Come la narrativa, anche il teatro fornisce le storie da adattare al grande schermo. Il drammaturgo Israel Horovitz sceglie così, per il suo debutto alla regia, una pièce teatrale che ha riscosso successo al Promenade Theater di New York, My Old Lady, un dramma psicologico che indaga le conseguenze delle scelte dei genitori sui figli.

A Parigi, la novantenne inglese Mathilde (Maggie Smith) vive con la figlia Chloé (Kristin Scott Thomas) in uno storico appartamento del Marais, di proprietà di un americano da poco defunto. Quando lerede dellimmobile, Mathias (Kevin Kline), arriva in Francia con lintento di venderlo e salvare così le sue finanze disastrate, scopre la realtà del viager, il vitalizio ipotecario, un sistema diffuso in Francia che impedisce al proprietario di entrare in possesso dellappartamento fino alla morte dellinquilino. Una sorpresa sgradita che non ferma però i piani di Mathias, deciso a trovare una soluzione al problema e a concludere laffare con un potenziale acquirente, ignorando le proteste di Chloé che si dimostra ostile alla sua presenza fin dal primo incontro.

I tentativi di vendere a ogni costo, rappresentati con un tono da commedia, si scontrano con i segreti che affiorano nel corso della storia, custoditi dai genitori defunti, dallanziana Mathilde e dalle fotografie sparse per casa, frammenti di un passato che unisce le due famiglie più di quanto Mathias possa immaginare. Il film si trasforma così in un dramma psicologico complesso e toccante, che richiama Spettri di Henrik Ibsen e recupera il tema classico delle colpe dei padri che ricadono sui figli.

La Parigi ripresa da Horovitz è la città malinconica e romantica che conosciamo, tra antiquari, giardini nascosti, abitazioni sulla Senna e cantanti di strada. Uno sfondo che si adatta a una trama concentrata sulle relazioni tra i personaggi, sui dialoghi e le espressioni del volto, più che sul rapporto con lesterno.

Rispetto al testo teatrale, assume un ruolo centrale il personaggio di Chloé, il vero trait dunion tra il mondo di Mathilde, custodito negli oggetti che popolano la casa e nei ricordi di un amore lontano, e quello di Mathias, che vaga in un limbo di rancore e di problemi irrisolti. Quanto pesano le decisioni dei genitori, le scelte fatte per amore e per disperazione, senza pensare alle conseguenze per i figli? Cosa accade ai bambini che vivono ogni giorno linfelicità delle madri e dei padri, che assistono ai tradimenti e li portano con sé anche da adulti? Rischiano di cadere nelle stesse situazioni e ripetere i medesimi errori, naturalmente, come Chloé, che frequenta un uomo sposato esattamente come la madre tanti anni prima.

Affrontare i fantasmi è l’unico modo per liberarsene. Aprirsi all’amore e al perdono è la sola via verso il futuro, perché insegna a rimettere in ordine i tasselli scomposti della propria vita e a dare un senso agli eventi.

Così, nonostante gli accenti tragici, il finale si apre alla speranza di una riconciliazione, con il presente, con il passato e, soprattutto, con se stessi.