Nel terzo c’è un mondo senza più schiavitù ed il concetto rivoluzionario perchè non vale solo per l’uomo ma addirittura per le bestie, natura, insomma per tutti. Il riposo “fa parte della creazione quindi il giorno del riposo è incluso nella creazione”, perchè continua il comico “Dio crea continuamente”. Dio vuole che facciamo come Lui, che ci si fermi dopo aver fatto il nostro lavoro per bene, guardaci indietro ed essere fieri di quello che si è fatto. Bello nel suo monologo il passaggio in cui spiega come questo terzo comandamento dica l’importanza “dello star soli con noi stessi, delle relazioni intime con noi stessi” specificando che oramai siamo sempre connessi l’uno all’altro, con tutto il mondo ma abbiamo paura di restare soli con noi stessi.



Siamo giunti al secondo:”Non pronunziare il nome del Signore Dio tuo invano. Poiché il Signore non lascerà impunito chi avrà pronunciato il Suo nome invano”. Parte subito raccontando delle “tradizioni” italiane delle Bestemmie con simpatici aneddoti della sua vita, ma ci tiene a definirle espressioni di volgarità. Dio in questo comandamento ci dice che gli piace essere nomimato, un po’ come quando a noi piace nominare il nome della nostra amata o quanto a noi ci piace essere nominati dalla persona che ci piace. Il comandamento vieta solo di abusare il nome di Dio, di usarlo, di associarlo alla violenza. 



I 10 comandamenti sono semplici e vertiginosi, ce ne sono stati tanti di regolamenti di pacifica convivenza ma sono spariti nella storia. Questi sono resisiti nel tempo, perchè parlano degli altri, di amare gli altri. E’ questa l’idea innovativa anche ai tempi nostri. In essi c’è racchiuso tutto il mistero della creazione e della vita. Stasera alla fine Benighi spiegherà sono i primi 3, per motivi di tempo, secondo il testo dell’Esodo. Si parte con “Io sono il Signore Iddio tuo che ti feci uscire dalla terra d’Egitto, dalla casa degli schiavi. Non avrai altri dèi al mio cospetto. Non ti farai alcuna scultura, né immagine qualsiasi di tutto quanto esiste in cielo al di sopra o in terra al di sotto o nelle acque al di sotto della terra, Non ti prostrare loro e non adorarli poiché Io, il Signore tuo Dio, sono un Dio geloso che punisce il peccato dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione per coloro che Mi odiano. E che uso bontà fino alla millesima generazione per coloro che Mi amano e che osservano i Miei precetti“: qui Dio si presenta all’uomo, una sorta di biglietto da visita. E’ un concetto semplicissimo, un contratto tra Dio e l’uomo dove “Lui dice Io sono tuo e tu sei Mio”. Fa notare come Dio si presenti come colui che libera e non colui che ha creato il mondo questo per dire che per Lui essere liberi e la libertà è la cosa più importante.



Siamo arrivati al racconto dell’incotro tra Mosé e Dio. Spezza alleggerisce un po’ l’atmosfera spiegando che anche lui da piccolo voleva essere Mosé, perchè gli sarebbe sempre piaciuto rispondere “Eccomi” come fece lui a Dio, e si allenava con sua mamma e pure a scuola durante l’appello. Sottolinea la bellezza del momento in cui Mosé chiede il nome a Dio.

Si parte con il racconto dell’Esodo, dove i dieci comandamenti sono il regalo di Dio al popolo degli Ebrei salvato dalla schiavitù in Egitto sotto la guida di Mosè che ammette essere uno dei suoi preferiti di cui racconta la storia della sua nascita e dei suoi primi anni di vita. Va detto che ha una grande capacità narrativa che cattura l’attenzione.

Roberto Benigni spiega che dobbiamo tutti credere in Dio “almeno questa sera” per preparci meglio alla lettura. Come dice il comico “Quando andiamo al cinema crediamo a batman e spiederman e per una sera non possiamo credere tutti a Dio per una sera”. Calca molto la mano sul dielmma “Dio c’è o Dio non c’è”, come sempre non riesce a moderarsi in questi casi e perde troppo tempo girando attorno alle questioni senza partire mai con lo spettacolo vero e proprio. Bella però la parte in cui spiega che “Dio non è che se non si vede non esiste è che non abbiamo lo strumento giusto per vederlo”, come dice il comico “un po’ come i virus”.

Entra in studio accompagnato da un’allegra musichetta, il palcoscenico come sempre è minimale e riprende molto lo stile già visto nel suo precedente spettacolo. Non perde l’occasione per spezzare l’atmosfera con battute su Roma e sui problemi giudiziari che la sta attraversando: “bella Roma ricca di luci per la festa di Natale, luci blu lampeggianti messe sulle macchine che svolazzano qua e là per la città”. Non manca la frecciata a Renzi e alla legge elettorale.

Ci siamo è partito lo show di Roberto Benigni, questa sera tratterà i primi cinque dei dieci comandamenti: 1) Non avrai altro Dio fuori di me. 2) Non nominare il nome di Dio invano. 3) Ricordati di santificare le feste. 4) Onora il padre e la madre. 5) Non uccidere. C’è grande attesa per la sua parte interpretativa e la sua contestualizzazione rispetto le situazioni attuali della società.

Sta per cominciare su Rai 1 il primo appuntamento con i 10 Comandamenti, lo show di Roberto Benigni che, dopo la Divina Commedia di Dante Alighieri spiegherà agli italiani uno dei punti cardine della religione cristiana. Gli spettatori intanto si dividono. C’è chi è particolarmente entusiasta di questa serata che la Rai ha deciso di dedicare alla cultura e al talento del comico toscano ma anche chi lo critica duramente. Il principale motivo delle controversie è legato al milionario cache percepito da Benigni per condurre il programma. “Quattro milioni di euro per due serate alla faccia della crisi”, sottolinea qualcuno evidentemente scandalizzato. Ma la cultura ha davvero un prezzo? E su cosa preferirebbero che puntasse il servizio pubblico i contribuenti? 

Stasera su Rai Uno Roberto Benigni è protagonista de I dieci comandamenti, la trasmissione è visibile anche in diretta streaming. Lo spettacolo è in diretta dal Palastudio di Cinecittà ed è dedicato al decalogo che Dio dettò a Mosè sul monte Sinai. “Quel libro ha detto l’attore toscano – è lo ‘spettacolo’ per eccellenza. Credo non ci sia storia più bella. Clicca qui per vedere la diretta streaming de I dieci comandamenti su Rai.tv. Intanto non mancano le discussione sul web alle frasi di commento dei dieci comandamenti di Roberto Benigni in fase di presentazione del programma “Credo non ci sia storia più bella, il racconto dellEsodo è esempio rivoluzionario, una strada da seguire, è dispirazione per qualsiasi moto di libertà. Come sempre il personaggio divede il pubblico in due tra chi lo ama e chi lo “odia”, di una cosa siamo sicuri questo programma farà parlare di se nei prossimi giorni.