Se ne va anche Riziero Riz Ortolani, in coda ad un anno, il 2013, dove tanti del cinema di genere italiano ci hanno abbandonato: Giuliano Gemma, Mariangela Melato, Carlo Lizzani, come si suole dire i primi nomi che vengo in mente; cè chi ha parlato di un anno davvero maledetto per il cinema italiano, cè chi ha detto, con sinistra ironia, che da questa Italia e dai suoi mala tempora economico-sociali, ognuno sfugge come può. Riz tecnicamente non supera un post-operatorio ma preferiamo pensare che a 87 anni abbia voluto finalmente riposarsi dopo unintensa vita dedicata allarte della musica. Iscritto dal padre al Conservatorio Gioacchino Rossini di Pesaro, Riziero studiò flauto e composizione per poi, dopo pochi anni, entrare in RAI come arrangiatore e direttore dorchestra. Nella seconda metà degli anni 50 lavorò allestero, in importanti locali (uno fu il Ciros ad Hollywood) per poi conoscere Katyna Ranieri, attrice e cantante che divenne sua moglie nel 1956. Il grande balzo nel cinema, avvenuto in verità qualche anno prima, si realizzò con il grande successo nel 1961, quando insieme a Nino Oliviero scrisse la colonna sonora di Mondo Cane, stranoto capostipite del genere mondo (il documentario sensazionalistico), diretto da Cavara, Jacopetti e Prosperi: il tema musicale principale Ti guarderò nel cuore – More, così come il film, ottennero un enorme successo di pubblico in Italia come allestero e la canzone scritta dai due musicisti (parole di Norman Newell) ottenne la nomination sia allOscar che ai Grammy del 1964. Da quel momento in avanti, Ortolani scrisse oltre 200 colonne sonore: fra essi si ricordano divertissi titoli del cinema di genere italico (Non si sevizia un paperino, 1972; Sette orchidee macchiate di rosso, 1972; La morte negli occhi del gatto, 1973; Cannibal Holocaust, 1980; Fantasma d’amore, 1981), tante pellicole straniere (tanti western tedeschi) fino al più recente desiderio di impegnarsi nella produzione di musiche per produzioni televisive e persino opere teatrali (Il Principe della Giovent andato in scena alla Fenice di Venezia nel 2007). Al suo impegno serio come direttore di diversissime orchestre di prestigio (Londra, Berlino, Vienna, Rio de Janeiro, Messico), Ortolani affiancò sempre il lavoro di scrittore di pezzi per il cinema, soprattutto al fianco di registi quali Damiano Damiani e Pupi Avati, con i quali creò un sodalizio durato anni. Negli ultimi tempi, grazie al recupero del cinema di genere italiano operato dal connoisseur Quentin Tarantino, le musiche più belle di Riz (o Ritz, come si legge alcune volte nei credit), vengono recuperate. Vedere per credere Kill Bill vol. 1 e 2 (2003-2004), Bastardi senza gloria (2009), Django Unchained (2012). Di Riz Ortolani rimane ora non solo il ricordo degli appassionati del cinema di genere ma anche la Fondazione pesarese che porta i suo nome e che permette a tanti giovani musicisti di iniziare un percorso nellarte che, si spera, sia fulgido come quello del fondatore.



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