Biofurbi: è questo l’argomento principale della puntata di Report andata in onda domenica 14 dicembre. Nel programma di approfondimento giornalistico condotto da Milena Gabanelli, infatti, si è parlato soprattutto di prodotti biologici (alimentari e non) o presunti tali: la domanda che ci si pone attiene infatti alla veridicità di quanto dichiarato sui produttori in merito ai metodi di coltivazione seguiti per arrivare al prodotto finale. Il viaggio di Report parte dalla piana vercellese (con un servizio di Piero Riccardi), la zona che a tutt’oggi è leader della produzione di riso in tutta Europa e che però in questi ultimi anni sta arrancando a causa dei colpi inferti dalla concorrenza asiatica (Myanmar e Cambogia in primis), che riescono a portare nel continente europeo il loro riso e a venderlo ad un prezzo molto più basso rispetto a quello italiano. Le risaie vercellesi, in questi ultimi anni, sono state tra l’altro protagoniste di un vero e proprio boom del biologico, che ha portato molti produttori a convertirsi alla coltivazione senza diserbanti, anche se sono in molti a sospettare che, in realtà, si tratti soltanto di un grande imbroglio, motivato dal fatto che il riso derivante da coltivazione biologica ha un costo che è tre volte quello del riso coltivato con metodi tradizionali a causa delle rese, nettamente inferiori. Diventa dunque essenziale il punto riguardante i controlli: come funzionano? Dall’inchiesta di Riccardi salta fuori che non sono infrequenti le diatribe tra Regione e Provincia per stabilire chi debba accertarsi di cosa, anche se la prassi attribuisce agli enti provinciali il compito di assicurarsi che gli enti certificatori abbiano fatto il loro dovere. Interrogati dalla trasmissione, la pressoché totalità dei produttori riuniti in Confagricoltura dichiara di voler rispondere tramite le dichiarazioni di Paola Battioli, presidente di Confagricoltura Novara, che esplicitamente rivela al giornalista che il tema del biologico non è mai stato affrontato all’interno del direttivo dell’associazione. La rivelazione ha però del sensazionale, non soltanto a causa delle voci sul finto bio, ma anche perché, proprio in questi giorni, i giovani di Confagricoltura stanno preparando un documento da sottoporre a Bruxelles, col quale intendono denunciare la diffusione del fenomeno del finto riso biologico grazie allo stratagemma delle aziende miste (cioè praticanti tanto la coltivazione con diserbanti quanto quella biologica), che si sarebbero macchiate perciò anche di pratiche scorrette, concorrenza sleale e furto di fitofarmaci. Il problema si presenta di difficile soluzione, se pensiamo inoltre che, a quanto pare, cogliere in flagrante i produttori scorretti diventa pressoché impossibile, dato che spesso vengono avvisati tempestivamente del giorno in cui l’ente certificatore effettuerà i controlli di routine.



Il problema del finto bio non riguarda però soltanto il riso, ma si estende anche al mondo dei cosmetici, un mercato in grandissima espansione se consideriamo che oggi tali prodotti non si trovano soltanto in apposite botteghe, ma è possibile trovarli anche nei negozi della grande distribuzione. Consapevoli del fatto che il mercato dei cosmetici biologici non è regolamentato, al contrario di quello alimentare, come si può capire se ci si trova di fronte un prodotto biologico? L’unico modo sembra essere quello di scorrere con attenzione la lista degli ingredienti presente sulla scatola del prodotto, e non farsi ingannare anche quando ritroviamo il prefisso -bio persino nel nome delle marche dei prodotti che acquistiamo, cosa che spesso ci induce a preferire un prodotto rispetto ad altri. Come fare, poi, ad orientarsi nelle diciture presenti sulle etichette, e a distinguere tra prodotti “ecologici”, “bio” o “naturali”? Anche in questo caso c’è molta confusione, spesso anche tra gli addetti ai lavori, e non meno problematica risulta essere la questione dei controlli, dato che le aziende che si occupano della produzione di cosmetici non sono obbligate ad ottenere una certificazione per vendere prodotti che poi appaiono sul mercato in veste di prodotti biolgici. Non paiono dunque essere molto tutelati coloro che davvero fabbricano prodotti biologici: come rivelato da Ermete Realacci ci sarebbe un progetto di legge presentato in Parlamento, che però tuttora sembra essere fermo. 



Passando ad altro, nel servizio “La cricca del Po”, realizzato da Giulio Valesini, a finire nel mirino della trasmissione è invece l’AlPo, la società che si dovrebbe occupare della messa in sicurezza del Po, che comporta una serie di interventi condensati in alcuni appalti che hanno un valore di circa 200 milioni. A quanto pare, le procedure utilizzate dalla società non puntano esattamente allo scopo di assicurare la sicurezza delle zone interessate dal fiume e dai suoi affluenti, e se ne è accorta anche la procura di Rovigo, che ha fatto finire sotto indagine tre imprenditori e quattro funzionari pubblici, accusati di aver auspicato ed incoraggiato interventi dove non erano necessari. Sembra inoltre che siano stati consegnati quantitativi di pietre minori rispetto a quelli necessari per agire laddove necessario e che tale prassi sia stata anche coperta con la produzione di documenti falsi. A seguire, si è invece parlato di Equitalia, che sul suo sito internet lascia intendere procedure facili per i cittadini che intendono, ad esempio, optare per la sospensione dei pagamenti: sarà davvero così o invece potrebbero verificarsi problemi e disagi anche soltanto per errori di trascrizione? Infine, si parla della fattura elettronica, che dal 6 giugno deve obbligatoriamente emessa dai fornitori della Pubblica Amministrazione: ciò che ci si chiede in questo servizio realizzato da Giuliano Marrucci è il destino a cui va incontro il file elettronico nel momento in cui arriva all’interno degli uffici della Pubblica Amministrazione.



Report, puntata 14 dicembre. La replica in video streaming – È possibile rivedere la puntata andata in onda il 14 dicembre di Report sul sito Rai Replay e sul sito ufficiale della trasmissione. Clicca qui per la puntata