Comè stato il ritorno al lavoro e a scuola, cari lettori? Non ve lo immaginavate così duro, eh? Per fortuna che, esaurito il bonus della lunga pausa natalizia, potete guardare fiduciosi alle prossime ferie pasquali che, seguite a breve distanza dal ponte del 25 aprile – e, immediatamente dopo, a quello del primo maggio -, ci spalancheranno le porte alla prospettiva delle vacanze estive, con tutte le aspettative del caso ( già ora, cara, di prenotare!…). EHI!!!… SVEGLIA!!! Siamo solo a gennaio! Se tocca a noi, purtroppo (o per fortuna), langusto compito di riportarvi con i piedi per terra, lo facciamo rituffandoci nella stretta attualità, quella che ci tocca più da vicino (sentimenti personali esclusi, naturalmente): il portafoglio!
Al mondo di sicuro ci sono solo la morte e le tasse. In tempi non sospetti, già il buon Benjamin Franklin nel 1700 si era spinto a una simile affermazione. E se il 2013 si è chiuso con un forte richiamo della politica al senso del sacrificio degli italiani, il 2014, appena nato, già strilla. Ma perché mai? A farlo strepitare sono le tasse che anche questanno gli italiani saranno costretti a pagare, a partire dalla Befana. Perché ciò che stiamo per dirvi, e che la maggior parte di voi ignora, è che il nome Befana è semplicemente lo pseudonimo con cui Arnalda Befera, Bef solo per i più intimi, è conosciuta in tutto il mondo. Il fratello di Arnalda, Amanzio (nella genia dei Bef tutti i nomi propri devono cominciare con la A) è nientepopodimeno che il padre di un altro Bef, a noi assai conosciuto, che di mestiere, dal 2008, fa il direttore dellagenzia delle Entrate: Attilio Befera, appunto. Tra i Bef cè comune visione delle cose, e, soprattutto, un idem sentire sui problemi che angustiano la nostra economia; è per questo che la zia Bef, arrivata proprio ieri nelle nostre case a chiudere le feste natalizie, nella calza ha portato un sacco di nuove tasse, come concordato col Bef nipote, con la tacita approvazione del di lui Bef padre.
La tassa sui vulcani. la vera novità. Il Senato ha approvato un emendamento al decreto salva-Roma che prevede un balzello aggiuntivo per chi intende visitare alcune località, che hanno un vulcano nelle vicinanze. In Italia, almeno per le isole minori, la vulcan tax può già essere applicata come alternativa alla tassa di soggiorno, un balzello che allo sbarco potrebbe immediatamente costarci 2 euro e 50 a cranio. Aggiungete che questi Comuni hanno la possibilità di incrementare limposta fino a 5 euro, in relazione allaccesso a zone per motivi ambientali disciplinate nella loro fruizione, in prossimità di fenomeni di origine vulcanica. Potrebbero essere le stesse guide turistiche locali a illustrare le bellezze del luogo e contemporaneamente i vantaggi della vulcan tax: ogni idea è buona, a condizione di racimolare brevi manu qualche spicciolo. Largomento è scottante, ce ne rendiamo conto. Ma dai primi sondaggi, e cera da immaginarselo, agli italiani questa norma, il cui testo risulta un po troppo magmatico, non piace affatto. Secondo una recente indagine demoscopica, alla domanda Quanto vi brucia lidea di dover pagare la tassa sui vulcani?, il 92,4% ha subito eruttato: Molto!. Il restante 7,6% si è detto pronto a incenerire qualsiasi governo – di destra, di sinistra, grillino o di grande coalizione – che dovesse spillare ulteriore denaro con idee così vulcaniche! Allagenzia delle Entrate – che ha provveduto a ringraziare calorosamente il Senato per questa iniziativa – prevedono una colata di incassi, grazie soprattutto allintroduzione di due nuove LAliquote. La LAVA (LAliquota sulle Vampate Arroventate) e la LAPILLI (LAliquota sui Piroclasti Incandescenti Lanciati Luminosamente nella Ionosfera). Per la riscossione saranno mobilitate anche una società di esattori sgarbati di Stromboli, la Brutti STROnzi, e una sconosciuta associazione siciliana di esperti in prelievi nei crateri, gli Etnologi Anonimi. Loperazione pare abbia già trovato anche uno sponsor caldissimo: la Rowenta.
La Iuc. In principio, nel 1992, fu lIsi che poi, passando per Invim e Ilor, divenne Ici. Di recente si è passati allImu, poi si è vociferato di una Trise, composta a sua volta di Tari e Tasi, in seguito diventata Tuc per arrivare finalmente allattuale Iuc. LImposta Unica Comunale è già stata ribattezzata la tassa di Pippo (yuk, yuk!). Per non smentire la genia Bef, nonno Attilio ha seguito il suggerimento del nipote Apollo, figlio di Acacio, secondogenito di Attilio (il primogenito, Asdrubale, non ha figli). Il giovanissimo Bef (chiamato con il nome di Apollo, così che imparasse sin da piccolo che su ogni cosa va apposto un bollo), da appassionato lettore di Topolino ha più volte sollecitato nonno Attilio, che spesso lo tiene ancora sulle sue ginocchia nei pochi momenti di relax, a una gara a chi sparava più acronimi fiscali ispirati ai fumetti. inutile specificare che Apollo ha vinto a mani basse, inanellando un filotto straordinario di nuovi balzelli:
– ARF (Aliquota Regola Fisco): i cittadini e le imprese che dovranno affrontare entro la fine del prossimo mese le procedure per regolare i loro rapporti con il fisco, potranno avvalersi di una rateizzazione, ovviamente maggiorata dall’aliquota ARF, che li ponga nella condizione di meglio affrontare il pagamento della seconda o unica rata Irpef non pagata a dicembre;
– (Sovrattassa Ordinaria Bimestrale): nell’ambito della Riforma del Sistema di Finanziamento delle Regioni, tutti i prelievi che potevano immaginarsi come straordinari diventano ordinari grazie alla SOB, tassa che già onomatopeicamente indica dolore, tristezza e pianto;
– (Tassazione per Rifare Il Censimento Tentando di Renderlo Almeno Comprensibile);
– PXIC (Presa x il C…): è una tassa che potrebbe paradossalmente riscuotere un certo successo di critica e di pubblico.
Alla fine del gioco, a casa Bef si è brindato alla lungimiranza del giovane Apollo, mentre zia Bef salutava il fratello Asdrubale, sparendo dalla finestra a velocità siderale, e papà Acacio si coccolava amorevolmente il rampollo-Apollo di famiglia. E nonno Attilio? Ovviamente, stava prendendo diligentemente nota di tutto…