Il programma inizia con l’imitazione ormai celebre di Giorgio Napolitano. In queste settimane si è parlato spesso delle sue dimissioni, che paiono più vicine che mai, e di certo senza possibilità di ritorno stavolta. La prima canzone rifatta della serata è Vita da Napolitano, che ricalca Una vita da Mediano di Ligabue. Immancabile fare riferimento ai fatti di Roma, che sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Con una felpa e un jeans Crozza annuncia l’ultima puntata, che vede Cairo in studio. Essendo però quella conclusiva, c’è quell’aria da ultimo giorno di scuola, e dunque il comico definisce lo show di serata un po’ mediocre. Napolitano mancherà un po’ a tutti, e Crozza ipotizza l’iter per sostituirlo, che in pratica prevede qualche nome noto e il solito mazzo fatto a Prodi. Alla fine poi ci si dirigerà verso casa di Napolitano, che avrà tutte le finestre chiuse, e si tenterà di bussare al citofono. Ormai però non c’è più modo per convincerlo a restare per quelli che Crozza definisce altri sette anni di guai. Si parla di aziende che potrebbero abbandonare l’Italia, come pare Marchionne abbia in programma con la Ferrari. Pubblicamente ha negato l’indiscrezione, ma la versione imitata da Crozza si presenta parlando in inglese. Subito si lamenta del fatto che tutti ce l’abbiano con lui perché non vuol restare fermo in Italia, tirando in ballo addirittura Amerigo Vespucci, che si era rotto dell’Italia e ha provato a cercare fortuna altrove. Dal punto di vista legale poi non teme nessuno, perché le forze dell’ordine non sono in grado di incastrarlo, dal momento che ha delocalizzato ogni cosa possedesse. Ad esemppio la sua scrivania è in Polonia, mentre il citofono a Zurigo. Renzi si è presentato all’incontro dei giovani democratici, dove il premier si è mostrato con jeans strappati, dimostrando di poter combattere la criminalità con i tweet. Arriva il momento dell’imitazione di Crozza, che parla del termine compagni come di una parolaccia per Renzi, che se la prende con il PD, assente in ogni fase importante della vita del Paese, come ad esempio lo scioglimento dei Take That o la cancellazione del Festivalbar. Ha da poco festeggiato il suo primo anno come segretario del PD, e dice di non voler fare le cose in grande, eppure arrivano Madia e Boschi in version Monroe, cantando per lui Happy Birthday. Parte poi la festa, rovinata però dall’arrivo di Landini e della Camusso. Parte il solito scontro da far west, con il sindacalista che ridicolizza il premier, dicendo che al suo cospetto Rutelli può sembrare Castro, e alla fine minaccia di candidarsi. Si passa a Salvini, che è stato ospite di ogni programma sulle reti nazionali. Ha superato ogni record, perfino quelli segnati dalla famiglia Angela. Parte l’iimitazione, presentando un programma assurdo della lega, dalla lotta all’euro alle erezioni di ghisa. Ripetendo che questa puntata è molto mediocre, Crozza non ha neanche voglia di cambiarsi, e così resta con indosso la felpa di Salvini, con la scritta tombini di ghisa. Si arriva a parlare di calcio, e da buon genovese è felice di vedere le due squadre della propria città così in alto in classifica. Per l’esattezza il Genoa è terzo, mentre la sua Sampdoria è quarta. Crozza adora la sua città e si sente genovese nel profondo. Descrive in breve il carattere tipico dei gvenovesi, ovvero molto chiuso e introverso. Nessuno in strada gli chiede l’autografo, dice, al massimo s’informano su quando passerà l’autobus. Date queste caratteristiche non si rende conto di come sia possibile che il presidente della Sampdoria sia un personaggio assurdo come il viperetta Ferrero, del quale viene prima mostrata una foto con la sciarpa usata come scialle, che lo trasforma in una befana, e poi un medley dei suoi migliori filmati. Arriva il momento dell’imitazione, e ovviamente anche Crozza si presenta in versione befana. Si scherza sulla posizione in classifica delle due squadre di Genova, dicendo che era dai tempi della Pangea che non erano tanto in alto. Per prima cosa saluta Genova, dicendo che si trova dall’altra parte del globo, e che lì hanno il fuso orario rispetto all’Italia. Tira in ballo anche Raffella Carrabile, che saluta ovviamente e della quale ricorda la hit tuca suca. Ancora una volta si spaventa e ammette di sentire delle voci, che continuamente gli parlano. Infine guarda Zalone e gli chiede di non fare scherzi. Crede sia Hulk e gli chiede di tornare normale. Quando Zalone gli dice che così lui è normale, Ferrero si dispiace e gli dice d’essergli vicino. Questo è l’ultimo appuntamento e di certo Razzi non poteva mancare. Si improvvisa tanto in questo sketch, con Zalone che sbaglia la prima battuta e così i due iniziano ad andare a braccetto. C’è un po’ di confusione con il continuo cambio di telecamere, ma il pubblico si diverte e così anche i due sul palco. Dopo alcune battute dette come tra una risata complice e l’altra, si arriva alla canzone di Natale, che Razzi dedica ai bambini. Il tema della canzone è quello di farsi un Natale tutto proprio, senza farsi ovviamente il Natale degli altri. Zalone gli chiede se canterà a cappella, ma lui vuol farlo a c…o. Il programma si chiude con Kazzenger, che si fa domande assurde cui nessuno importa, ma non ci sono saluti finali, bensì un taglio netto dalla regia. Twitter rivela che si volevano evitare facili commozioni. Per rivedere l’ultima puntata di Crozza nel paese delle meraviglie cliccate qui.



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