Gli artisti veri non si vendono. Non trovano la propria voce piegandosi alle esigenze del mercato e dei produttori, non inseguono gli stuoli di ammiratori che diventano lobiettivo ultimo – insieme ai soldi – della vita di chi si atteggia a divo. Gli artisti trasformano le piccole cose in momenti ricchi di significato, perle effervescenti che però, con il passare del tempo, diventano sempre più rare. Più filo che perle, come afferma la protagonista del film Tutto può cambiare, Greta, interpretata da Keira Knightley. La pellicola, scritta e diretta da John Carney (lo stesso di Once), racconta una storia controcorrente, che esalta il valore della libertà artistica in un momento in cui, dalla musica alla Tv, dal cinema alleditoria, si cerca solo il facile successo commerciale.

Greta è una musicista di talento, ma vive allombra del fidanzato Dave (Adam Levine) che la porta a New York per lavorare con una celebre etichetta discografica. Mentre lui piega la propria voce e adatta i testi scritti con lei alle esigenze commerciali, Greta si trova a portare i caffè, a girare in bicicletta per la città e a soffrire la solitudine nellenorme appartamento offerto dalla casa discografica. Quando, ascoltando un brano di una banalità sconcertante, si rende conto che Dave la tradisce, fa le valigie e affronta la Grande Mela da sola.

Per fortuna, a sostenerla cè un amico che suona per strada, grazie al quale Greta si esibisce, riluttante, in un locale dove incontra un discografico in rovina, Dan (Mark Ruffalo). Luomo, in crisi con la moglie e incompreso nel suo desiderio di scoprire i veri talenti, crede nelle perle rare e vede in lei qualcosa di speciale. Il processo che li porta a incidere un album particolare, registrato nei diversi quartieri della città, è raccontato in modo piacevole: ottima musica, scene delicate, inquadrature che ritraggono una New York – coerentemente con lidea centrale del film – priva di glamour.

La struttura a incastro serve a raccontare le storie dei protagonisti, a tracciare i percorsi che li portano a incontrarsi: dietro ogni incontro casuale cè, in realtà, un percorso affine, che finisce per unire le persone che hanno bisogno luna dellaltra. Il film porta a riflettere sulla necessità di trovare qualcuno che crede nellartista, la particolare sintonia che si crea quando ci imbattiamo in un testo che sembra scritto proprio per noi (perché nasce da unesperienza autentica) e la sensibilità di chi legge tra le righe e sa che ogni espressione artistica racconta qualcosa della persona da cui nasce.

La parte romantica interessa poco, ma, d’altra parte, Tutto può cambiare non è una storia d’amore. È la storia di un incontro tra due persone la cui vita è bloccata, sole sulla banchina della metropolitana dopo avere perso il treno, salvate dalla passione per la musica autentica, unite dalla capacità di sottrarsi alle trappole del sistema. Nella vita privata, però, le loro strade divergono. Dan ritrova la famiglia, l’intesa con la moglie e il rapporto con la figlia adolescente, mentre Greta sceglie di restare da sola, di non credere alla promessa che tutto possa tornare come prima, perché non è così che si cresce. “Tutto può cambiare” e, quando cambia, bisogna essere pronti ad abbracciare le nuove avventure che ci attendono, senza voltarsi indietro.