Andranno in onda su Rai Uno a partire da oggi, 26 gennaio, i sei episodi della fiction Braccialetti rossi, co-prodotta da Palomar e Raifction e firmata dal duo Campiotti-Petraglia, ispirata al primo e omonimo romanzo del catalano Albert Espinosa. Nato a Barcellona il 5 novembre 1973, la prima adolescenza del piccolo Albert è irreversibilmente segnata dallosteosarcoma, un tumore maligno dellosso che per essere debellato necessita dellamputazione della gamba colpita. Quando si sottopone a questo traumatico intervento, Albert ha solo 13 anni. Tre anni dopo, a causa della diffusione delle metastasi che hanno ramificato un po ovunque, Albert si sottopone a una nuova delicatissima operazione, che prevede lasportazione di un polmone. Non è finita. Il cammino clinico di Albert è un calvario che non sembra dover finire mai. Non trascorrono due anni dallasportazione del polmone che, appena maggiorenne, deve rinunciare a una parte consistente del fegato. Per un decennio, dai primi sintomi dellosteosarcoma allultima operazione, Albert Espinosa entra ed esce dagli ospedali, dove trascorre infanzia e adolescenza tra sale operatorie e riabilitazione.



Ma non è un paziente normale, Albert. Non solo ha carattere e personalità, che non gli consentono di abbandonarsi alle sfortune capitategli, piangendosi addosso, ma ha uno spirito di osservazione acutissimo e, soprattutto, la tendenza alla letterarizzazione di ogni momento dellesistenza, dal più allegro al più triste e sofferto. uno scrittore, Albert, e si riscopre tale da subito, fin dal primo interesse per il teatro, nato proprio negli ospedali da lui frequentati, in quelle stanze e in quei corridoi gremiti di pazienti, infermieri, dottori, parenti, che agli occhi del ragazzo dovevano sembrare in tutto e per tutto dei teatranti perfettamente calati nel ruolo che la circostanza dava loro. La passione nascente per il teatro lo porta ad entrare nella compagnia amatoriale Enginyteatre, e a 22 anni scrive la sua prima commedia, Los Pelones (1995), che inaugura la sua carriera di autore teatrale piuttosto prolifico, visto che tra lesordio e il 2007 scrive e rappresenta ben 13 testi teatrali.



Allattività teatrale abbina gli studi di ingegneria industriale (conseguendo la laurea presso luniversità della Catalogna) e, soprattutto, quella di sceneggiatore, di regista e attore, che gli vale riconoscimenti e premi nazionali e internazionali. Il primo dei quattro romanzi, il già citato Braccialetti rossi, Espinosa lo pubblica nel 2008 ed è subito un successo di critica e di pubblico. Lopera è la rielaborazione intima, privata, letteraria della sua esperienza prima con la malattia, poi finalmente con la guarigione.

Non è un romanzo tragico, drammatico, anzi vuol porre laccento come da un male grave, che deturpa il corpo, che lo rende menomato, che lo mina nella sua indipendenza, si possa risalire e trarre da esso una motivazione per guardare il mondo da un diverso punto di vista, capace di far apprezzare maggiormente il bene supremo della vita, affinché di essa non venga sprecata nemmeno una goccia. La fiction che prenderà forma da questa trama, vedrà come protagonisti sei ragazzini adolescenti, tra gli 11 e i 17 anni, ricoverati in ospedale, e i propri cari. La sceneggiatura sarà incentrata, sulla scorta di Espinosa, sul sentimento prima di appartenenza a una situazione tragica e difficile, poi di vera e propria amicizia, che si instaurerà tra questi ragazzi, che insieme impareranno le cose fondamentali della vita, a soffrire sì, ma anche a emozionarsi, a ridere, ad essere felici, per quanto tra le quattro mura di una stanza nel reparto oncologico di un ospedale.



Ci sono tutti gli ingredienti per un affresco sulla forza della vita e sulla volontà di vivere, che pizzica le corde più sensibili del lettore/spettatore, commuovendolo ma allo stesso tempo ringalluzzendo la sua forza interiore, rafforzando il convincimento che la vita, nonostante tutto, valga la pena viverla sempre e a ogni costo, qualunque siano le condizioni e gli ostacoli che si mettono di traverso lungo il nostro cammino. Il romanzo, edito da Salani, è uscito in Italia il 9 gennaio scorso. Sempre per Salani sono stati tradotti in italiano gli altri tre romanzi di Espinosa, “Bussole in cerca di sorrisi perduti” (2013), “Se mi chiami mollo tutto… però chiamami” (2012), “Tutto quello che avremmo potuto essere io e te se non fossimo stati io e te” (2010).