La leggenda del Conte Dracula, così come ci viene presentata nel romanzo di Bram Stoker, è nota a tutti, se non altro per la miriade di pellicole che, a partire dagli anni 20, a essa si sono ispirate. Murnau, Herzog, lo stesso Coppola: svariati registi hanno dato una propria, personale lettura del capolavoro che ha rivoluzionato il gotico mondiale. Ciò che non tutti sanno, però, è che dietro le leggendarie vesti del Conte Dracula si celerebbe il principe di Valacchia Vlad Tepes (impalatore), figura storica realmente esistita famosa per il suo ardore nel respingere gli assalti dei Turchi. A quanto pare la sua sete di sangue sarebbe stata tanto insaziabile da valergli la nomea, presso gli abitanti della regione, di vampiro. 

Dracula Untoldsi prefigge il compito di raccontare il dietro le quinte di Dracula, la sua trasformazione da eroe sanguinario a creatura delle tenebre, con unoperazione di umanizzazione del cattivo che già Maleficent aveva messo in atto. Lidea in sé non è malvagia, e sarebbe bastato un minimo di accortezza in più per rendere questo Dracula Untold, se non un capolavoro, almeno un film da ricordare nel panorama fantasy. Purtroppo, però, Gary Shore non dimostra di saperci fare dietro la macchina da presa, e il film finisce per fare acqua da tutte le parti. Ma andiamo con ordine.

Luke Evans è il principe Vlad III di Valacchia, il quale, pur di difendere il proprio popolo dallavanzata turca, non esita a stringere un patto di sangue con un vampiro. La trama può essere riassunta così, perché il resto della pellicola è costellato di dialoghi dimenticabili, personaggi dello spessore di un origami e scene di combattimento riprese da una telecamera tremolante e confusa. Le uniche scene dazione che si salvano sono quelle in cui, come un novello supereroe Marvel, Vlad/Dracula scatena la furia dei propri poteri su un inerme esercito avversario; in questi casi la sciatteria registica lascia spazio ad adrenaliniche volate della macchina da presa, che, se non altro, permettono di godersi appieno uno degli aspetti più positivi del film: le scenografie.

Un po Spiderman, un po Lord of the Rings, questo Dracula Untold non riesce a stupire né come film di supereroi – la nemesi di Dracula, il sultano Mehmed, è quanto di più piatto ci si possa aspettare -, né come epopea fantasy. Lunico attore che si distingue dal mucchio è Charles Dance, la cui presenza scenica ben si presta a interpretare colui che donerà a Vlad il potere di salvare la sua gente. Gli altri attori vengono penalizzati da una sceneggiatura che dà loro poco spazio, con il solo effetto di precludere ogni qualsivoglia tipo di coinvolgimento emotivo da parte dello spettatore. 

L’intenzione di fare un film in costume in cui le tendenze cinematografiche del momento si mescolano in ununicum potenzialmente intrigante c’è tutta – lo si vede, ad esempio, nella già sottolineata cura per le ambientazioni -, ed è per questo che dispiace vedere come il tutto si sia risolto in un “giocattolone rotto”, tanto spettacolare a tratti quanto, fondamentalmente, poco curato, soprattutto a livello di scrittura.