Nella puntata del 23 ottobre di “Storie vere” Eleonora Daniele introduce un servizio sul caso di Elena Ceste, la mamma di Costigliole d’Asti sparita nel nulla 9 mesi fa. Gli esami del DNA hanno confermato che il cadavere ritrovato in un canale di scolo privato sabato scorso a Isola D’Asti è quello di Elena Ceste. Il cadavere è stato ritrovato dal proprietario del fondo e dall’addetto comunale impegnato ad eliminare le sterpaglie dal canale, dopo le ultime esondazioni, in una zona molto vicina alla casa di Elena Ceste. Andrea Biavardi costata amaramente che la soluzione del giallo era a pochi passi da casa della vittima, come sottolineato anche da Grazia Longo, che evidenzia sotto questo aspetto un’analogia con il caso di Yara Gambirasio. Il corpo è stato ritrovato senza abiti, in avanzato stato di decomposizione, in una zona che era stata battuta già a gennaio dagli uomini che hanno effettuato le ricerche. In collegamento telefonico Paolo Lanzilli, ex fidanzato di Elena, presente in studio la scorsa settimana, si mostra affranto e non riesce nemmeno a parlare. In studio anche Morena, la migliore amica di Elena, che assieme a Paolo aveva fondato un’associazione per facilitare le ricerche di Elena Ceste. Alessandro Meluzzi spiega che dalle indagini tossicologiche e traumatiche sul cadavere gli inquirenti, che indagano nel massimo riserbo, riusciranno a comprendere se si sia trattato di suicidio ed omicidio. Elena è morta nelle vicinanze del canale o è stata trasportata li in un momento successivo?



Il Garante nazionale dell’Infanzia Vincenzo Spadafora, presente in studio, lancia un appello agli abitanti di Parco Verde di Caivano, chiedendo loro di collaborare con le forze dell’ordine per la risoluzione del caso della morte della piccola Fortuna Loffredo. Fortuna aveva subito violenze sessuali e ciò significa che in zona c’è almeno un pedofilo che potrebbe minacciare anche i loro bambini. Spatafora sottolinea che centinaia di bambini e i loro genitori vivono in uno stato di angoscia, in una zona già vessata dalla presenza capillare della camorra. Intanto le indagini degli inquirenti continuano e non è ancora stato escluso il collegamento con la morte del piccolo Antonio Giglio, morto in circostanze simili un anno prima.



Il tribunale del Riesame ha confermato la custodia cautelare in carcere per Massimo Giuseppe Bossetti, il presunto omicida di Yara Gambirasio, rigettando la richiesta di scarcerazione presentata dai suoi legali. La decisione del tribunale suona come un anticipo di ergastolo e Bossetti, che continua a proclamarsi innocente, è disperato ma intenzionato a lottare, anche per sua moglie e per i 3 figli. L’avvocato di Bossetti ha preannunciato il ricorso per cassazione contro alcune parti dell’ordinanza e la richiesta formale di ripetizione della prova del DNA.

Si torna a parlare di Elena Ceste e Biavardi attacca tutti coloro che avevano parlato di un allontanamento volontario, infangando l’immagine della donna. Secondo Meluzzi il modo migliore per onorare la memoria della vittima è la puntuale ricerca della verità. Innanzitutto è necessario capire se il corpo era li sin dall’ora della morte o se è stato trasportato. Morena non ha mai creduto all’ipotesi della sparizione e non ha ancora parlato con Michele, il marito di Elena, in quanto ha sempre pensato che l’uomo conoscesse la verità.