Questa sera, martedì 28 gennaio 2014, Rai 4 trasmette in prima tv per il ciclo Crime Europe il film Henry, diretto dal regista salernitano Alessandro Piva, già autore di film di successo come LaCapaGira e Mio cognato. La pellicola è tratta dal romanzo omonimo del 2006 dello scrittore Giovanni Mastrangelo e ha ottenuto nel 2010 il Premio del Pubblico al Torino Film Festival. Ambientato in una Roma dominata dai mercanti di droga, il film è la risposta italiana ai registi noir internazionali più noti, come Quentin Tarantino. Piva ripropone nel suo terzo film un’ambientazione in luoghi alla mercè dei criminali, dopo la microcriminalità in LaCapaGira e la criminalità fai-da-te in Mio cognato, entrambi girati a Bari. Henry, il titolo del film, si riferisce all’eroina (nello slang africano) venduta dagli spacciatori ghanesi, sostanza ambita da tanti giovani romani.



Vediamo la trama del film. Il commissario Silvestri (Claudio Gioè), uomo integerrimo, indaga su un duplice omicidio avvenuto nell’ambiente degli spacciatori e consumatori di droga. Le sue caratteristiche personali sono in netto contrasto con quelle dei personaggi che incontrerà nello svolgimento delle indagini: l’insegnante di aerobica Nina (Carolina Crescentini), consumatrice occasionale di eroina, il suo fidanzato Gianni (Michele Riondino), un tossicodipendente nullafacente, e il loro amico Rocco (Pietro De Silva), ex fotografo e tossicodipendente. Nina e Gianni si trovano coinvolti nella vicenda della morte del loro pusher, Spillo (Max Mazzotta) e della madre del ragazzo, avvenuta nella casa di quest’ultima (Gianni viene inizialmente arrestato, accusato dell’omicidio).



I due giovani, desiderosi di cambiare vita, collaborano con il commissario nelle indagini. Grazie all’aiuto dei due ragazzi il commissario riuscirà a entrare nel mondo dello spaccio della droga, capendone funzionamento e dinamiche. Alle indagini partecipa anche l’ambiguo poliziotto cocainomane Bellucci (Paolo Sassanelli). L’omicidio è avvenuto nell’ambito della faida che sta insanguinando la Capitale per il controllo del mercato dell’eroina, combattuta da spacciatori ghanesi, capeggiati da Kueku (Aurelien Gaya) e criminali del sud Italia, capeggiati da Franco (Alfonso Santagata).



Il film mostra una Roma ben diversa da quella immaginata dai turisti, ma diversa anche da quella ritratta in altri film come “Romanzo Criminale”, ambientato ai tempi della Banda della Magliana. La Capitale ritratta da Piva è una megalopoli dominata dall’anarchia e dalla violenza, dove si scontrano bande criminali nazionali e non meno cruenti gruppi di extracomunitari, in un contesto dove gente “buona” come il il commissario Silvestri deve combattere non solo i “cattivi” ma anche le mele marce come il poliziotto Bellucci.