Crozza fa iniziare il proprio show con Matteo Salvini, che tiene un comizio circondato dai propri sostenitori, con tanto di maglietta con su scritto stop all’invasione. Per prima cosa il leader della Lega ringrazia la folla occorsa per l’occasione, e insieme a questa fa partire cori da stadio contro i clandestini, rimarcando però di non essere razzisti. Decide poi di tornare in un campo rom, ma teme per la propria salute e dunque indossa una muta. Svestiti i panni di Matteo Salvini, Crozza ammette di non saper ancora imitare il leghista, però si lancia in un commento della svolta subita dalla Lega, che ha saputo reinventarsi decisamente, passando all’occorrenza dal secessionismo al nazionalismo. Si passa poi a Grillo, sottolineando come un po’ tutti noi nascondiamo e reprimiamo un piccolo fascistello in noi, canticchiando C’è un fascista in me, con la faccia di Beppe sul grande schermo dietro di lui. In Europa Grillo si è trovato un nuovo alleato, col quale condivide molte idee. Crozza però indica alcune teorie di Janusz Mikke, che forse Beppe condivide o meno. Si tratta ad esempio di frasi come Mussolini fece di tutto per aiutare gli ebrei. Scappa una risata solo a sentirle queste frasi, riportate da L’espresso, e viene da chiedersi, come fa Crozza del resto, se il comico in realtà non sia lui invece che Grillo. Anche questa settimana si parla di Renzi e Berlusconi, che però ora paiono aver fatto la pace dopo i litigi degli ultimi tempi. Li davano per finiti ma paiono recuperare terreno, anche se la crisi non è passata, così come quella del paese, e tra i tanti problemi dell’Italia Crozza aggiunge i fiumi che continuano a esondare e Morgan che dice addio a X-Factor. Il conduttore non chiede tanto, come ad esempio risollevare l’Italia, ma almeno uno squillo a Morgan per fargli cambiare idea. Napolitano è in vena di addii, sottolineando come a gennaio potrebbe dire addio al proprio ruolo istituzionale. E’ così rivolto al futuro che annuncia come finirà il proprio discorso di fine anno, ovvero buon anno, buone feste e ora sono c…i vostri. Ha in mente un viaggio Napolitano, che vola nello spazio insieme a Lo Turco. Vanno sulla Luna e tornano sulla Terra nel 2054, ma i giornali non so cambiati, con il Corriere che parla della mancata intesa tra Renzi e Berlusconi senza Napolitano. La domanda è d’obbligo, ma Silvio è ancora in vita nel 2054? Peggio delle macchie d’olio, non si riesce a mandarle via in nessun modo. Arriva anche un Renzi molto attempato, con 80 anni sulle spalle, che fa sempre i soliti discorsi social, spaventando Napolitano che torna sulla Luna. Il clima è gioviale, dal momento che Renzi, Grillo e soci non fanno altro che proporre battute, e così si passa allegramente dalla politica al mondo del calcio, rappresentato ovviamente dallo stralunato Massimo Ferrero, che indossa occhiali scuri e la solita sciarpa della Sampdoria. Stavolta però la sciarpa è usata tipo bavaglio, perché il presidente dice che ormai non può più parlare. Ha deciso di autoimporsi un silenzio stampa d’emergenza, dal momento che le battute su Thohir, chiamato filippino, gli sono costate molto caro. Il presidente però è incontenibile, e così ci ricasca quasi immediatamente, con battute sempre sui filippini e sui peruviani, mettendo in mezzo anche la sua amata Ilaria d’Amico. Il silenzio stampa è reale, e il vero presidente della Sampdoria lo ha adottato come tattica per evitare, a suo dire, d’essere strumentalizzato. Infine però Zalone gli chiede un commento sulla sfida al Cesena della prossima settimana. Ferrero accetta di parlarne e saluta calorosamente tutti gli amici di Cesena, che come sempre ci guardano da lassù, definendo Cesena come una bellissima isola. Una piccola inchiesta poi sulle istruzioni di alcuni elettrodomestici. Si parte dal trattore, per il cui utilizzo i produttori chiedono di evitare la morte. Crozza sottolinea che è tutto vero, e come veniamo trattati come scemi. Sul ferro da stiro c’è scritto di evitare di stirare gli abiti sul proprio corpo. Invece poi cose come la legge di stabilità non riportano istruzioni di alcun tipo. Tocca poi al momento atteso ormai da tutti, quello di Razzi, che deve parlare degli 80 euro di Renzi, ma finisce a cantare una versione tutta sua di Pietre. Zalone chiede dei rumors sull’addio di Napolitano, ma per Razzi è normale fare rumors, basta ventilare un po’, soprattutto sotto Natale, perché si mangia di più. Si parla del multagate di Marino a Roma, ma Razzi è liberale, e non gli importa se Marino a casa sua vuol portare molti gay. Infine una domanda su Rosetta, arrivata su una cometa nello spazio, ma Razzi non ci crede, perché dice sarebbe stata meglio una baguette, avendo più mollica della rosetta, che invece nello spazio si fa subito dura. Alla fine un commento sulle segregazioni, ma Razzi dice che sono ragazzate che un po’ tutti abbiamo fatto. Il programma si chiude come al solito con Kazzenger, che cerca rigore scientifico come Gandhi una bella rissa. Ci si fa domande fondamentali, come la questione dello schizzo di limone in grado di trovare sempre l’occhio, o anche il matrimonio di Gesù, con Cristo esasperato e costretto a fare i miracoli per andare avanti.



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