli elettori di Forza Italia voterebbero per Grillo (come farebbe lui), Travaglio ritiene che Berlusconi “ordinerebbe” ai suoi elettori di votare per Renzi, confermando le larghe intese degli ultimi 20 anni. Fassina critica le dichiarazioni di Di Battista, ricordando che sfasciare è facile, mentre ricostruire è difficile, e attacca i parlamentari grillini, accusati di non partecipare attivamente ai dibattiti parlamentari attenendosi strettamente a quanto stabilito da Grillo e Casaleggio.
La trasmissione si chiude con la domanda secca di Santoro, che chiede a Fassina se alla luce di quello che sta succedendo sia possibile una scissione nel PD. Fassina risponde che nel partito è in corso una discussione molto vivace ma non ci sarà alcuna scissione. La puntata si chiude con le vignette satiriche di Vauro, dedicate alla resurrezione di Berlusconi, a Bersani, Alfano e alle minacce intercettate di Riina al giudice Di Matteo.
La proposta di legge elettorale siglata Renzi, Berlusconi e Alfano sta scatenando non poche polemiche. Una minoranza del Pd è contro il progetto del segretario e la protesta è sfociata anche nelle dimissioni del presidente Cuperlo. Anche Beppe Grillo si dice contrario, sostenendo che il nuovo sistema, ribattezzato Italicum, serva a far fuori il Movimento 5 Stelle. Dunque c’è tanto materiale caldo per Servizio Pubblico. Cliccando qui è possibile seguire il programma in diretta streaming.
Questa sera, alle ore 21.10 su La7, va in onda un nuovo appuntamento con Servizio Pubblico, il talk show politico condotto da Michele Santoro. La puntata odierna sarà intitolata Forza Italicum, in riferimento alla legge elettorale fortemente voluta dal leader dem Matteo Renzi e partorita insieme a Silvio Berlusconi, leader forzista. Il modello in questione fa discutere tutta la politica, oltre ad agitare le acque in casa Pd, scosso dallintesa Renzi-Cavaliere e dalle dimissioni di Gianni Cuperlo. Ma il segretario del Partito Democratico non arretra di un centimetro: tira dritto e incalza il governo Letta, sempre più in bilico. Insomma, sarà lItalicum il modello che garantirà governabilità a un Paese che ne ha estremamente bisogno, o sarà la classica pezza peggio del buco?
Gli ospiti in studio chiamati a discutere delle suddette questioni saranno Stefano Fassina (Pd), lex vice ministro dellEconomia dimessosi in seguito alla battuta di Renzi (Fassina chi?), limprenditore Alfio Marchini (che si candidò a sindaco di Roma nelle ultime elezioni amministrative), il direttore del Tg La7 Enrico Mentana, leditorialista de il Giornale Vittorio Feltri e il cittadino del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista. Presente, ovviamente, il vice direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio e Vauro Senesi che chiuderà la puntata con la sue vignette satiriche.