Si intitola Il giovane favoloso, è firmato dalla penna registica di Mario Martone ed è stato presentato alla 41esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Un film immenso. Che racconta della storia del grande poeta Giacomo Leopardi in maniera sublime, sfiorando le corde dellanima di qualsivoglia spettatore, appassionato di letteratura o meno. Uno strabiliante Elio Germano, nei panni del bambino prodigio che, cresciuto sotto lo sguardo implacabile di un padre un po padrone, riempie le sue giornate studiando, riflettendo e sognando, con il solo ausilio di una villa intera, colma di libri, biblioteca eccelsa. Finche alletà di 24 anni le speranze di conoscere orizzonti differenti da quelli della pur bellissima ma chiusa Recanati diventano realtà, così che il giovane poeta, con la compagnia del fedele amico Ranieri, possa finalmente scoprire lItalia, da Firenze, a Roma, e poi Napoli, vitale e plebea.
Un racconto davvero interessante, con una colonna sonora prepotentemente presente, ma sempre elegante e coinvolgente, mai banale, unita a una recitazione eccezionale. Questo fa de Il giovane favoloso unopera del cinema italiano del quale andare orgogliosamente fieri. Affrontare la vita di Leopardi significa svelare un uomo libero di pensiero, ironico e socialmente spregiudicato, un ribelle, racconta Mario Martone, regista e co-sceneggiatore. E non si tratta affatto di un film storico, Il giovane favoloso vuol essere la storia di unanima, che ho provato a raccontare con tutta libertà, e con lausilio del cinema.
Un prodotto cinematografico per il quale non si può far altro che ringraziare. Perché proprio in questi 135 minuti di lungometraggio si racchiude il grido dellIo dellumano. Un Io che arde di Desiderio, e che si pone domande a proposito della mancanza Misteriosa che sente un po anche sua. Ecco cosera quindi Leopardi. Uno come tanti, che tuttavia non si sottraeva al dubbio, affermando, al contrario, che proprio lì, nellincertezza, ci stia la Verità.
Con le musiche eccelse di Gioachino Rossini, e gli intermezzi elettronici del bravo Sascha Ring, guarnito da una recitazione pura e coinvolgente di attori del calibro di Michele Rondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco e Isabella Ragonese, e con la fotografia, unica, di un paesaggio che solo la nostra amata Italia si può permettere di concederci, Il giovane favoloso è unico e favoloso, come già il titolo richiama. Davvero da non perdere.
E a chi dice che non si tratti di altro che un film per studentelli e insegnanti felici di poter spiegare l’universo intero in modo un po’ meno complesso, beh, dico che mai errore più grave potrebbe esser commesso. Perché Il giovane favoloso non parafrasa affatto i lavori di una vita da triste, solitaria e intelligentissima. Ma efficacemente presenta, al contrario, un continuo e commovente richiamo alla domanda: Chi sono veramente, Io? E, personalmente, credo non esista cosa più bella al mondo.