Nella puntata di martedì 7 gennaio 2014 della trasmissione Le storie di Linea Gialla, vengono riproposte alcune vicende che hanno dominato la cronaca italiana nel corso degli ultimi mesi. Si parte dalla storia di Federico Perna, un giovane detenuto di 34 anni trovato morto nel carcere di Poggioreale lo scorso 8 novembre. Si tratta di una storia che pone lo sguardo sui presunti maltrattamenti e pestaggi che i detenuti subiscono allinterno di alcune strutture penitenziarie da parte di agenti. La madre di Federico, Nobila Scafuro, racconta come il proprio figlio fosse stato rinchiuso in carcere alletà di 31, mentre il fratello, Christian, mostra una foto che lo ritrae nello stato fisico che aveva nel momento in cui è entrato in carcere. Si intravede un uomo di 31 anni che, senza dubbio è in ottima salute, con una corporatura asciutta. Al momento del decesso ci sono foto raccapriccianti che mostrano un uomo molto ingrassato, con diversi lividi e feriti sul corpo. In pratica la denuncia dei familiari è che allinterno del carcere non solo Federico ha subito dei pestaggi, ma gli è stato anche negato il diritto di essere curato visto che soffriva di cirrosi epatica. La madre non riesce a darsi pace per quanto accaduto e si dice pronta a portare avanti una battaglia a tutto campo per ottenere che i detenuti non siano costretti a subire quanto purtroppo ha subito il figlio. Vengono dunque mandati in onda alcuni contributi che parlano della struttura penitenziaria di Poggioreale al cui interno verrebbero consumati atti deplorevoli. Un ex detenuto conferma lesistenza di una cella zero, nella quale veniva rinchiuso un detenuto che doveva essere punito da una sorta di squadriglia che attuava pestaggi durante la notte, lontane dallocchio delle telecamere interne. Lex detenuto rivela come la detenzione allinterno della struttura napoletana sia tutto fuorché una detenzione basata sulla rieducazione sociale e civile. Lex detenuto evidenzia come tutti siano a conoscenza di questi gruppi puntivi costituiti da agenti penitenziari senza scrupoli compresa la stessa direttrice del carcere, ma di come nessuno faccia nulla affinché possano cambiare le cose. Viene quindi mandato in onda un servizio in cui viene sentito il cappellano di Poggioreale, Don Franco Esposito, che denuncia come in effetti nella struttura accadano dei maltrattamenti. Viene sentita in forma anonima anche una volontaria, che parla di alcuni maltrattamenti subiti da un detenuto omosessuale le cui denunce non vengono prese in considerazione. Viene in seguito mandata in onda la clip nella quale il vice capo del Dap, Luigi Pagano (in una puntata precedente del programma) racconta di come sia in atto una sorta di operazione trasparenza per cui si dice disponibile, in qualsiasi momento, a lasciare entrare a Poggioreale le telecamere per una sorta di sopralluogo teso a mostrare come allinterno della struttura non accada nulla di quanto denunciato. In seguito, però, il sopralluogo non è stato concesso, senza peraltro darne una giustificazione. stato inoltre sentito un ex agente penitenziario del carcere di Asti, Andrea Frungillo, che conferma come allinterno delle strutture avvenissero maltrattamenti e pestaggi di varia natura. Frungillo parla di come spesso gli arrivi dei detenuti fossero accompagnati da delle lettere nelle quali veniva evidenziato come dovessero essere trattati bene fino al processo per poi essere maltrattati in seguito. Frungillo parla di come solitamente fossero cinque gli agenti che operavano queste dolorose punizioni e che spesso riguardavano anche il cibo. Nello specifico venivano puniti alcuni detenuti facendo in modo che per due o tre giorni non gli fossero consegnati i pasti. Vengono raccontate poi le storie di Nicola Pagano che ha tentato per ben cinque volte il suicidio in carcere in ragione di quanto fosse dura la vita al suo interno e di Marcello Lonzi che alletà di 29 anni è morto nel carcere di Livorno, ufficialmente per un infarto anche se il padre mostra delle fotografie dalle quale si vedono segni di pestaggi e scie di sangue sul pavimento che portano allesterno della propria cella.
Si volta pagina e si passa a parlare dei maltrattamenti subiti dai bambini della scuola materna De Nicola a Barletta dove la maestra Mariangela Tuppoti è stata immortalata dalle telecamere della caserma dei carabinieri locali mentre si comportava in maniera violenta nei confronti degli stessi piccoli. In studio ci sono due mamme, Mariella Bizzocca e Maria Loconte, i cui bambini hanno evidenziato disagio rispetto alla maestra che li picchiava. Presente anche la psichiatra Sarah Viola, che sottolinea come i bambini di quelletà soffrano particolarmente queste situazioni. Viene mandata in onda unintervista esclusiva alla stessa maestra che in un primo tempo si difende evidenziando come il suo sia soltanto un metodo educativo ed in seguito chiede scusa alle madri per il proprio comportamento eccessivamente aggressivo. La maestra ha patteggiato una pena di 1anno e 6 mesi e dopo 1 mese di arresti domiciliari ora è libera in attesa del processo. Si parla dunque di altri maltrattamenti che hanno riguardato alcune case di riposo come quella di Nepi in provincia di Viterbo, quella di Terni e quella nella vicinanze di Sanremo. Di questultima viene rimarcata la storia di Dany Lagurgue, assistente per il giudice di tutela, che durante una ispezione si è resa conto di quella che stava succedendo. Cambia a ancora il registro e si passa a parlare di come la morsa di Equitalia in contemporanea alla crisi abbia portato al suicidio di ben 119 persone; in particolare si racconta la vicenda di Roberto Mollisi, imprenditore nel campo della ristorazione che messo davanti a debiti sempre più gravosi ha deciso di farla finita. Infine, a distanza di sette anni, si apre una finestra sul processo di Erba che ha visto la condanna di Olindo e Rosa. Azouz Marzouk ha parlato di incongruenze nel processo, gettando qualche ombra su Pietro Castagna.
Dopo la pausa per le festività di Natale e di fine anno, torna in onda in prima serata – su La7 alle ore 21.10 – Linea Gialla, il programma di inchieste giornalistiche condotto da Salvo Sottile. Si tratta di un appuntamento speciale, intitolato Le storie di Linea gialla, che riunisce il meglio della trasmissione. Al centro dellappuntamento odierno troveremo le minacce di Totò Riina, boss di Cosa Nostra, a Nino di Matteo, pubblico ministero di Palermo. Riina è detenuto nel carcere milanese di Opera: intercettato telefonicamente ha dato chiari ordini di uccidere il magistrato. Pronunciava prima delle parole rabbiose nei miei confronti ma poi dei veri e propri ordini di morte che cercava di far pervenire all’esterno, racconta Di Matteo. Il pm aggiunge: Certo, ogni tanto penso che, razionalmente e vedendo le cose con freddezza e razionalità, forse non ne vale la pena di sacrificare tanta parte della propria vita e per tanto tempo al proprio ideale“. E continua: Però poi alla fine prevale sempre la passione per il nostro lavoro. Parlo per me, ma anche per tanti altri colleghi. Nella consapevolezza della bellezza di cercare con i propri limiti, con i propri errori, con i propri sbagli che certamente ci sono stati e ci saranno sempre, la verità. Salvo Sottile, via Twitter, invita tutti i suoi follower e gli amanti del programma a non perdersi la prima puntata del 2014. Ecco il suo tweet: Buongiorno! Stasera su La7 ‘il meglio di Lineagialla’ vi aspetto amici!!!.