Nella puntata del 6 gennaio 2014 di Voyager il viaggio parte da Ginevra, nei laboratori sotterranei del Cern, dove a oltre novanta metri di profondità è stato costruito il più grande acceleratore di particelle mai realizzato. Dai prodigi della fisica a quelli della robotica, con un salto all’IIT di Genova, ma dopo una stretta di mano al Robot umanoide Icub, si ritorna a Ginevra, patria del Word Wide Web, ma anche città natale del presunto dottor Frankestein, l’invenzione letteraria di Mary Shelly. Si parla di viaggi nel tempo, fino ad arrivare allo scienziato ottocentesco Angelo Mosso, il fisiologo che ha provato a pesare l’anima. Il motto presente nella città dove sorge il Cern, il più grande laboratorio di ricerca scientifica europeo, è Post tenebras lux, che verrà adattato agli scopi della prima tappa di questo viaggio, ovvero: dopo una lunga ricerca finalmente una scoperta. Si tratta infatti di un lunghissimo viaggio, durato ben mezzo secolo, quello che ha portato i due scienziati, Peter Higgs e François Englert, a vincere il premio Nobel per la fisica nell’anno appena trascorso, per aver verificato l’esistenza del bosone teorizzato negli anni ’60. Il bosone è una particella elementare, ovvero non composta da altre particelle, e si suppone che cento miliardesimi di secondo dopo il Big Bang, questa particella riuscì a rallentare le altre sue simili, che viaggiavano alla velocità della luce. Più le particelle rallentavano e più la loro energia si concentrava in una nuova forma, la massa, che dà origine alla materia. Il bosone mette ordine al caos dell’origine, permette la vita e viene osservato sperimentalmente per la prima volta nell’aprile 2012 grazie all’acceleratore di particelle più grande del mondo: Atlas. L’acceleratore, costruito a novanta metri sotto terra, lungo 46m per 25 di diametro e dal peso di settemila tonnellate, studia i prodotti delle collisioni tra particelle, una sorta di macchina fotografica che misura l’energia. Gli esperimenti sull’Atlas, sono possibili anche grazie a un altro strumento LHC (Large Hadron Collider). Il collisore di adroni, particelle tra cui sono presenti i protoni che vengono pre-accelerati da questo sofisticato marchingegno, dopo essere stati separati dagli elettroni. Una volta terminato il processo vengono trasferiti all’interno dell’Atlas, che può raggiungere un livello di energia pari a ottomila miliardi di elettronvolt, il punto massimo mai toccato durante un esperimento umano. Attualmente si sta lavorando per potenziarlo, grazie anche al fisico Mirko Pojer, che punta ad ampliare le scoperte e magari a scoprire la vera differenza che intercorre tra materia e antimateria.
Da Ginevra, patria della fisica a Genova, cuore pulsante della robotica, in cui si trova l’Istituto Italiano della Tecnologia, che ospita più di mille ricercatori provenienti da oltre cinquanta paesi differenti. In questo laboratorio sono venuti alla luce 121 brevetti, e l’età media del personale che lo compone è di circa trentatré anni. In questo programma interdisciplinare si cerca di comprendere il percorso della natura e dell’evoluzione, si studiano allo stesso modo corpo e mente seguendo il motto dell’istituto: corpi più performanti e cervelli migliori. Tra le piccole meraviglie osservate: una spugna idrorepellente in grado di assorbire l’olio, o una carta trattata allo stesso modo che non si bagna. Ma più di qualsiasi alta cosa l’interesse cade sul robot umanoide Icub, un prodigio di tecnologia che ha visto all’opera un ampio team di sviluppatori, tra cui Ugo Pataccini. Il robot assomiglia ad un bimbo di quattro anni, è in grado di migliorare grazie all’esperienza ed è dotato di 53 motori indipendenti e vari sensori che gli permettono di avvertire le forze esterne. Riesce a stare in equilibrio sulle proprie gambe ed è ricoperto da migliaia di punti sensibili. La vera sfida è quella di realizzare piccole parti del corpo, come un arto ad esempio, che possano venire collegate al sistema nervoso centrale e che consumino poca energia, come fa il nostro organismo. Tuttavia l’arte e il sogno non potranno mai essere appannaggio delle macchine.
Nel 1989 alcuni scienziati del Cern inventano il World Wide Web, un sistema ideato inizialmente per la trasmissione rapida di messaggi tra fisici provenienti da diverse parti del mondo. Dopo esser rimasto segreto per qualche anno, il progetto è diventato pubblico, precisamente nel 1993. Lo scopo del Cern è quello di diffondere la conoscenza a livello globale.I viaggi nel tempo sono sempre stati un’affascinante campo di ricerca, in quanto dopo le scoperte portate alla luce da Einstain, si comincia a pensare che il tempo sia solamente una dimensione variabile, come le altre tre dimensioni. Lo scienziato tedesco affermava che non esiste un solo tempo ma esistono ‘ I tempi’: tutto infatti dipendeva dalla velocità dell’osservatore. Più il tempo tende a scorrere ad una velocità pari a quella della luce e più rallenta. Attualmente sono stati teorizzati tre modi per viaggiare nel tempo: attraverso i tunnel spazio temporali, utilizzando la gravità o sfruttando le alte velocità. Se si riuscisse a transitare nei pressi di un buco nero per circa due ore, l’accelerazione temporale subita sarebbe tale che sulla terra sarebbe trascorsi ben 500 anni. Esiste uno scienziato americano, di nome Ralph Ring che sostiene di aver viaggiato nel tempo, guidando una navicella progettata da Otis Carr, ma di essere stato messo a tacere dai servizi segreti. Il progetto nacque da una ricerca finanziata dal governo statunitense negli anni ’50, ma la liquidità venne ben presto tagliata in quanto gli scienziati vennero accusati di ‘Trovare delle risposte’ quando era stato chiesto loro solamente di provare a cercarle. Ring e Carr volevano vedere il magnetismo applicato alla vita, per questo danno luce ad un velivolo simile ad un disco volante. Secondo il racconto di Ring , tramite questo prototipo riusci a teletrasportarsi, assieme ad altri due individui, lungo una traiettoria per circa dieci miglia.
Il viaggio termina nella seconda metà dell’800, con il fisiologo italiano Angelo Mosso, lo scienziato che cercava il punto di congiunzione tra spirito e materia. Mosso fornisce una gran quantità di preziosi contributi scientifici, attraverso l’ideazione e la realizzazione di macchinari per i suoi esperimenti. Uno di questi potrebbe essere la campana ipobarica, una sorta di campana pneumatica che simula l’altra quota rarefacendo l’aria al suo interno. Un’altra invenzione geniale? Il Pretismografo, che aveva la funzione di misurare le variazioni di volume delle arterie, e che fu utilizzato nei tribunali come una rudimentale macchina della verità. Infatti secondo Mosso, l’uomo può mentire, ma la pressione arteriosa che sta alla base di una bugia no. I suoi studi sul sistema circolatorio lo portano ad ideare la sua famosissima bilancia. Costituita da una sorta di lettino, aveva la funzione di misurare l’afflusso sanguigno nel cervello al corrispondere di un determinato stimolo. Mosso faceva sdraiare un soggetto sopra di essa, e cominciava a leggere a voce alta una rivista, un giornale, un libro o una poesia, nel tentativo di smuovere le sue emozioni. Lo scienziato mori il 24 novembre 1910, all’età di 64 anni: positivista e indagatore del vero voleva provare a pesare le emozioni, e forse quello che ne sta alla base: l’anima.
Questa sera, lunedì 6 gennaio 2014, alle 21.10 su Rai Due Roberto Giacobbo conduce una nuova puntata di Voyager- Ai confini della conoscenza dedicata alle meraviglie della scienza, direttamente dal CERN di Ginevra. Si parlerà della ricerca del “bosone”, la cosiddetta particella di Dio, la cui recente scoperta ha permesso di assegnare il premio Nobel al fisico Peter Higgs. Voyager darà voce a quei ricercatori che hanno contribuito al progresso del sapere, lavorando nell’ombra e senza ottenere alcun riconoscimento. Le telecamere entreranno nei laboratori dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, dove si lavora per portare il futuro nel presente, attraverso la progettazione e la realizzazione di robot intelligenti e materiali innovativi che potrebbero cambiare concretamente la nostra vita quotidiana. Non mancheranno i famosi quesiti di Roberto Giacobbo su scienza e fantascienza: è possibile viaggiare nel tempo? Secondo alcuni studiosi di fisica questa possibilità esisterebbe, ma c’è un uomo che sostiene addirittura di essere già tornato indietro nel passato.