Nel 2004, la scrittrice irlandese Cecelia Ahern pubblicava Where Rainbows End, uscito in Italia con il titolo Scrivimi ancora, un romanzo interamente epistolare che oggi diventa un film. Christian Ditter a dirigere la pellicola, ispirandosi ai modelli classici della commedia romantica quali Harry ti presento Sally e Quattro matrimoni e un funerale. Qui sono Rosie (Lily Collins) e Alex (Sam Claflin) a camminare per anni nel territorio incerto e insidioso in cui si confondono amicizia e amore, due sentimenti che sembrano in contrasto quando, in realtà, aspettano solo di essere uniti.
Amici e complici fin da bambini, Rosie e Alex crescono in unIrlanda che intendono lasciare insieme dopo il liceo, per volare a Boston. Un evento inatteso scombina i piani di uno di loro: la nascita della piccola Katie, la figlia di una Rosie ancora adolescente e inesperta che però accetta la responsabilità di essere madre e rinuncia a frequentare luniversità in America, accanto ad Alex. Sa già di amarlo, ma ci vorranno dodici lunghi anni perché le loro strade corrano finalmente nella stessa direzione.
Anni in cui i due migliori amici sono separati da un oceano e da una donna, Bethany, che da cotta adolescenziale diventa la moglie di Alex. Anni in cui Rosie lotta per crescere una figlia e per costruirsi un futuro sulla base di un sogno infranto. Anni in cui lei e Alex si scrivono, si sentono e, di tanto in tanto, si vedono, tenendo accesa una complicità che sopravvive alle occasioni mancate di cui il loro rapporto è costellato.
Perché la felicità personale è così difficile da inseguire? Siamo noi stessi, spesso, a costruire gli ostacoli che ci allontanano da ciò che desideriamo davvero, come se non credessimo di meritare il meglio. Dispiace però che il meccanismo che tiene divise le vite parallele di Alex e Rosie appaia talvolta forzato, nel film, e si perda così loccasione di riflettere sulle motivazioni e le conseguenze delle nostre scelte, che alla fine determinano il futuro.
I due giovani attori danno il loro tocco personale ai protagonisti, mentre la colonna sonora, la fotografia, il tono generale sottolineano lintenzione di creare un prodotto destinato al pubblico giovane, che apprezza il genere. Certo, come spesso accade, ladattamento alleggerisce e semplifica le linee narrative e i personaggi, perdendo qualcosa rispetto al testo di partenza. Finisce in secondo piano la parte più adulta del percorso di Rosie, la ricerca di unopportunità professionale da cui ripartire nonostante non sia più una ventenne libera e piena di sogni – un tema attuale che meriterebbe spazio e approfondimento.
#ScrivimiAncora (sì, con l’hashtag) resta però una commedia garbata, lontana da certi prodotti che giocano sulla volgarità e sulla superficialità imbarazzante a cui, purtroppo, siamo abituati. Nella sua semplicità, può attrarre i sognatori, i nostalgici, i fan delle romantic comedy inglesi e chiunque sia convinto che una storia romantica si possa costruire ancora sull’attesa del “bacio” che suggella la promessa di un amore per sempre.