Anche Raffaele Fitto, europarlamentare di Forza Italia protagonista di un recente duro scontro con Silvio Berlusconi, sarà tra gli ospiti della puntata di “Che fuori tempo che fa”, condotta da Fabio Fazio su Rai Tre. Fitto è nato a Maglie, in provincia di Lecce, il 28 agosto del 1969. Figlio del politico Salvatore Fitto, Raffaele ha conseguito la laurea in Giursiprudenza nel 1994. La sua carriera politica comincia nel 1990, quando viene eletto consigliere regionale in Puglia, candidato per la Democrazia Cristiana. Dopo lo scioglimento del partito aderisce al PPI e si ricandida con la CDU di Rocco Buttiglione a consigliere regionale, risultando eletto per la seconda volta consecutiva. In quella legislatura regionale Fitto viene nominato anche vicepresidente della Regione.



A partire dal 1998 Fitto si avvicina al Polo per le Libertà e si candida alle elezioni regionali del 2000 come candidato nel centro-destra. Fitto sconfigge il candidato del centro-sinistra Giannicola Sinisi e diventa presidente della regione Puglia, il più giovane presidente di regione dall’istituzione degli enti territoriali. Nella legislatura successiva Fitto si ricandida ma viene sconfitto da Nichi Vendola per una manciata di voti. Fitto aderisce a Forza Italia e viene eletto deputato alle elezioni politiche del 2006, anno in cui il premier Berlusconi lo nomina responsabile di Forza Italia al sud. Rieletto deputato nelle elezioni del 2008, Fitto viene nominato Ministro degli Affari Regionali nel quarto governo Berlusconi. Viene poi eletto europarlamentare nelle file di Forza Italia, nelle ultime elezioni europee del 2014, risultando il secondo candidato più votato in Italia all’interno di una singola circoscrizione (Italia meridionale).



A partire dal mese di marzo del 2014, Fitto è uno dei membri del Comitato di Presidenza di Forza Italia. Negli ultimi tempi si è espresso su posizioni differenti rispetto a quelle dominanti nel partito, e conseguentemente i media hanno paventato più volte l’ipotesi scissione all’interno del partito. In particolare Fitto ha più volte ribadito l’opportunità di scegliere il candidato premier del centro-destra con il metodo delle primarie (come avviene nel centro-sinistra), metodo da estendere a più livelli per riformare l’organigramma del partito, bocciato dall’ex premier, che ha definito le primarie un meccanismo di nomina soggetto a possibili manipolazioni e in grado di minare l’unità del partito. Fitto ha mostrato anche di non apprezzare molto l’alleanza con Matteo Renzi, sancita dal cosiddetto patto del Nazareno, e nell’ultimo ufficio di presidenza si è scontrato pesantemente con l’ex premier, che avrebbe precisato che Forza Italia è un partito molto diverso dalla Democrazia Cristiana, partito del padre di Fitto e in cui Raffaele ha cominciato la propria carriera politica, minacciando il deferimento ai probiviri, procedimento preliminare all’espulsione dal partito.



Berlusconi non gradisce l’opposizione interna e ha invitato Fitto ad allinearsi alle linee maggioritarie. Fitto, a sua volta, ha ribadito di non voler creare una scissione e che continuerà la sua battaglia per una maggiore democrazia nel partito, dall’interno. Berlusconi ha accusato Fitto di far perdere voti al partito con le sue dichiarazioni in tv (una percentuale compresa tra il 3% e il 4% a ogni dichiarazione contro il partito) e lo ha invitato a collaborare per l’attuazione delle riforme costituzionali del governo Renzi, molto simili a quelle desiderate da Forza Italia. Assisteremo presto ad una fuoriuscita dal partito, guidata da un elemento di spicco, come già avvenuto per Gianfranco Fini e Angelino Alfano?