Nelle sale dal 2 ottobre, si intitola Fratelli unici, ed è il nuovo film di Alessio Maria Federici che vede nel cast, tra gli altri, quattro bellezze tutte italiane, e soprattutto apprezzatissime dal pubblico maschile o femminile che sia. Raul Bova, Luca Argentero, Carolina Crescentini e Miriam Leone portano in scena una nuova… Non saprei. Una nuova commedia anche se non si ride? Certo c’è il romanticismo, almeno quello. Ma il divertimento, personalmente, quello è proprio mancato.

La sceneggiatura di Luca Miniero ed Elena Bucaccio è purtroppo confusa. Il film un po’ troppo farso. Raul Bova, alias il chirurgo Pietro, a seguito di un incidente perde completamente la memoria. Non ricorda nemmeno quale sia il suo nome, e torna improvvisamente bambino. Il fratello Francesco (Luca Argentero), invece, latin lover di professione, si vede costretto ad assistere il piccolo Pietro cercando di restituirgli i ricordi e l’affetto mancato.

Interessanti le figure femminili Giulia (Carolina Crescentini), ex moglie del bel smemorato, e Sofia (Miriam Leone), vicina di casa del playboy Francesco, insegnante di Yoga, e femminista convinta. Insomma, a personaggi ci siamo. E la bellezza di questi è indiscutibile. Ma vogliamo parlar della trama?

Ecco, quella è purtroppo insufficiente. E, peraltro, il racconto sembra finir in ogni istante, ma pare anche ricominciare in continuazione. Tra famiglie allargate, matrimoni finiti, figlie abbandonate e chi più ne ha più ne metta, due cose fondamentali vengono inesorabilmente perse di vista: le risate, quelle vere e spontanee che dalle commedie ci si dovrebbe aspettare, e il filo logico della sinossi.

Peccato, perché gli attori non son niente male. E il regista nemmeno. Ma Fratelli unici ti fa arrivare a fine film senza che ti sia chiaro cosa tu abbia visto o, per lo meno, cosa ti volessero raccontare. Il filo rosso della passione certo è presente, ma le mancanze sono tante, e sono anche pesanti. Insomma, Fratelli unici non piace. Vede una costruzione tecnica che da cinema non si può definire, e probabilmente è molto più televisivo di quanto si possa immaginare.

Molto brava Miriam Leone che mostra in modo semplice ma fondamentale, anche stavolta, le sue doti artistiche, spiccate e meritevoli. Il peggiore è invece Raul Bova che, nonostante possa esser un poco scusato dal fatto che certo il suo non è il ruolo più semplice, rimane però quasi “incapace”. Se non fosse perché so che Raul Bova è Raul Bova, rimarrei della convinzione che “quell’attore lì recita proprio male”. Così così, mi spiace ma così è, stavolta, anche Luca Argentero. Allora il dubbio resta, ma guai a domandarlo al regista: è stata una scelta desiderata? Non faccio altro che sperare che così sia.

Ma gli incassi sono quasi assicurati, perché le donne certo due personaggi maschili di questo rango non se li devono proprio lasciar sfuggire. E, dopotutto mentirei se dicessi che i fisici di Bova e Argentero su grande schermo per 90 minuti non sono comunque apprezzati. Allora, per riderci su, in fatto di bellezza del film siam tutti d’accordo. Sulla sua comicità, però, rimango tristemente perplessa. E, lo ammetto, mi aspettavo molto di più.