Ieri sera, domenica 12 ottobre 2014, è andata in onda una nuova puntata di Report, il programma di approfondimento giornalistico condotto da Milena Gabanelli. Vediamo di che cosa si è discusso in studio: al centro della puntata la tragedia della Costa Concordia, la nave affondata il 13 gennaio del 2012 nelle acque dell’Isola del Giglio e riemersa soltanto di recente per andare verso il porto di Genova, dove è stata costruita e dove verrà smantellata. La tragedia avrebbe avuto luogo per l’imperizia e l’imprudenza di Giovanni Schettino, il comandante che la notte in cui la nave affondò volle come di consueto fare l’inchino, ovvero il saluto alla terraferma di cui la Costa ha sempre detto di non sapere nulla, al contrario di ciò che si può evincere da alcuni documenti da cui risulta che tale prassi era ben nota alla compagnia. Schettino racconta le sue ragioni all’inviata del programma, Giovanna Boursier, riferendo alla giornalista che il timoniere indonesiano, che da quanto è emerso dalle indagini aveva iniziato a tenere il timone in mano soltanto da venti giorni, non capì i suoi ordini. Come riferito dallo stesso comandante, dopo essersi reso conto dell’impatto con la roccia, Schettino decide di chiamare Costa invece di dare l’allarme: rintraccia al telefono Roberto Ferrarini, uno dei responsabili dell’unità di crisi di Costa, che sembra essere più preoccupato per i danni alla nave che non per tutte le persone presenti a bordo. Saranno i passeggeri a chiamare la Capitaneria, mentre Schettino darà l’allarme soltanto un’ora dopo e sarà accusato di aver abbandonato la nave mettendosi in salvo prima di accertarsi che tutti i passeggeri fossero saliti sulle scialuppe di salvataggio: Schettino afferma di non avere avuto scelta e di essere arrivato su una scialuppa per aiutare un uomo del personale di bordo che non riusciva a disincastrare l’imbarcazione, ma molti hanno sollevato dubbi sulla veridicità della situazione da lui descritta, ipotizzando che invece il comandante abbia voluto consapevolmente abbandonare la nave per salvarsi la vita. Avendo abbandonato la nave, Schettino non riesce a fornire alla Capitaneria di Livorno il numero delle persone a bordo, e per questo viene incalzato telefonicamente, con un’esortazione ormai passata alla storia, da Gregorio De Falco, un ufficiale che da poco tempo è stato de-mansionato e trasferito in un ufficio, si dice per la parolaccia pronunciata nel corso della telefonata con Schettino. I periti di parte hanno comunque accertato il malfunzionamento di ascensori e scialuppe, ed è emersa anche l’impreparazione dell’equipaggio ad affrontare le emergenze. Schettino è stato licenziato dalla Costa e rimane a oggi l’unico imputato nel processo per la tragedia che ha visto morire trentadue persone, dato che gli altri imputati hanno patteggiato: Schettino precisa che a lui non è stata offerta l’opportunità di patteggiare nonostante gli stessi capi d’imputazione degli altri soggetti coinvolti, e fa notare la necessità di estendere il concetto di responsabilità all’intera organizzazione. In questa prospettiva, anche le fasi della progettazione e della certificazione non sarebbero state esenti da negligenze ed errori: a questo proposito vengono tirate in ballo anche Fincantieri e Rina, soprattutto rifacendosi ad un’intercettazione che ha registrato una telefonata tra due dipendenti della Costa, secondo i quali la Rina farebbe tutto ciò che Fincantieri gli ordina di fare, gettando così un’ombra sulla sicurezza delle certificazioni emesse dalla prima. Nel mese di luglio sono cominciate le operazioni per portare via il relitto della nave,mentre il 17 settembre ha avuto inizio lo smantellamento, fase particolarmente delicata di cui Giovanna Boursier cerca di sviscerare diversi aspetti. Uno è quello del business legato alla tragedia, che coinvolge aspetti come il turismo e l’industria delle acciaierie, ma anche riguardante il valore vertiginoso (circa 10 milioni di euro) dell’appalto per lo smantellamento, che sembra anche in questo caso condurre a Fincantieri, mediante tutte le società e i consorzi impegnati nelle operazioni di distruzione del relitto.Milena Gabanelli sposta poi l’attenzione su uno dei servizi della puntata scorsa, precisamente quello riguardante il cattivo funzionamento di dispositivi medicali normalmente certificati e messi in commercio: la denuncia non è caduta nel vuoto ed è stata raccolta dalla Guarda di Finanza, che facendo irruzione nell’Istituto Superiore di Sanità ha trovato non soltanto le attrezzature e gli strumenti falsamente certificati, ma anche diversi dipendenti impegnati a stampare dei falsi rapporti. L’atmosfera diventa più distesa quando la conduttrice introduce un’intervista a Gino Paoli: la giornalista racconta che il primo incontro con il cantautore genovese non è stato dei più felici, in quanto Paoli l’apostrofò con parole poco carine dopo un servizio sulla Siae mandato in onda nella trasmissione da lei condotta. Giunti al secondo incontro in un’atmosfera decisamente più cordiale e distesa, Gino Paoli, giunto ormai alla soglia delle ottanta primavere, ripercorre la sua carriera parlando dei suoi brani più famosi, come La gatta e Il cielo in una stanza, non trascurando però di raccontare anche momenti bui, come quello del tentato suicidio. La Gabanelli lo induce a parlare dei suoi amori, delle sue donne, dei suoi figli, e l’artista racconta ai suoi telespettatori il suo rapporto con la televisione, ricordando a questo proposito anche la geniale imitazione che di lui fece il grande Alighiero Noschese. La Gabanelli cita poi la sua breve esperienza in politica, con la quale il cantautore dice di non essere stato in grado, purtroppo, di cambiare nulla. A conclusione del programma, la conduttrice mostra ai telespettatori alcune anticipazioni riguardanti la puntata di domenica prossima: al centro della trasmissione ci sarà il trattato commerciale stipulato tra Europa e Stati Uniti, sconosciuto ai più ma suscettibile di avere forti ripercussioni sulle nostre vite.
Stasera in tv su Rai 3 troviamo una nuova puntata del programma Report, visibile anche in diretta streaming. Questa sera il programma di Milena Gabanelli torna a parlare del naufragio della Costa Concordia. Clicca qui per vedere la diretta streaming di Report su Rai.tv
Torna lappuntamento con Report, il programma di inchiesta condotto su Rai 3 da Milena Gabanelli: i nuovi casi ci aspettano infatti stasera, dalle 21.40. Come già è stato anticipato, in prima serata, si tornerà a parlare della tragedia della Costa Concordia che è naufragata il 13 gennaio 2012 allIsola del Giglio e da poco è stata fatta galleggiare nuovamente, in modo che potesse affrontare il viaggio verso lo smantellamento nel porto di Genova. Ecco qui alcune immagini di anteprima esclusiva proposte da Rai.Tv, in cui una delle inviate della Gabanelli, Giovanna Boursier, cerca di indagare la struttura di quelle navi, andando a fondo della questione con due esperti. Clicca qui per vedere il video dellanteprima su Rai.Tv.
Oggi, domenica 12 ottobre 2014, ci aspetta un nuovo appuntamento con Report, il programma dinchiesta condotto da Milena Gabanelli a partire dalle 21.40. Nello studio della conduttrice si tornerà a parlare della Costa Concordia, affondata il 13 gennaio 2012 presso lIsola del Giglio, e del suo capitano Schettino. Proprio in questoccasione verrà ospitata una nuova ricostruzione delle vicende di quella notte da parte dello stesso diretto interessato. Schettino affermerà che colui a cui stava passando gli ordini per evitare lo scontro e il successivo affondamento della nave, parlava lingua inglese e ha fatto esattamente il contrario di quanto gli aveva ordinato di fare. Andando avanti, si cercherà di capire che cosa esattamente è successo quella notte, quando sono stati i passeggeri stessi a chiamare la Capitaneria e durante la quale sono morte 32 persone, di cui 5 persone facenti parte dellequipaggio e 27 passeggeri.
Milena Gabanelli tornerà poi a parlare della questione che vede protagonisti Sergio Borsato e Massimo Giacobbo, che hanno registrato uno degli inviati della conduttrice, Sigfrido Ranucci, e in cambio hanno lasciato la promessa di fornirgli del materiale a sfondo sessuale che vedeva coinvolto il sindaco di Verona, Flavio Tosi. Proprio lui aveva poi fatto partire una denuncia per diffamazione nei confronti di Ranucci, quando in realtà era stato lo stesso sindaco a organizzare tutto per poter incastrare il giornalista, accusandolo di tramare contro la sua figura a fini politici. La Digos ha scoperto questo dopo le indagini, e stasera la conduttrice ripercorrerà la vicenda e ne spiegherà gli ultimi sviluppi.