Giulia e Maisha Grispino Kyenge sono le due belle figlie adolescenti del Ministro per lintegrazione Cécile Kyenge, il cui nome africano è Kashetu. Cécile è nata a Kambove, nel Katanga, una provincia del Congo in una famiglia piuttosto benestante ma numerosa, con etnia bakunda. Venuta in Italia, dopo una serie di vicissitudini lavorative e di studio, ha acquistato la cittadinanza italiana grazie al matrimonio, nel 1994, con un ingegnere modenese di origine calabrese, Domenico Grispino. Da questo matrimonio sono nate due figlie, a breve distanza tra loro, Maisha prima e Giulia poi, oggi più che adolescenti. Sono perfettamente integrate con i propri coetanei e si sentono italiane a tutti gli effetti. Le due ragazze nel 2013 hanno partecipato ai mondiali antirazzismo che si sono tenuti a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, un paese di 20.000 abitanti. I Mondiali Antirazzisti, attraverso lo sport, la musica e la cultura combattono da 17 anni ogni forma di razzismo e discriminazione. Nel 2013 si sono svolti nel parco di Bosco Albergati, dal 3 al 7 luglio. Durante i mondiali antirazzisti Giulia, la figlia più piccola, diciottenne, è stata intervistata e ha raccontato di sé e del razzismo; ha detto che, pur sentendosi italiana, è molto vicina agli africani, anche se vive e si trova bene in Italia. Ma lAfrica, che ha visitato solo poche volte da piccola, per lei è molto stimolante. Sostiene che forse a 60 anni potrebbe trasferirsi in Africa per ritrovarsi lontano dal consumismo europeo.
Per Giulia il razzismo è pura ignoranza: una persona razzista per lei è una che non conosce le cose e sa solo giudicare senza approfondire quello che gli sta intorno. Tutto dipende da come una persona viene educata. Il modo migliore per evitare il razzismo per Giulia è conoscere e avere la mente aperta. Giulia cerca di accettare lei idee altrui e di discuterle eventualmente in modo pacifico. Non le è mai capitato nessun episodio di razzismo anche perché ha frequentato sempre delle classi multietniche. Secondo Giulia, il diverso è parte di noi stessi. Infine, suggerisce ai razzisti di vivere in pace perché forse un giorno potranno scoprire che essere razzisti è inutile.
Lo scorso Natale il ministro Cécile Kyenge lo ha trascorso insieme alle sue due figlie servendo il pranzo a una mensa per i profughi, presso il Centro Astalli a Roma che viene gestito dai gesuiti. Indossando un grembiule, i guanti e il cappellino bianco, Cécile Kyenge ha impilato i piatti e ha servito la pasta a tutti gli ospiti che erano in attesa del pranzo. Nel frattempo Giulia e Maisha hanno contribuito a tagliare i panettoni e i pandori distribuendo anche le arance. A questo singolare pranzo di Natale ha partecipato, pur se in disparte, anche il marito di Cécile, Domenico Grispino.